BASTA TEOCRAZIA: fuori Dio dallo Stato e dalla Pubblica Istruzione!
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22 ottobre 2008

Donne che odio

Ci pensavo giusto oggi.

Al primo posto, a molte lunghezze dal gruppo delle inseguitrici, Mara Carfagna. Il trancio di carne dallo sguardo allampanato (rubate l'osso a un boxer non particolarmente sveglio e vi guarderà così) cresciuto alla scuola politica di "Piazza Grande" e "Vota la Voce", ovviamente subito nominata Ministro delle Pari Opportunità (in effetti se ce l'ha fatta lei aumentano le speranze di buona parte dei bipedi).
E' incredibile constatare come il non sapere fare niente e l'essere premiati proprio in virtù della propria nullità non siano più prerogative del solo mondo televisivo. Quando la politica diventa TV ne ingloba macchie e macchiette, in un corto circuito tra crisi delle ideologie, reality e voglia di "altro". Dalle tre "i" del Berlusca siamo ora alle tre "m" della svamp di turno: Magalli, Mengacci e (in senso molto democraticamente lato) Minchia. Quale delle tre "m" le avrà aperto la via più larga? Devo sapere chi ringraziare, ora che miss "i gay non esistono" ha risolto con la sua bacchettina magica le discriminazioni omofobe (tutte di stampo cattodestrorso, ça va sans dire), quindi avvertitemi nel caso scopriste qualcosa.

Al secondo posto la provola dalle gambe incrociate: Giusy Ferreri. Anche lei partorita dall'utero isterico della TV, sovralimentata con omogeneizzati marca Amy Winehouse e confezionata di conseguenza. Non tollero i singulti nevrastenici del suo tormentone estivo. Derivativa quanto sessualmente repellente, l'insaccato con seri problemi di dizione si barcamena a sfracellarmi le orecchie da inizio estate, ed ora al solo udire le parole "scordare" e "me" nello stesso discorso provo irrefrenabili istinti omicidi.
Minimizzando si può dire che non è una croce solo italiana: ogni paese sviluppato (economicamente, non a livello di orecchio) ha oggi una sua Amy dei poveri, tipo Duffy, Adele, Beth Rowley e chissà quante altre. A noi è toccata quella dei macelli rionali, ma ogni mercato ha i prodotti che si merita.

Al terzo posto, completando la triade politica/musica/TV (c'è forse altro al mondo?), Cristina Chiabotto. La sciacquetta che mi ha fatto smettere di bere acqua minerale. Inascoltabile, inguardabile, onnipresente. Ce l'hanno propinata in ogni salsa. La senti biascicare copioncini striminziti come tanga con la sua dizione da terza elementare di frontiera (e con sostegno), accanto a Del Piero ed una suora (bella compagnia). O la vedi indossare lo strategico minimo indispensabile che l'occhio Mediaset piazza ovunque per alzare share e pèni videolesi. Sempre.
In sé per sé non è peggio di altre, ma non sapendo fare o dire niente, non essendo neppure particolarmente simpatica, rimane anche lei un trancetto di carne (quei pettini di pollo asciutti asciutti, che cotti senza ingegno ti rimangono in gola per una mezz'oretta buona). In quanto tale dovrebbe essere già andata a male da un pezzo, ed invece è sempre appesa là. Tra un Real TV e un intermezzo pubblicitario, con o senza culo all'aria.
Essendo nella fattispecie una reclame per acque minerali, ovvero la più grossa bufala di marketing del secolo (passi per la pubblicità ingannevole sulle proprietà dell'acqua: è globalmente un business così ambientalmente irragionevole da dover essere soppresso per legge), sovrasta le colleghe, che hanno almeno la buona curanza di vendere se stesse e non fumo in bottiglia.
Evito battute sull'uccello di Del Piero. Tutto lo scibile in proposito lo trovate ogni domenica in uno stadio italiano random.

Sotto queste tre, il mondo. Pieno di donne.
Un mondo in cui il femminismo non ha più senso. Non perché esistano davvero pari opportunità per uomini e donne. Siamo ben oltre quel giro di boa.
Uomini e donne come li conoscevamo, coi loro tabù e i loro ruoli sociali, problematiche ed aspirazioni, non esistono proprio più. Gli "uomini e donne" che vedi in giro sono, ahimé, le fotocopie sbiadite di quelli che attorniano il marito di Costanzo in TV.
Generici ciclostilati, incapaci, pessimi/e attori/attrici, arrivisti inetti e mignotte. Vuoti a perdere.
E' oltraggioso anche solo pensarci, alle pari opportunità, se consideri a chi (e da chi) potrebbero venir date.

Mano alla clava, torno nella grotta.

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3 Comments:

Anonymous Anonimo said...

Anche a me sta sui nervi la Chiabotto: ha preso quegli spazi prima graziati dalla mignifica Ainette Stephens.

23 ottobre, 2008 09:37  
Anonymous Anonimo said...

Gran bella mammifera l'Ainette.
Un documentario che cammina.

23 ottobre, 2008 16:16  
Blogger Benbow....I suppose? said...

gente a cui augurare una morte lenta e dolorosa, donne da odiare...è tornato Johnny Sterminio più in forma che mai dopo la lunga pausa, eheh!
Uè, mi sacrifico io per la Chiavotto, se proprio nessuno la vuole, sempre avuto un debole.
Sulla Giusy invece hai ragionissima Jon, un caso mediatico (e molesto) di carta copiativa.

24 ottobre, 2008 07:47  

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