BASTA TEOCRAZIA: fuori Dio dallo Stato e dalla Pubblica Istruzione!
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02 maggio 2009

Gianni Della Cioppa: un esempio di professionalità...

Molte persone mi stanno genericamente sulle balle (cialtroni, ipocriti, falsi, opportunisti), ma se alla fin fine non mi fanno niente di male tiro dritto per i fatti miei.
A volte invece danno fastidio a qualcuno che conosco. La cosa già mi irrita di più, per cui di solito cerco di far sentire la mia voce, non fosse altro, per solidarietà.
Poi c'è chi si spinge un tantino oltre, recando un danno a me. Vuoi materiale, vuoi emotivo. E lì, fatalmente, tendo a perdere il lume della ragione.
Gianni Della Cioppa, gloriosa firma del giornalismo (?) metal italiano, appartiene a tutte e tre le categorie. Vi spiego il perché.

1- Come giornalista mi sta sulle balle per il suo ossessivo culto aprioristico e non oggettivo degli anni '80 e per gli atteggiamenti tra il paternalistico e lo spocchioso che ne derivano. Trasudano dal sito della sua etichetta (Andromeda Relix), dai suoi articoli (ovunque essi appaiano) e dal suo libro sul metal italiano (di cui ho già parlato qui, e sui cui errori ed orrori, ortografici e non, non intendo più ritornare).
2-
Come discografico si è effettivamente comportato male con qualcuno che conosco. Si scorra in basso per rendersi conto dell'atteggiamento che tiene con le sue stesse bands. Il gruppo in questione sono i Renegade.
3-
Ancora come giornalista, ha fatto un torto personale a me, rubacchiando materiale da me realizzato a titolo gratuito, spacciandolo per suo e vendendolo in edicola. La classica goccia.

PUNTO UNO.
Glisso in parte: leggetevi il post sul libro, quindi magari il libro stesso o gli articoli di Gianni (uno vale l'altro), e fatevi un'idea. Anche le pagine del sito dell'Andromeda ospitano chicche niente male*.
Comunque la pensiate, converrete con me che il mondo non è finito nel 1989 e che l'arroganza, alla lunga, non paga mai.

PUNTO DUE (applicazione pratica, specifica, del PUNTO UNO).
Mesi fa, a seguito di certe esternazioni stupide, vigliacche ed evitabili sui Renegade (poi spacciate per "uno scherzo", "una baggianata", "una battuta", come Berlusca insegna), feci sapere al Della Cioppa via mail quanto pensavo.
Per dovere di cronaca (l'etica giornalistica lo impone, anche se IO non ho la pretesa di essere un giornalista), riporto ciò che il saggio esperto del metal italiano scrisse sul proprio sito riguardo al gruppo, il cui esordio era stato pubblicato proprio su Andromeda. Le seguenti parole comparivano all'indomani della firma dei Renegade per un'altra etichetta, la My Graveyard Productions, quindi suonarono (non solo a me) ancora più antipatiche e fuori luogo:

"RENEGADE "Too Hard To Die" (AND 16, 2006) Con questi ragazzi di Firenze le cose sono state semplici, ci hanno proposto il master pronto (che ci è piaciuto ovviamente), anche dal punto di vista grafico, noi abbiamo aggiunto solo alcune note legate all'etichetta ed in pochi mesi, il Cd è stato pubblicato. Purtroppo la band ha suonato poco dal vivo, riducendo le vendite al loro giro di amicizie ed ha pensato più a scrivere nuovo materiale per un altro Cd (che ci ha proposto e che noi abbiamo candidamente rifiutato, per evitare di ritrovarci un altro titolo invenduto in casa), piuttosto che cercare di far girare "Too hard to die". I Renegade sono bravi ragazzi, ma come molti loro colleghi, non hanno capito che oggi le dinamiche del mercato discografico sono cambiate, non è più la label a vendere i Cd, ma la band stessa, suonando e suonando e suonando in concerto. Certo che quando ho sentito il cantante confidarmi "A me questi mi fanno cagare..", è stata dura non aver voglia di prendere i loro Cd e buttarli nelle fogne. Chi erano? I Diamond Head a cui facevano da spalla."

Gli scrissi, in modo molto diretto ed incazzato. E feci riferimento anche alle altre perle di saggezza dispensate sul suo sito, in cui faceva la morale ai gruppi giovani, perché non hanno voglia di spaccarsi le ossa nei localacci a gratis, di fare la gavetta, di rinunciare a lavoretti precari in nome del Dio Rock, perché -in sintesi- non avevano le palle delle eroiche formazioni degli anni '80. Eroi che difatti oggi si barcamenano tra lavori e lavoracci (perché le famiglie vanno mantenute, e questo sì che è da rispettare. Altro che pedigree del rock.) o sono ridotti a ex-tossicodipendenti rincoglioniti (troppo rock? Troppi "palchi sudati"?), o giocano a fare le reunion da reparto geriatrico per raccattare due lire con gente come lui sotto al palco.
Certo, Gianni, ci sono giovani che vivono il rock alla tua maniera, suonando 24 ore su 24, tra tour improbabili, side-projects, jam sessions e carrozzoni annessi. Solo che questi sparuti rockers hanno i soldi per farlo, ergo non hanno niente a cui rinunciare. Sono mantenuti, non eroi.
Critica quello che ti pare, ma l'idea che le palle le abbia solo chi rinuncia ad un lavoro per diventare il tuo eroe da fumetto mi pare davvero surreale. Nonché un pessimo consiglio da dare, di questi tempi.

Dato poi da chi, con un'etichetta tutta sua, non fa assolutamente nulla per i gruppi di cui, in teoria, parla.

Non fa
la grafica, non idea/crea/plasma il prodotto (gli viene consegnato già finito dal gruppo), non trova date, non promuove i dischi (se non con due bannerini e quattro mail) e costringe il gruppo a ricomprarsi centinaia di copie per avere il culo parato. Leggete le prime righe e capite che un'etichetta come l'Andromeda si fa dare una cosa già pronta e la fa stampare. In "mesi". A fronte di zero promozione, tanto vale che una band vada direttamente in tipografia: avrà il disco pronto in "giorni", non mesi, ed eviterà almeno di essere presa per il culo.

In più sta a sindacare se il gruppo vende abbastanza copie dal vivo, perché "è così che funziona". Lui, poverino, ha la passione del rock: che altro chiedergli? Promozione? Cretini noi, che ancora abbiamo quest'idea "vecchia" dell'etichetta discografica.
Riassumendo: tu fai tutto e lui ci mette il loghino della Andromeda Relix. Punto. E poi ti fa la morale.

Quanto a "prendere i loro Cd e buttarli nelle fogne", complimenti davvero. Penso che sia un'uscita che si commenta da sola. Capite? A un giovane NON piacciono i Diamond Head? Capite? Sacrilegio! Meno male che c'è il Della-Cioppa-pensiero, che tuona implicito: i Diamond Head devono essere venerati da chicchessia, altro che. Chi non lo fa è un cretino.

Tale strafottenza è confermata da altre Cioppate, tutte reperibili sul suo sito.
Immancabili ad esempio i "Non mandatemi i vostri demo tanto NON LI ASCOLTO". Strano, pensavamo fosse il sito di un'etichetta. Ma, come potete leggere più avanti, lui "non ha tempo".

Alle mie rimostranze, siccome a me certi atteggiamenti proprio non vanno giù, Della Cioppa rispose così:

"
Non so bene chi tu sia, ma rispetto quello che dici. (dopo aver esposto il lato eroico di un lavoratore di mezza età con la passione per il metal e le fatiche erculee nel far uscire dischi emerge la stizza dell'homo superior ed il registro cambia...) Non ho tempo per le querelle da quartiere. La mia moralità è nota a tutti da 30 anni e non mi serve la tua approvazione per avere la coscenza pulita e dormire tranquillo. Non spenderò più una sola parola su questo argomento, nè con te nè con nessuno.
Gianni (senza vendetta)"

Non ha tempo, lui. E' uno "morale", uno "con la coscienza (che si scrive con la "i", Gianni...) a posto". Non ha bisogno della mia approvazione. Lui che sa chi è, ma non sa chi io sia.
Come ho scritto altrove, io sono uno che dovrebbe ringraziare, poiché ho comprato per anni le riviste su cui scriveva, il suo libro sul metal italiano (bell'investimento), comprato e visto dal vivo le bands che ha recensito, fatto la grafica per una di quelle che ha "prodotto" (va beh, diciamo su cui ha messo il bollino).
Ecco chi sono.
Sei TU che devi dire grazie a quelli come me, "caro" Gianni. Senza quelli come me TU non esisti.
Ma forse è giusto: non sprecare il tuo prezioso tempo con me. Quanto scritto qui non necessita difficili interpretazioni e chiunque leggerà saprà che razza di borioso ipocrita tu sia, senza bisogno che ti lezzi le mani a rispondere. Né a me, né ad altri.
Ah, già che ci sono... "", si scrive con l'accento acuto, non con quello grave.

Per quanto riguarda l'"immacolata carriera", c'è sempre il punto tre...

PUNTO TRE.
Punto uno e punto due, da soli, non sono bastati a spingermi oltre le rimostranze via mail. Tutto sommato uno è libero di darsi la zappa sui piedi, no?
Poi, un paio di settimane fa, mi sono imbattuto in edicola nel numero due di Classix Metal, su cui il maestro di professionalità scrive, assieme al Fuzz (l'ideatore di "Kakka Metal" su Metal Shock, ma con l'età si è un po' ravveduto) ed altri nostalgici.
Avendo già apprezzato la prima uscita acquisto con gioia la seconda. In fin dei conti l'unica nota stonata del primo numero era una recensione del debutto dei Brutal Truth, proprio del Della Cioppa, a dir poco ridicola: egli evidentemente non ha mai avuto il piacere di ascoltare quel disco e si è dovuto barcamenare in dieci patetiche righe piene di assurdità ("idea sanguinosa di metal cadaverico (...) cloaca di riff intrisi di sangue infetto"), sbagliando i nomi dei componenti ("Dave Lilker") e paragonando i BT ai "Black Sabbath drogati con Iggy Pop come frontman" (termini di paragone che denotano età anagrafica e mentale di chi li ha partoriti).

Comunque, la gioia dell'acquisto scema appena mi imbatto nella (presunta) intervista alle Phantom Blue, realizzata, guarda un po', dal Della Cioppa. Suonava stranamente familiare.
Orbene, più di quattro anni fa io e l'Ammiraglio scrivevamo su Hammerblow, una webzine ora defunta. Oggi lui ha il suo blog, la sua webzine e collabora con Ritual (in vendita in edicola). Insieme realizzammo anche un'intervista via mail alle Phantom Blue.
Quale è il punto? E' che l'intervista che molti hanno letto questo mese su Classix Metal, sborsando 5 euro, è quella che NOI realizzammo nel novembre del 2004, GRATIS, per Hammerblow.
Il "signor" Della Cioppa l'ha tagliata, rimontata, ci ha messo il suo nome e l'ha venduta. Vi chiederete: "dove l'ha trovata, se Hammerblow non esiste più?". Semplice: nell'unico posto dove l'intervista era ancora archiviata: QUI.
Sul blog di uno che già lo ha in tanta simpatia.
Carino, nevvero? Plagia chi ti critica, e amen.

E chissà quanto altro materiale della rivista è stato riciclato con tanta dovizia di particolari, fonti escluse.
Esempio di professionalità, di moralità, di serietà.
E di attendibilità, visto che io e l'Ammiraglio potevamo anche essercela inventata, quell'intervista. Copiare da "signori nessuno" come il sottoscritto è come fare ricerca scientifica usando Wikipedia: in bocca al lupo.
Ho segnalato la cosa all'Ammiraglio (vedere qui) e anche lui non l'ha presa molto bene, ovviamente. Solo che è molto più diplomatico di me.

Insomma, non c'è due senza tre.
Cosa mi aspetto ora dal BarbaGianni e da Classix Metal? Nulla. Ho capito con chi ho a che fare e so di non essere degno delle attenzioni di Sua Maestà.
- Nel mio mondo ideale (dove i giornalisti non mettono la virgola tra soggetto e predicato verbale, per dirne una) chiederei almeno una pubblica ammenda, un trafiletto di scuse sul numero tre della rivista, per motivi molto semplici: LE FONTI SI CITANO, GLI ARTICOLI NON SI RUBANO. In seguito, le fonti utilizzate in OGNI articolo/intervista dovrebbero essere sempre apposte in calce.
- Nel mondo reale mi aspetto che non accada nulla. Anzi, prevedo reazioni stizzite, enfatizzate da manie di persecuzione, tipiche di chi crede di essere qualcuno. O pagliaccesche scuse, tipo "tanto il sito non esisteva più" (ma l'intervista , e non è comunque tua). O strategie evasive, tipo "beh, è naturale che le cose vadano così... son gruppi vecchi" (qualunque cosa possa voler significare).

Io non voglio ragionare con gente così. Mi fa schifo anche solo l'idea di provare a contattarla per sentire che dice.
Invertiamo le parti e facciamo che sono io il Marchese del Grillo, quello che "io so' io, e voi nun siete un cazzo".
Fai quindi quello che vuoi, Gianni. Non prenderti la briga di aggiungere commenti a questo post, casomai Google te lo facesse saltar fuori mentre surfi alla ricerca del "fratello del terzo bassista del seminale gruppo padovano dell'81 che spaccava il culo ai blasonati mostri sacri d'oltralpe e se non lo conosci non puoi dire di essere un metallaro".
Cancellerò automaticamente i tuoi eventuali commenti, e non cercherò il trafiletto di scuse sul tuo terzo pamphlet per metallari D.O.C., se mai ce ne sarà uno.
Non ho correttezza da offrire a chi non la merita. Non ho rispetto per chi non ne ha per me.
Non ho tempo
.

Ripassati un po' di grammatica e di sintassi, smettila di copiare, rispetta chi ama la musica ma non vive di illusioni infantili, impara a chiedere scusa a lettori, musicisti e colleghi quando fai una bischerata e abbassa la cresta. Sarebbe già un buon inizio.
In caso contrario, preoccupati solo di una cosa: a qualunque concerto o mostra del disco tu dovessi incrociarmi guardati seriamente le spalle. Stavolta hai davvero rotto il cazzo alla persona sbagliata.

Rassegnati amico, il rock è anche questo: faide tra poveracci.

------------------------------------
* In data 3 maggio, ovvero il giorno seguente a questo post, la pagina linkata ("info per i gruppi") viene curiosamente modificata, dopo anni. Impossibile perciò godere appieno degli imperativi "do's and don't's" di GDC: dal sempreverde "non madatemi demo" a quello che i gruppi NON devono scrivere per stargli simpatici ("non suoniamo come gli altri gruppi italiani", "non leggiamo le riviste specializzate", ecc.). Grossa perdita. Peccato.

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8 Comments:

Blogger Benbow....I suppose? said...

Non è che io sia più diplomatico, è che, pragmaticamente, si tratta di quello che puoi fare, e di quello che non puoi fare, nonostante la giusta incazzatura. Della Cippa può girovagare per internet, fare la spesa di roba che gli serve, pubblicarla e gaudagnarci pure soldi sopra. Senza che nessuno possa dir nulla. Dubito che, davanti ad un giudice, riuscirei a dimostrare che nel 2004 Wild Cat ero io....anche se in effetti, ero proprio io! E fuori da questo, rimane solo aspettare il plagiatore sotto casa e ricordargli "de facto" la vigente normativa sui diritti del copyright...certo, può essere una soluzione.

Sai come sono andate le cose, sai le presunte motivazioni addotte, anche se in realtà si sentiva il rumore delle unghie sugli specchi. Consolati sapendo che se c'è uno davvero morale, davvero corretto, e che non mette la virgola tra soggetto e predicato, quello sei tu.

02 maggio, 2009 16:40  
Anonymous niccolo' said...

Grandissimo. Speriamo un giorno o l'altro ci capiti sopra. Nessuno resiste al vanity surf, e prima o poi...

03 maggio, 2009 12:59  
Anonymous Anonimo said...

Supporto totale.
In passato è capitato anche a me di avere a che fare con alcuni di questi "dispensatori di sacro verbo", detentori dell' UNICA verità. Che ci vuoi fare, dobbiamo ringraziarli per aver avuto tanta benevolenza nei nostri confronti e per aver condiviso l' unica verità per pochi euro in cambio.

Grazie, Varg

03 maggio, 2009 14:18  
Anonymous Laura said...

Come già sai, sono senza parole ma non stupita!
Cose come queste capitano anche a "livelli più alti", nelle università, dove mesi e anni di ricerche vengono buttati al vento per la furbizia del professorone!

03 maggio, 2009 14:37  
Blogger JonVendetta said...

Non posso che ringraziarvi (e con voi chi mi ha contattato via mail o su Facebook)...

Per l'Ammiraglio e Niccolò:
Già, purtroppo va così. C'è poco da fare, visto che quanto scritto non era coperto da copyright. E se mai arriveranno delle giustificazioni difficilmente saranno convincenti. Solo una parola è lecita in questo caso da parte sua: "scusa".
E non mi pare proprio il tipo.
Archiviamo quindi il caso, buttando nelle fogne il suo libro e le copie acquistate di Classix Metal, con la ferma intenzione di convincere quanta più gente a fare altrettanto.
Che il signore si renda almeno conto che, a differenza di venti anni fa, ora chi scrive su Internet (giornalista vero o improvvisato che sia) non è più "solo". Non è più una comunicazione univoca, in cui la parola del recensore/giornalista inizia e finisce un discorso, senza contraddittorio, senza possibilità che le furbate vengano sgamate.
Se lo capisce, se ciò avviene, io sono già contento così.
Non mi importa niente di essere ricordato per un'intervista via mail: il danno in sé è quasi nullo.
Mi piacerebbe piuttosto che non venisse ricordato chi l'ha fatta sua senza diritto alcuno, rubando (in questo caso) a noi ed ingannando i suoi lettori.
Una pura questione di principio.
Ricambio la stima e soprattutto la considerazione sulla correttezza. Qualità, questa, che a voi non è mai mancata.

Per Varg:
Innanzitutto benvenuto...
Speriamo che tali "dispensatori" non siano tanti!
Nel caso specifico spero che nessuno di loro sia fisicamente presente sabato prossimo al Jolly Roger Fest di Argelato, perché il sottoscritto ci sarà di sicuro.
;-)

Per Laura:
Quelli sono casi decisamente più seri e allucinanti.
Se per una quisquilia di questa portata mi incazzo così tanto pensa cosa farei nel caso mi rubassero una tesina...

Esatto... hai pensato giusto!

05 maggio, 2009 00:40  
Anonymous Max said...

Jon, te non sai quante cose sono state copiate da Hammberblow! Magari non articoli (di sana pianta) come in questo caso, ma frasi e frasette scritte da me o da te sono sparse più o meno ovunque nei portali HM a cui piace tanto autoproclamarsi "luoghi di culto".

Detto ciò, a me il Signor Copia Incolla (vogliamo chiamarlo così?) non mi fa neanche vento, e sai perchè? perchè lui va in giro vantandosi di essere un grande "giornalista", un grande veterano dell'editoria Hard'n'Heavy....quando in realtà il suo unico merito (per non dire FORTUNA!!!) è stato essere l'unico ad insistere su certi dischi e certe sonorità anche in tempi di magra quali il 1994 e 95. Se le recensioni dei Crimson Glory e dei Riot nel 1995 le avessimo scritte noi invece che lui, a quest'ora saremmo ben più famosi di lui. Dato, oltretutto, che la sua padronanza del lessico italiano è un'insulto a chi -come me- ha il diploma di liceo classico in casa (inutilizzabile a vita, ovviamente).

Conclusioni: io non starei a farmi troppo veleno per questi giochetti dilettanteschi. Tanto, come dimostra il tuo blog (ma anche i testi dei miei brani!!!), tutti i nodi vengono al pettine.

05 maggio, 2009 15:25  
Blogger JonVendetta said...

Grazie per l'appoggio, Max.
Con te, i tre sopravvissuti di Hammerblow sono finalmente qui riuniti in un unico post.

Non so se il motivo del "successo" del Della Cioppa sia la fortuna o il talento. O il puro dato anagrafico (in un mondo strano in cui "esserci stati" spesso basta per ergersi a luminari può anche essere).
Non mi interessa.
In un mondo pre-Internet tutto ciò che leggevo mi pareva sacro (tranne le supreme vaccate di Giancarlo Trombetti, quando alle prese con dischi che non riusciva nemmeno a porre sul piatto per il verso giusto: vedi allergia cronica al thrash e pretesa assurda di recensirlo comunque) e anche io consideravo Gianni un punto di riferimento, come Klaus Byron, Heintz Zaccagnini, Beppe Riva ed altri di quell'epoca.

Non mi interessa nemmeno avere riconoscimenti. Ho scritto qualche cosa per la tua webzine, volutamente di nicchia, e mi stava/sta benissimo così. "Poco ma buono" è uno stile di vita che dovrebbe essere rivalutato.

Mi preme solo che di riconoscimenti non ne abbia, al posto mio e senza merito, chi disistimo fortemente.
E' semplicemente ingiusto.

Speriamo che i nodi vengano al pettine per davvero, come dici tu, e che la gente (fortunatamente sempre più lontana da una stampa metal ormai obsoleta e talvolta incompetente) realizzi la vera caratura di certi dinosauri.
La glaciazione arriva per tutti, prima o poi.

12 maggio, 2009 01:11  
Anonymous Anonimo said...

Be vedi il punto è semplice, da queste cose si vede la piccola meschinità di certa gente.

Mia nonna diceva sempre: "se devi fare un furto, ruba un miliardo non qualche nocciolina".
Qualcuno pensa che con l'heavy metal dell'era internettiana ci si possa vivere? Che si possa fare i soldoni con le interviste rubate alle webzine?

Poveri "giornalisti super specializzati", meschini e allo stesso tempo manager falliti.

Butch

16 maggio, 2009 20:49  

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