"Slowly Cafè" CD / Aquarama promo
Qui abbiamo due cose decisamente non adatte ai metallari coatti alla Manowar:
La foto in copertina è di Andrea Varani.
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Chiacchiere musicali, sfoghi personali e consigli non richiesti, tra metallari, rockettari e varia umanità. Borchie non necessarie.
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Imperdibili ALIEN, LO SQUALO, SHINING e PULP FICTION.
Grazie a Costy per la segnalazione. Buona visione e non scordate i popcorn!
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Qui il loro quartier generale per info e news!
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Se esitate a guardarlo perché temete si sappia in giro, tenete presente che il sottoscritto se l'è comprato in videocassetta, usato, alla cifra insanguinata di 4 euro pur di averlo...
Segnalo due eventi di spessore in quel di Novoli, per la precisione allo ZERO (viale dell'Olmatello 2/2, angolo viale Guidoni):
sabato 23 luglio
Si esibirà nientepopodimenoche ALBERTO CAMERINI. A seguire Selene dj.
domenica 24 luglio
Cinema "a luce rock". Charles Martin Smith: "Morte a 33 giri" ("Trick or treat"). A seguire Candyman dj. Avremo/avrete l'occasione di rivedere le gesta del perfido Sammi Curr e dell'imbranato Eddie Weinbauer. Inutile aggiungere (lo sapete già) che nella pellicola compaiono GENE SIMMONS nel ruolo di dj radiofonico e OZZY OSBOURNE... in veste di predicatore televisivo! Grandiose poi le musiche dei FASTWAY per la colonna sonora. Buona visione.
Per info: 055.435458 - 055.2469353 - info@tea4one.com
Metal femminile: passione e missione!
Intervista con Linda McDonald (batteria)
Realizzata da Jon Vendetta (JV) e Wild Cat (WC)
Tradotta da Jon Vendetta
WC & JV) Un caloroso benvenuto su queste pagine! Dunque, partiamo da lontano… Siete attive dall'87 e all’epoca del vostro debutto (1989) l’ambito hard rock e metal era popolato da diverse band al femminile o con elementi femminili al proprio interno (VIXEN, LITA FORD, WITNESS, LAOS, GIRLSCHOOL, LISA DOMINIQUE, BITCH, SMASHED GLADYS, LEE AARON, PRINCESS PANG, WENDY O’ WILLIAMS, etc.).
Esisteva davvero una forma di rivalità tra queste bands o si trattava unicamente di notizie maliziose create dai mass media? Quale di questi gruppi/artisti dell'epoca oggi scomparsi nel nulla avrebbe secondo voi meritato maggior fortuna?
Linda McDonald) Non c'è mai stata assolutamente alcuna rivalità tra le PHANTOM BLUE e queste altre bands, almeno non da parte nostra, che io sappia! Mai alcuno screzio con le altre "metal ladies", poiché eravamo essenzialmente tutte parte di un fenomeno teso a valorizzare le donne come parte attiva della scena metal di allora, anziché relegarle al mero ruolo di groupies. Vorrei aver conosciuto le GIRLSCHOOL, realmente tra le prime bands femminili a sfondare e farsi un nome, incrinando lo stereotipo imperante del metal come genere suonato solo dai maschietti. Abbiamo conosciuto le VIXEN, DORO, LITA FORD e LORRAINE LEWIS (cantante dei FEMME FATALE, oggi dedita al country - NdJV) ed era tutta gente a posto. Era un mercato in salute e molto competitivo, ma tutte noi ragazze dovevamo tenerlo su. Fu difficile all'inizio convincere l'industria discografica a prenderci sul serio, ma sento che abbiamo effettivamente aperto le porte al futuro delle donne nella musica aggressiva. Se avessimo passato il tempo ad accapigliarci (devo citare il termine esatto usato da Linda: "catfighting", tipico delle scaramucce femminili e caro ai cultori di certo soft porno di nicchia… J - NdJV) ne sarebbe uscito il miglior incontro degli anni '80, non trovate?
Per quanto riguarda le "sfortunate", beh… penso che le PHANTOM BLUE avrebbero meritato qualcosa di più! (ride)
WC) Un brevissimo commento su ogni vostra passata release, per aiutare chi non dovesse conoscere le PHANTOM BLUE.
LMcD) "Phantom Blue" - 1989, Shrapnel/Roadrunner Records: Prodotto da Steve Fontano e Marty Friedman.
Questa fu la nostra prima avventura nel mondo delle incisioni. Un elegante CD dai contenuti più melodici dello standard Shrapnel dell'epoca. Ottimi assoli.
"Built To Perform" - 1993/4 Roadrunner/Geffen Records: Prodotto da Max Norman. Songwriting ed attitudine su questo album erano più duri che nel debutto ed il risultato fu più grezzo e naturale. Guest solos di Marty Friedman e John Norum.
"My Misery" - Maxi Single, 1993 Roadrunner: Include il singolo "My Misery", una versione acustica dello stesso e due brani non inclusi in "Built To Perform".
"Prime Cuts & Glazed Donuts" - 1996, Marlin: Biografia a fumetti della band con bonus CD in regalo (registrazioni di brani inediti, dalle session dei primi due album).
"Caught Live!" - 1998, DRZ: Una raccolta live direttamente dalle date dl tour europeo delle PHANTOM BLUE.
"Full Blown" - 1999, 5 Song Demo EP: Il titolo dice tutto! Cinque nuove canzoni in versione demo per la gioia degli ascoltatori.
WC) Cosa successe esattamente nel 1993? All’epoca eravate al secondo album, discreto successo e, reduci da un tour di gran successo, la Geffen vi scaricò. Sappiamo dei numerosi cambi di line-up che sono poi avvenuti (Dyna Shirasaki, Gigi Hangach, Nicole Couch, Kim Nielsen, Mary Jo Godges, Tina Wood, etc.), ma cosa vi ha effettivamente "bloccato" per tanto tempo?
LMcD) Già, la Geffen pareva non sapere cosa farsene di noi, così tennero il secondo album sui loro scaffali, mentre la Roadrunner fece tutto quello che poteva per promuoverlo (grazie Roadrunner!).
Penso fu colpa del litigio interno tra l'etichetta e il nostro addetto Relazioni e Pubblicità. In ogni caso noi volevamo andarcene, loro volevano che ce ne andassimo, così ne è seguita un'ovvia e consensuale separazione, senza rimorsi o rimpianti. I cambi di fomazione furono dovuti a un po' di tutto: da problemi psicologici, di droga, conflitti di personalità, futili gelosie a semplici personalismi, negando tempo e sforzi che sono indispensabili in un'attività di gruppo come quella di una band.
Penso che il tempo di questa band non sia mai stato scandito in modo regolare, e non mi riferisco al mio modo di suonare la batteria (ride)! Eravamo sempre nel posto giusto al momento sbagliato, a quanto pare. La prima line-up era a mio parere quella perfetta; avremmo potuto essere una grande band ma, per un qualche dannato motivo, questo non è mai stato messo in condizioni di accadere e ormai me ne sono fatta una ragione.
WC) A conti fatti l’aspetto fisico in un mondo abbastanza sessista e maschilista come quello del rock vi ha aiutato ad emergere o vi ha invece penalizzato? Ovviamente è la più carina tra voi che deve rispondere! :-)
LMcD) La più carina purtroppo non è qui ora, quindi risponderò io! Penso che il nostro "look" sia stato una specie di valore aggiunto nel prodotto: una specie di bonus. Ma abbiamo sempre anteposto la musica, poiché senza musica non c'è band (già… vallo a raccontare ad autentici bluff come ROCKBITCH o EROCKTICA! NdJV).
Ci ha procurato una visibilità utile per iniziare, ma è toccato alla musica giustificare e mantenere viva quell'attenzione. E qui veniva il bello: alla gente pareva particolarmente intrigante vedere giovani musiciste sudate suonare musica aggressiva!
WC) Ti ci vedi a 50 anni a suonare hard rock in giro per i palchi di tutto il mondo?
LMcD) Continuerò a suonare la mia batteria finché sarò capace di farlo e finché ci sarà un mercato che me lo consente. Dubito che sarà sempre nel contesto live delle PHANTOM BLUE, ma forse mi beccherai da qualche parte su una di quelle navi da crociera, ad accompagnare un cantante di piano-bar! Sai, uno di quelli che si noleggiano per i matrimoni! (ride)
WC) Cosa pensate del fenomeno “nu metal”, soprattutto relativamente al fatto che la former guitarist delle PHANTOM BLUE, al secolo Michelle Meldrum, milita nella band MELDRUM?
LMcD) Apprezzo qualcosa e credo che molto altro sia robaccia, come in ogni genere musicale d'altronde. Pensa che ho attraversato una fase di depressione musicale stavo per vendere il mio drumkit (lo so… ti dirai "che razza di idiota!"). Non ero più sicura di ciò che volevo. Ascoltando DISTURBED, STATIC-X e SOD ho come ricevuto uno "schiaffo" che mi ha risvegliata dal torpore ed ho ricominciato ad ascoltare nuova musica.
Onestamente penso che molta di quella roba siano avanzi riciclati, ma ci sono buone bands là fuori. E soprattutto credo mi sia piaciuto il fatto che ci fosse qualcosa alla radio che tentava di essere nuovamente heavy, e che la batteria avesse ancora un ruolo importante: pesante e veloce!
Purtroppo le chitarre ed il basso stanno invece riducendosi all'osso e ormai quasi chiunque può imbracciare una sei corde e suonare quelle canzoni. E anche la voce non è sempre entusiasmante: ne ho abbastanza dei cloni di Cornell (bleah)!
Penso che le MELDRUM stiano facendo cose buone, nonostante le canzoni di Michelle siano cresciute in una direzione differente da quelle della sua militanza nelle PHANTOM BLUE.
In definitiva, tra pro e contro, il nu metal ha quantomeno riportato il metallo nel mainstream.
WC & JV) La vostra carriera ha intrecciato quella di molti grandi nomi. Che ricordi avete di personalità influenti del panorama metal come MIKE VARNEY (boss della Shrapnel Records, che pubblicò il debut album della PHANTOM BLUE) e MARTY FRIEDMAN (produttore del medesimo progetto)? E di JOHN NORUM (ospite su "Built To Perform" e marito di Michelle) e DON DOKKEN (che vi produsse i demo tra il primo ed il secondo album) che ci dite? E l'istrionico PAUL GILBERT (che fu istruttore di chitarra di Nicole e Michelle)?
LMcD) MIKE VARNEY: E' un sagace uomo d'affari. Ricordo uno stabilimento per l'allevamento dei polli trasformato in uno studio ed una casa meravigliosa con archi e scalinate… Ci ha impacchettate ben bene quando siamo state "prelevate" dalla Geffen (ride). Non avremmo avuto quella opportunità se non fosse stato per lui. Sono molto grata a Varney per questo, benché io voglia ancora indietro le mie dannate royalties!
MARTY FRIEDMAN: Una persona unica. Era sempre così concentrato, gentile, incoraggiante e con la pazienza di un santo. E' tutt'oggi un amico ed il suo talento, la sua spinta, il suo entusiasmo e la sua passione musicale mi hanno sempre ispirato. Andammo a trovare i CACOPHONY in sala prove e ti assicuro che fu un'esperienza da manicomio! Ricordo anche una jam mattutina con Marty, mentre lavoravo all'uso del click. Che spasso!
JOHN NORUM: Ricordo l'inizio della sua storia d'amore con Michelle (Meldrum)… Hanno avuto il loro primo bambino appena due mesi fa! Comunque… che chitarrista!
DON DOKKEN: Don ha un cuore d'oro. Ci ha prese tutte sotto la sua ala protettrice, appoggiandoci ed aiutandoci durante la fase di pre-produzione del nuovo materiale, in modo da renderlo presentabile per gli "alti papaveri" delle major. Ha superisionato le nostre prove, organizzato uno showcase e quindi trascinato delegati di TUTTE le major in un'asta al rialzo tra di loro, pur di scritturarci, col contratto Geffen come risultato finale.
E' una persona meravigliosa ed anche un amante delle anatre (questa poi… NdJV)! Da lui ho imparato moltissimo sull'industria discografica. E' sempre stato una specie di eroe per me, ma non gliel'ho mai detto! (ride)
PAUL GILBERT: Amo la sua immaginazione! Ricordo soprattutto la sua presenza in studio, durante le prove.
Lui e Bruce Boulliet davano lezioni a Nicole e Michelle, e tutte noi abbiamo visto e sentito (ore ed ore di sessioni) quanto follemente spettacolari fossero quei due! Paul partecipò ad uno dei nostri show al Troubadour (Hollywood) e suonò la batteria su un nostro brano, "Going Mad". Senza dubbio una delle persone più positive che abbia mai conosciuto, con un gusto pazzesco per quanto riguarda l'abbigliamento! (ride)
JV) Un pensiero per Rana Ross, vostra ex bassista, tristemente scomparsa nel maggio 2003 a soli 34 anni.
LMcD) Dio ti benedica, Rana. Era una ragazza molto determinata e con una grande forza di volontà: perfettamente cosciente di ciò che voleva e sempre pronta a tutto pur di ottenerlo. E' un sollievo che non soffra più, come durante la sua malattia. Riposa in pace, Rana.
JV) Torniamo alla musica. L'aspetto chitarristico delle release targate PHANTOM BLUE è sempre stato predominante e decisamente superiore alla media delle all-female bands (per tecnica e groove). Linda e Josephine, nel 2001 avete dato il vostro contributo a "Warmth In Wilderness - Tribute To JASON BECKER".
Che tipo di ispirazione ha rappresentato per voi questo sfortunato quanto geniale chitarrista? Cosa vi ha colpito maggiormente del suo stile e quanto della sua opera si può ritrovare nella vostra musica?
LMcD) Grazie. Anch'io credo che le chitarriste delle PHANTOM BLUE siano sempre state di alto livello e mi ritengo fortunata per aver potuto lavorare con ognuna di loro: non sono facili da trovare! Incontrando per la prima volta JASON BECKER, mi sbalordì trovare tanta creatività in qualcuno che non aveva mai toccato alcool né droghe in vita sua! (ride). Lo incontrammo ai Prairie Sun Studios (stavamo registrando il nostro primo album, mentre lui era immerso nella produzione del debut di RICHIE KOTZEN nella sala accanto) e si dimostrò da subito una personalità naturalmente "astratta" nel suo modo di essere, un uomo meravigliosamente gentile ed ironico. Amo ciò che ha creato e so che è stato un'ispirazione per gran parte delle chitarriste che hanno militato nelle PHANTOM BLUE, inclusa Josephine: lei adora il suo modo di suonare ed era entusiasta di suonare "Baby's On Fire" su quel CD. Mi sento onorata per essere stata invitata anch'io a partecipare alle registrazioni, per le quali ho scelto il brano "Becker Ola".
JV) Qual è attualmente la situazione delle PHANTOM BLUE? Prospettive discografiche, tour, composizione di nuovi brani, direzione musicale?
LMcD) Vorrei tanto che le PHANTOM BLUE se ne uscissero con un nuovo CD zeppo di pezzi pesanti come la m**da, con riff tosti, linee di basso bastarde e batteria spaccaossa dappertutto… e, ovviamente, un sacco di grandi melodie vocali come ciliegina sulla torta. Ma… è tutto fermo in favore di un side project che è andato aldilà delle nostre più rosee previsioni!
JV) … Le IRON MAIDENS, project cover band di Linda, Sara e Josephine, giusto? Ma sono solo un'attività "collaterale" dovuta al momentaneo stop del gruppo principale o rappresentano una realtà appagante e forse definitiva?
LMcD) Le IRON MAIDENS sono sì una tribute band, l'unica tribute band femminile dedicata agli Iron Maiden ad essere precisi. Ma in realtà la risposta è l'opposto della tua domanda: lo stop attuale del gruppo principale è dovuto proprio al successo e alle richieste inerenti le IRON MAIDENS. La gente ama gli Iron e si diverte davvero a vedere e sentire delle donne suonare e ricreare un vero show alla Iron, specialmente ora che gli "originali" non fanno abbastanza tour (comprensibilmente) per soddisfare la fame di tutti i loro fans statunitensi. Diciamo che manteniamo la loro musica viva da queste parti e diffondiamo l'amore per i Maiden "quando i ragazzi non sono in città"! E ci divertiamo anche un sacco a farlo! Dovrete venire a vederci se mai capiteremo dalle vostre parti! Abbiamo ricevuto così tante richieste per un CD delle cover che proponiamo on stage (ci credereste?), che alla fine l'abbiamo registrato per davvero: uscirà nei primi mesi del 2005. E l'artwork verrà curato addirittura da Derek Riggs! Quando volete potete visitare il sito http://www.theironmaidens.com/, per tenervi informati sul progetto!
WC & JV) Già che siamo in argomento cover, passaggio spesso necessario per le band emergenti, quali differenze ritenete esistano per una giovane band hard rock oggi, rispetto agli anni del vostro debutto? E' più facile o più difficile "sfondare"?
LMcD) Oggi è facile più che mai ottenere visibilità di massa. Con Internet si hanno opportunità di essere ascoltati in tutto il mondo standosene seduti in casa propria. Non penso che le major abbiano più lo stesso prestigio che avevano una volta, specie quando hai da una parte numerose etichette indipendenti pronte a darti più attenzione e dall'altra la possibilità di vendere da solo la tua roba (se sai come farlo senza il supporto di un'etichetta). Oggi le band hanno accesso a tecnologie che consentono di filmare ed editare un video, registrare musica, ci sono cable-tv, siti web e un sacco di altre cose. E' facile sfondare? Beh, i mezzi sono semplicemente più facilmente accessibili. Poi spetta alla musica, alla tua dedizione e alla tua "imprenditorialità" fare la differenza.
JV) Prima di staccare, la classica ultima domanda un po' stupida... Qual è l'ultimo CD che hai comprato ed apprezzato (metal o non)? Quale quello che non compreresti mai?
LMcD) L'ultimo CD che ho comprato è "The Glorious Burden", degli Iced Earth. Quello che non comprerei mai… qualunque cosa di Celine Dion. Grande cantante, ma proprio non fa per me.
WC & JV) Ragazze, grazie mille per la vostra disponibilità, a nome dello staff e dei nostri lettori. Sarebbe troppo chiedervi di inviarci una foto autografata, con dedica ad Hammerblow? Molti della redazione se la contenderanno fino alla morte….
A presto!
LMcD) Certamente! Ti mando qualcosa prestissimo! Grazie tante per l'intervista!
Etichette: Archivio Hammerblow, giornalismo, metal
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I pionieri del power/speed all’arrembaggio!
Intervista con John Ricci (chitarra)
Realizzata da: Running Wild & Jon Vendetta
Tradotta da: Jon Vendetta
RW) Un metallico e fraterno saluto a tutti voi da Hammerblow, che vi ringrazia anticipatamente per averci concesso l'onore di avervi come ospiti di prestigio sulle nostre pagine. Siete il secondo act della scena canadese che ci rilascia un'intervista, dopo John Mikl Thor, e difatti partiamo subito col chiedervi se conoscete questo bizzarro personaggio. Avete mai avuto modo di suonare insieme a lui e di conoscerlo di persona?
JR) Sì, incontrai Thor a Londra anni fa, nel 1985 credo, nell’ufficio del manager dei Motorhead. Lo avevo visto in concerto molto tempo prima di allora, negli anni ’70. Allestisce dei grandi live: la sua musica è semplice ma efficace e molto “visuale”.
RW-JV) Con “Dark Command” gli Exciter hanno gridato al mondo che erano tornati per colpire ancora, e diremmo che il vostro grido si è rivelato verità: la vostra ultima fatica, “Blood Of Tyrants” (che, vi giuro, è stato nel nostro lettore cd per lunghissimo tempo) ne è la conferma e fa di voi uno dei gruppi più coerenti a questo mondo, dal sound heavy rock, fatto di velocità ma anche impatto, cattiveria così come sintesi. Dopo tutti questi anni, siete ancora dell'opinione che, nelle vostre stesse parole, il vostro sia “power heavy metal”?
JR) Noi suoneremo sempre Power/Speed Metal. Siamo dei pionieri di questo genere e continueremo a perfezionare questo stile musicale basato su un intenso attacco brutale ai nostri fedeli ascoltatori. Non ci venderemo MAI!
RW) Tempo fa ci fu uno split con il vostro vocalist Jacques, che si mormora non abbia un caratterino molto facile, e difatti si è letto che se ne andò sbattendo la porta in faccia a tutti voi. Ora che è rientrato stabilmente in line-up, ci spiegate cosa è successo di preciso in merito a questa vicenda, e come mai vi siete visti costretti a sostituire Marc Charron al basso?
JR) Come spesso accade, la storia con Jacques fu che delle divergenze artistiche si frapposero tra noi e ciò creò della tensiona. A volte questa tensione sfociò in diverbi. Ciò è molto comune tra musicisti. Dopo un periodo necessario per calmarci tutto è tornato a posto. Jacques è tornato e questo è ciò che conta. Il passato è dimenticato. Ho deciso di dedicarmi io il basso sul nuovo album visto che non abbiamo trovato un nuovo bassista da che Marc Charron se ne è andato (il perché resta un mistero quindi, NdA).
JV) Nell'album di imminente uscita (“New Testament”, NdA) avete deciso di riproporre classici risuonati e riregistrati dalla nuova line-up. Ci chiediamo come mai siano stati omessi alcuni album (“Unveiling The Wicked” e l'omonimo dell'88) a favore degli ultimi due, decisamente recenti e forse non bisognosi di un “make up” sonoro (in fin dei conti gli unici album dalla produzione scarsa erano i primi due). Voglia di confrontarsi con se stessi, prima ancora che con i propri predecessori? O gli album ignorati, legati alla fase più melodica della vostra carriera, suonano ancora come prodotti ambigui e non rappresentativi? O forse è solo John a non rimpiangere quei dischi, su cui non ha suonato (scherziamo…)?
JR) Hai perfettamente ragione. Non abbiamo incluso tracce da “Unveiling The Wicked” o da “Exciter” poiché non suonai io su quegli album, i brani sono troppo melodici e lo stile chitarristico non era crudo ed essenziale. Rispetto ad ogni modo il lavoro alle sei corde di Brian McPhee su quei dischi.
JV) Per il nuovo materiale che finirà sul prossimo studio album avete dichiarato di essere in fase di stesura. Qual è il vostro approccio compositivo al momento e come è cambiato attraverso gli anni (se lo ha fatto)?
JR) Le nuove canzoni per il prossimo disco degli Exciter saranno sul solito stile, ma la costruzione e gli arrangiamenti dei pezzi saranno studiati con l’obiettivo di raggiungere un’audience ancor più vasta. Ciascuna peculiarità musicale di ognuno di noi verrà sfruttata in pieno.
RW) John, il tuo nome è indissolubilmente legato a quello di Dan Beehler, che insieme a te ha contribuito a formare questa macchina da guerra che si chiama Exciter ben 26 anni fa. Con tanto di rispetto per te e per i ragazzi che ora suonano con te, non è che forse agli Exciter di oggi manca quel tassello che va a completare il puzzle? In poche parole è stato giusto tornare senza Dan?
JR) Non ho avuto altra scelta che tornare senza Dan. Dan ha abbandonato la musica e gli Exciter nel 1993, mentre io volevo continuare. Ero conscio del fatto che non sarebbe stata la stessa cosa, ma confidavo nella possibilità di soddisfare i vecchi fans e conquistarne di nuovi, grazie ai nuovi musicisti ed al talento vocale di Jacques.
JV) La fila di illustri ex è lunga: Allan Johnson, Brian McPhee, Rob Malnati, David Ledden, Rob Degroot, Marc Charron, per non parlare dello storico Dan Beehler. Quale il ricordo più buffo e quale quello più doloroso degli ex membri degli Exciter?
JR) Non mi va di parlare o menzionare i passati membri degli Exciter. Quanto è accaduto con loro è meglio che venga lasciato da parte (c’erano due modi di prendere la domanda: con umorismo o con sincerità; peccato che John abbia scelto la terza… NdJV).
JV) Le band canadesi hanno da sempre mostrato una personalità unica nel panorama metal passato e presente: Thor, Voivod, Anvil, Annihilator, Sacrifice, Helix, Watchtower, Strapping Young Lad, Zimmer's Hole, Cryptopsy. Larry Gillstrom dei Kick Axe in un'intervista ha dichiarato: “Most good metal bands in Canada had to go to the US to be recognized. The music industry in Canada at that time did not understand hard rock or metal bands.”. Pensate che sia ancora così nel 2004 o c'è una scena canadese che brilla di luce propria?
JR) La scena metal canadese, visto il supporto dell’industria musicale, è una buffonata. Le bands che hai menzionato hanno dovuto lottare per avere visibilità nel loro stesso Paese. Se cerchi di farti una carriera nel metal il peggior Paese al mondo che ti può capitare è il Canada. L’industria musicale qui non capisce l’heavy metal e non lo sa promuovere, diversamente da americani ed europei.
JV) Se doveste dare un consiglio ad una band emergente che intende proporre un sound simile al vostro oggi, quale sarebbe? Tenendo in considerazione tutte le mode che hanno imperversato dai vostri esordi ad oggi (hair metal, speed & thrash, death, black, grunge) ed una tecnologia non necessariamente “amica” dell'industria discografica (Internet e l'annosa faccenda mp3).
JR) Fondamentalmente ogni giovane band che vuole prendere esempio dagli Exciter dovrebbe scrivere musica che viene dal cuore e suonarla con convinzione ed energia. Allo stesso tempo dovrebbe evitare di renderla troppo “progressiva”: mantenersi semplici e puntare su passaggi azzeccati e riff memorizzabili.
RW) Ok ragazzi, purtroppo siamo in fase di chiusura: lasciate un messaggio ai lettori di Hammerblow e dite loro se ci sarà modo di poter vedere gli Exciter dal vivo in Italia a breve scadenza.
JR) Il nostro Tour Europeo è oramai confermato: saremo là dall’8 al 17 Ottobre 2004. Abbiamo una data in Italia, ma città e palco non sono ancora stati fissati al momento. Per aggiornamenti vi invitiamo quindi a controllare sul sito del nostro booking agent: www.crushconcerts.com. Grazie per l’intervista. Probabilmente ci vedremo in Italia il 15 Ottobre!
Etichette: Archivio Hammerblow, giornalismo, metal
DEVASTATOR
Intervista con Luke (batteria)
(JV) Allora ragazzi, dopo avervi visti recentemente dal vivo al New Breed di Fornacette (PI), penso di non dirvi alcuna novità se confesso che la vostra dimensione ideale sia quella live. Il vostro thrash old school si sposa bene con la furia on (e off) stage. Anche il vostro demo d’esordio (“Live To Make War”, 2003) è stato catturato live. Una scelta di tipo economico o pensavate che effettivamente fosse l’optimum per riproporre l’impatto della vostra musica?
(L) Ti dico la verità... Il nostro demo live non è stato registrato appositamente dal vivo: ci trovavamo alla Comunità Giovanile a suonare per il loro concorso e il fonico ci ha solamente chiesto se volevamo la registrazione live del nostro concerto. Siccome costava veramente una sciocchezza abbiamo subito risposto di sì, ed il risultato non è poi così male!
Resta comunque il fatto che i Devastator sono una live band al 100%.
(JV) Correggetemi se sbaglio, ma credo che i vostri punti di riferimento principale sia nel thrash europeo, tedesco innanzitutto, degli eighties: in particolare mi avete ricordato il rifferama serrato e lo screaming maligno degli ASSASSIN, dei DESTRUCTION e dei primi KREATOR. Tuttavia altre soluzioni meno frontali denotano influenze alla SACRIFICE (grandiosi epigoni canadesi del thrash made in Europe). In più il vostro immaginario belligerante non può non rimandare direttamente ad altre glorie come SODOM o AT WAR. Quali ritenete essere le vostre principali influenze del passato e del presente?
(L) Beh, hai proprio fatto centro! Le nostre influenze derivano dal thrash tedesco rigorosamente eighties: Kreator, Sodom, Destruction in primis, ma anche gli altri gruppi che hai citato sicuramente sono una grande fonte di ispirazione per noi... Prendiamo spunto anche dai gruppi che hanno fatto grande la storia del thrash fuori dall'Europa: non ti sto a fare la lista, tanto i nomi li conosciamo tutti! Ultimamente stiamo componendo dei pezzi con sonorità molto più orientate verso il rock'n'roll sporco e veloce: questo denota l'ispirazione che abbiamo tratto da uno dei nostri gruppi preferiti in assoluto, i grandissimi Motorhead!
(JV) La solita domandina stile “album di figurine”… La vostra ideale all-time thrash band, elemento per elemento, che line-up avrebbe?
(L) Ti stilo la mia thrash metal band definitiva... Formazione a quattro elementi: basso/voce, due chitarristi e batteria. Al basso/voce Tom Araya, alle chitarre Kerry King e Jeff Hanneman, alla batteria Dave Lombardo. In poche parole il mio gruppo preferito in assoluto: gli Slayer!
(JV) Nel set da voi eseguito compaiono anche alcune cover: “R.A.M.O.N.E.S.” e “Killed By Death” (c’è bisogno di citarne l’autore?). Al di là del thrash canonico e di altre bands musicalmente affini, come pensate che si possa suonare “estremi” nel 2004 proseguendo questa strada, considerata il limite assoluto di violenza negli ’80? Abbracciando sottogeneri successivi (death, grind, black, brutal) che hanno sì oltrepassato la soglia del dolore del thrash, ma risultano spesso asfittici e poco “musicali”? Oppure mescolando le carte in tavola, aggiornando suono, produzione ed arrangiamenti, ma rimanendo comunque “fedeli alla linea”?
Come intendete insomma ri-contestualizzare un genere che, Svezia a parte, non pare avere più molti proseliti, soprattutto nella nostra penisola?
(L) Il thrash per me rimane il genere più estremo, sulfureo e malvagio di sempre, chiaramente il thrash dei gruppi più oltranzisti. Se consideriamo che il black e il death derivano alla grande dal thrash, non posso fare a meno di incoronare quest'ultimo.
Sicuramente accostare le nuove produzioni a riffs tipicamente eighties può far storcere il naso ai più fedeli alla vecchia scuola, ma secondo me non è del tutto sbagliato, a patto sicuramente che il prodotto suoni potente e diretto, e non “moderno” come gran parte delle nuove produzioni.
(JV) Domanda un po’ velenosa. C’è un dettaglio che mi ha lasciato perplesso osservando la sleeve del demo: dai titoli e dalle immagini di carri armati sembrate ostentare una certa propensione alla belligeranza, ma la dedica sul retro smentisce: “This live is dedicated to all people, soldiers and civilians, who died by senseless aggressions of wars all over the world”.
Dunque, qual è la vostra posizione? Vi inserite nel filone alla Jeff Hanneman, ovvero “colleziono cimeli nazisti ma solo per passione”? O in quello alla AT WAR/CARNIVORE, di pura e semplice esaltazione della guerra?
(L) Ti premetto che i Devastator sono una band apolitica al 100%. La situazione un po' ambigua che appare osservando il nostro demo è dovuta dal fatto che a noi piace l'aspetto puramente estetico della guerra (carri armati, aerei, navi, armi ecc, tra l'altro il mio ex chitarrista è pure un maniaco dei modellini) ma allo stesso tempo sappiamo che i mezzi che tanto ammiriamo hanno provocato morte e distruzione nel corso della storia, e quindi abbiamo lasciato un messaggio di cordoglio verso ogni tipo di vittima provocata dalle guerre.
Siamo metallari, ma sotto questo aspetto siamo dei veri fricchettoni, e se anche abbiamo messo un carro armato in copertina, disprezziamo la guerra e i disagi che ha prodotto! (chiamali disagi… NdA)
(JV) Dopo il concerto mi avete accennato a delle prospettive contrattuali per un imminente CD. A che punto siete? Ve la sentite di sbottonarvi o è ancora presto per cantare vittoria?
(L) Allora, la situazione è questa: il nostro demo live è stato registrato con la vecchia formazione, Luca alla voce, Andrea alla chitarra, Rob al basso e io alla batteria. Problemi di lavoro hanno portato alla defezione di Andrea: Rob è passato alla chitarra e Rikka è entrato al basso.
Avevamo intenzione di registrare un nuovo demo (stavolta in studio) per presentare a tutti la nuova formazione (quella che hai visto al New Breed).
Poi penseremo in futuro ad un vero e proprio full lenght. Sono in contatto con varie etichette italiane ed estere, vedremo in futuro se riusciremo ad instaurare una collaborazione.
(JV) Nella vostra attività live avrete suonato assieme a molte thrash bands tricolori. In questo settore la scena italiana offriva già poco negli ottanta (degni di esportazione allora erano praticamente solo NECRODEATH e BULLDOZER): tra le nuove leve di oggi su chi puntereste?
Quale vi pare la più competitiva e perché?
(L) Se devo dirti come la penso, secondo me i gruppi più validi in ambito thrash qui in italia che sono una spalla sopra tutti sono HATEWORK e IRREVERENCE. Gli Hatework li vidi suonare come supporto ai TANKARD e mi impressionarono sul serio, poi abbiamo avuto la fortuna di dividere il palco con gli Irriverence sabato 3 luglio. Anche loro, oltre ad essere degli ottimi musicisti, sono persone estremamente alla mano ed umili. C'è pure da dire che sono dei pazzi scatenati: forse è per quello che ci siamo subito trovati bene tra di noi… ehehehehe!
(JV) Eccoci all’angolino del “costume”. Qual è la cosa più strana o assurda che vi è capitata in concerto (figuracce, incidenti, risse, episodi bizzarri)?
(L) Ehehehe, questa è una domandona! Durante i nostri concerti succede un po' di tutto: persone che montano sul palco a cantare, oggetti che volano (sabato è pure arrivato un reggiseno al mio chitarrista)... Le situazioni più esilaranti sono quelle che si verificano dopo i nostri concerti, visto che dopo il concerto ci ubriachiamo molto spesso… ehehehe! Una situazione un po' strana l'hai potuta vedere tu stesso sabato 3 luglio... Dovevamo esibirci a una cert'ora e poi, per problemi di affluenza, l'orario del nostro concerto è slittato in avanti. Per ingannare il tempo abbiamo ben pensato di berci su, ed è finita che abbiamo suonato ubriachi... La gente comunque si è divertita!
(JV) Quale il vostro miglior pregio e quale il vostro peggior difetto (come musicisti o persone, fa lo stesso!)? Tanto per dare un’idea a chi non vi conosce, sul perché venire (o non venire) a vedervi on stage…
(L) Beh, chi ci conosce lo sa come siamo, ehehehe... Per chi non ci conosce posso dire che siamo quattro pazzi che amano fare casino, ubriacarsi, drogarsi, suonare e stare in compagnia! Siamo persone molto umili, sempre pronti ad imparare da chi ha più esperienza di noi...
Il nostro peggior difetto? Forse ci distruggiamo troppo… ehehehehe!
(JV) Ok, fine della “tortura”. La redazione vi ringrazia per la disponibilità, vi augura di raggiungere i vostri obiettivi nel più breve tempo possibile e attende vostre news, appena ve ne saranno. Salutate Hammerblow ed i suoi lettori come si confa ad un act di fiero e potente thrash metal, please, e a risentirci prestissimo!
(L) Grazie per lo spazio concessoci, un saluto alla HammerBlow per essersi interessata a noi! Visitate il nostro sito per eventuali novità! Ci becchiamo on stage per un'altra serata in nome del thrash!
Per contattarli:
http://www.devastator.it/
thetruedevastator@hotmail.com
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Inglesi, terzo disco. Musica di confine, la loro: tra abrasività sludge, groove stoner e furia hardcore. Molte bands si sono cimentate nel settore, dagli oramai imborghesiti avanzi della Man’s Ruin agli iconoclasti targati Relapse. Pochi approcciano il genere/non-genere con la convinta fisicità dei RAGING SPEEDHORN.
Produzione ruvida (molto “live”) di Joe Barresi e qualche progresso compositivo della band fanno il resto, ponendo “How The Great Have Fallen” al vertice della loro discografia.
I riff SABBATHiani di “Master Of Disaster” e “Don’t Let The Bastards Grind You Down”, i PANTERA più sudici e maceranti dell’iniziale “A Different Shade Of Shit” e di “Dead Man Walking”, il melmoso tappeto di chitarre della title track, lo screaming/growling tetro e malato della coppia Regan/Loughlin che garantisce uno spettro dall’ultra-doom al deathcore: molte sono le ragioni di interesse in un album intransigente.
La forma-canzone non è certo una priorità per i nostri, tutti volti alla costruzione di atmosfere malsane ma mai prive di autentica rabbia primitiva. Nell’economia del disco prevalgono spontaneità ed aggressione, ai danni di scelte memorabili e grandi intuizioni. Ma nel contesto questo comporta un attestato di merito, piuttosto che una sgridata.
In sintesi, per fans già rodati di IRON MONKEY, WARHORSE e dei primi, coriacei, ALABAMA THUNDER PUSSY. Se invece cercate gli edulcorati ed innocui intellettualismi rock dei QUEENS OF THE STONE AGE girate rigorosamente alla larga: il nome di Barresi è in tal senso solo una pia illusione e qui i controlli sugli ampli sono ancora tutti (se Dio vuole) girati sul dieci.
Certo, ci stanno come il cavolo a merenda su Hammerblow, ma se non vi spaventa separarvi per una volta dalle vostre spade... perché no?
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Abbastanza buono questo platter dei tedeschi CONTRADICTION. Niente di trascendentale, per carità; solo onesto old-school thrash per affezionati alle sonorità di MASSACRA, OVERKILL e ai fautori della “scuola tedesca”. In effetti la lunga attività della band (insieme dall’89) li ha visti condividere molti palchi illustri, dai gruppi succitati a VADER, HOLY MOSES, ICED EARTH e TANKARD. E proprio su quei palchi hanno affilato le proprie armi, sfornando un terzo studio album di musica che risulta palesemente concepita più per la sede live che per il ponderato ascolto in cuffia. Qualche scoria di metalcore (PRO-PAIN o gli ACCUSER di “Repent”) si affaccia qua e là lungo un album non troppo variegato, purtroppo.
Grande impatto e chiara derivazione speed/thrash ottantiana nell’opener, che sa di SODOM e SEPULTURA dei tempi d’oro. La buona produzione dona subito smalto anche a riff che abbiamo sentito milioni di volte, ma le composizioni rivelano presto il fiato corto: già la title-track, nonostante il buon refrain, pare una inutile continuazione del brano precedente. La noiosa “Arguments” (mid tempo annacquato) e la modernista “Falling Down” abbassano ancora le quotazioni dell’album, che si risolleva in parte solo in occasione di sporadiche accelerazioni (“Hate Patrol”, dal corposo break centrale, “Nation Of Fear” ed “Engines Of Greed”) o di lenti macigni (l’ottusa “Crimes”, con la sua altalena clean/core). Il rifferama di OVERKILL&Co viene spesso clonato senza ottenere risultati degni di nota; talvolta buone soluzioni solistiche riescono ad impreziosire momenti altrimenti dimenticabili: buono l’assolo di matrice hard rock in “Crimes”, non male le armonizzazioni sulle ritmiche di “Horizon”.
Quello che non convince appieno non sono tanto le singole parti, musicisti compresi, quanto l’identità delle canzoni, le famose idee. Non rimane molto a fine ascolto e non premia la scelta di chiudere il disco con un mattone di sei minuti che pone la band tra metalcore, thrash palloso ed apocalyptic metal (avete presente gli INTRICATE o i NEUROSIS di “Souls At Zero”?), tra riff triti e ritriti ed inserti vocali effettati francamente inutili.
Appena i nostri scriveranno “anche” delle buone canzoni potranno fare grandi passi avanti. Ma essendo in giro da così tanto tempo temo che abbiano già detto tutto quello che potevano e non so se, come si suol dire, abbiano ancora banane...
Solo per amatori.
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Immenso! Finalmente un album thrash fatto da gente che “sa come si fa”. Niente nostalgie fini a se stesse o furbi modernismi: gli HAVOC HATE dell’esperto Greg Christian (già bassista dei TESTAMENT... detto tutto) mixano la sostanza del thrash, coi suoi ritmi convulsi, l’impatto esasperato, la tecnica chitarristica ed il gusto per gli arrangiamenti classici, aggiornando la ricetta al 2005 e producendo quello che (per non sfigurare col glorioso passato Bay Area) dovrebbe essere preso da tutti a disco modello. Piccolo ma necessario distinguo: se per “thrash” intendete polpettoni mezzi hardcore conditi qua e là in salsa vocale agrodolce per accontentare tutti, state alla larga da “Cycle Of Pain”: questi “ragazzi” pestano duro e sono in missione per conto di Dio. Qui non c’è MTV che ti sdogana, niente finta rabbia adolescenziale, pantaloni dal cavallo basso e pose “giuste”... Dimentichiamoci quindi per un attimo di LAMB OF GOD, SHADOWS FALL o UNEARTH, perché negli States della musica alternativa ed estrema ci sono anche altri musicisti, che sanno dove vanno perché in primis sanno da dove vengono. Se quella dei gruppi succitati è universalmente riconosciuta come la “New Wave Of American Heavy Metal” quella degli HAVOC HATE è a suo modo la... “Old And Only Wave Of Real American Thrash Metal”! Qualche cambio in line-up rispetto all’esordio e un doveroso ritocco nei suoni e nella produzione (di cui si occupa il chitarrista dal cognome più adatto... Ordine!), una piccola etichetta come supporto: così la band si presenta al secondo album. E’ proprio il nuovo arrivato Tim Bouchee, che prende dietro al microfono il posto che fu di Jon Mallek sul debutto “This Violent Earth” a rivelarsi la famosa e necessaria marcia in più. In tutto “Cycle Of Pain” la sua voce versatile si muove a suo agio tra simil-growl alla Chuck Billy, screaming e atonalità pulite che richiamano alla mente i FORBIDDEN di metà carriera (indicative in tal senso l’elaborata “Tentacle” e la perfida “Wicked”), sempre sostenuta dal possente crunch chitarristico e dal drumming di Lipnicki (ex HADES), talvolta spiazzante per furia e groove.
Già nell’opener Tim scaglia immediatamente l’ascoltatore nel thrash frontale di estrazione TESTAMENT che caratterizzerà quasi tutte le tracks. I tempi generali non hanno neppure bisogno di essere troppo serrati: le accelerazioni studiate e le porzioni strumentali sempre eccellenti garantiscono infatti incisività ed una fluidità inconsueta per un prodotto del genere.
Capitolo a parte, tra le tracce, la splendida “Fiction”, che da sola vale l’acquisto dell’album: una power ballad come da anni non se ne sentivano. Eccellente atmosfera e progressione dalle geometrie impeccabili, toccando tutti i registri e mostrando muscoli, sensibilità, rabbia ed intelligenza. Piacerà a chi sa vedere nel thrash un mezzo (leggi: una chiave di lettura, un’espressione), non un fine (leggi: cliché ed autoindulgenze, oggi ancor più inutili).
“Alone” pare uscita dritta dal songbook dei METAL CHURCH era “Blessing In Disguise”, fatta eccezione per qualche passaggio vocale più estremo. “Cold Embrace” ricorda invece i MEGORA e la loro ricerca melodica su impianti solidi e cadenzati. “Buried In Lies”, tremendamente vicina nel riffing all’ex band di Christian, e la spietata corsa di “Rotting Hour” chiudono un album assolutamente indispensabile per ogni amante del thrash autentico: fresco, incazzato, concepito e suonato con gli zebedei fumanti. Buy or die!
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