BASTA TEOCRAZIA: fuori Dio dallo Stato e dalla Pubblica Istruzione!
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05 aprile 2008

News sul Combo

La trasferta promozionale milanese è stata un'esperienza troppo veloce per poterla apprezzare appieno. Mi è costata come un Gods of Metal e non ho fatto in tempo a godermela, fatta eccezione per la simpatica cena con Julio e Valeria (Halidon) e una puntata da Mariposa e FNAC (vedere foto).
In più Milano mi odia. Non so di preciso perché, visto che io non le ho fatto niente. Ma tra l'antipatia della gente incrociata in centro e gli allucinanti spostamenti notturni a fianco di tipi da film noir (o nazi-porno, a seconda delle ore e della zona) credo che tornerò lassù solo per la reunion degli Abba. Che sappiamo tutti non avverrà mai; specie ora che è schiantato il batterista.
Varie news le trovate sul nostro MySpace (presto aggiungeremo dettagli sulla distribuzione in due/tre paesi europei), ma le cose più recenti e più soddisfacenti le potete leggere qui:

- VIRUS: (rivista di cinema horor tedesca) recensione (voto: 9/10) ed intervista.
- ROCK HARD (Italia): recensione (voto: 10/10, "Dynamit Album") ed intervista.

Tiratina d'orecchi a Rock Hard, che prima ti fa ventimila domande e poi trancia via le risposte più personali, in favore di quelle di routine. Essendo questo uno spazio libero senza problemi di impaginazione mi prendo la libertà di riportare alcune delle risposte a cui tenevo (perché sono campione intercondominiale di polemica):

(ROCK HARD) Com’è stato accolto il singolo dal pubblico metal? Credete che ci voglia un po’ di apertura mentale e di ironia per accettare queto progetto?
(J.V.) Per ora benissimo. E sì, il “doppio pubblico” pone questa necessità su entrambi i fronti. Bisogna essere un po’ smaliziati, anziché chiudersi a riccio e tacciare di “demenzialità” qualunque cosa non rientri immediatamente negli schemi precostituiti dei “generi”. Credo sia fattibile, visto che di base nessuno nasce col paraocchi.
Io stesso mi sono trovato quasi per caso a cimentarmi con stili che per anni ho detestato, per mia stessa chiusura mentale: più di vent’anni di metallo da ascoltatore (e da strimpellatore quando suonavo nei Tombstone) avevano lasciato il segno. Ma più andavo avanti più ci credevo e mi divertivo. Per citare un noto filosofo occidentale, oggi sfigurato dal botulino, “se io posso cambiare, tutto il mondo può cambiare”.
Scherzi a parte, l’apertura mentale era un fattore di preoccupazione per me, soprattutto all’inizio. Poi ho scoperto con gioia che la gente capisce, sta al gioco ed apprezza se fai le cose con dedizione e rispetto. Talvolta le frange di metallari più estremi sono state quelle più “avanti” in questo, ai danni di sparuti “defenders” tali solo nel nome. Un rapporto di cento ad uno che mi ha confortato, essendo cresciuto a pane e thrash/death…
Nel pubblico metal, guardandomi intorno, vedo tante contraddizioni a volte divertenti: un gruppo “si ripete inutilmente” se non ti piace, mentre se ti piace diventa “coerente”; se ti metti il rossetto e ti gonfi i capelli sei un “poser”, mentre se ti fai fotografare nudo, con un’ascia in mano in mezzo ai boschi sei “true”; se fai assoli e cambi di tempo a razzo puoi essere un “funambolo” (il solito caso del gruppo che ti piace) oppure un “esibizionista senz’anima”; dici che il metal è la musica più bella del mondo ma la vuoi ascoltare soltanto tu, e se succede il contrario è perché quel gruppo si è venduto; dici che la scena va supportata e poi l’unica musica che hai in casa è l’hard disk del tuo lettore MP3; dici che ti piace solo il “true evil black metal” e la tua band preferita è il progetto di un nerd con gli occhiali dal nome impronunciabile e cattivo, che scopiazza temi di musica classica con la tastierina midi (però abita in Lapponia); ti lamenti della scarsità di concerti e poi esci di casa solo per andare al multisala di zona; rifiuti l’uniforme della giacca e della cravatta per indossare quella delle toppe e della cartucciera; critichi la scarsità di nuove uscite di livello ma spendi miliardi in ristampe di gruppi anni ‘80 (che allora facevano pena a tutti, ma ora diventano “di culto” se tuo fratello maggiore non li ha mai sentiti nominare e sei nato dopo il loro scioglimento); ami le bands “progressive” ma pretendi che suonino sempre allo stesso modo; detesti le etichette ma non ti puoi far mancare l’ultimo capolavoro di “ritual dark post-apocalyptic pagan grim minimal-electro folk” che la casa discografica “giusta” strombazza sui giornaletti. Visti dal di fuori siamo buffi, dai.
Io stesso non so quante volte mi sono accorto di cadere in questo errore dei due pesi e delle due misure. E’ un misto di ingenuità e mancanza di obiettività, e in fondo è bello anche così. Non siamo macchine programmate per il pensiero unico, almeno.
L’apertura mentale e l’ironia potrebbero comunque risolvere anche queste ambiguità più generali ed insegnarci a prendere le cose per quello che sono, senza atteggiamenti integralisti seriosi quanto immaturi. Ci vuole Dis-Impegno…

(ROCK HARD) Avete deciso di proposito di mantenere gli stessi testi originali perchè i brani fossero riconoscibili o a volte avreste voluto cambiare qualcosa?
(J.V.) Beh, i brani sono quelli ed i testi sono importanti quanto la musica. Non avrebbe avuto senso stravolgerli, anche se qualche piccola licenza ce la siamo presa in fase di arrangiamenti. Ribadisco quanto ha detto Paco: è capitato anche a me di leggere frasi del tipo “prendono spunto da brani metal” o “qui non c’è niente di metal”… Dio mio, “sono” cover di brani metal e “sono” adattamenti ad altri stili, quindi è OVVIO che “non ci sia metal” in senso strumentale/esecutivo, quanto è OVVIO che le canzoni siano però sempre quelle.
A “tutela” di chi non ha nemmeno riconosciuto la paternità di certi pezzi stranoti, forse per via di un orecchio poco allenato (o semplice ignoranza), è bene che almeno i testi rimangano quelli che sono. Magari canticchiandoli a oltranza riescono a capire la differenza tra “spunto” e “canzone”.

(ROCK HARD) Dovendo fare un altro album continuerete a scegliere delle cover o scriverete del materiale originale? Nel caso sceglieste delle cover ancora per che cosa optereste?
(J.V.) Mai dire mai, però al momento mi trovo bene così. E’ la distanza tra il materiale di partenza e quello di arrivo ad essere interessante, per cui mettersi (di nuovo, per alcuni di noi) a fare metal vero e proprio o suonare brani latin jazz originali sarebbe un po’ come tornare indietro e rinunciare a questo gioco di contrasti che, ci tengo a precisarlo, esula dalla logica tipica della cover band messa su solo per poter suonare qualche data.
“Cover” per me significa “reinterpretare e ricontestualizzare”, non “copiare ed incollare”, quindi non è un termine di cui mi vergogno, né mi spaventa l'essere etichettati come “cover band”. A patto che si sappia distinguere una fotocopia da un ritratto (che ha uno stile sempre diverso, a seconda della sensibilità e delle capacità dell’artista), ovvio.
Alcune bands partite con un’idea concettualmente simile alla nostra hanno fatto scelte che non so se farei: gli Apocalyptica ad esempio. Per bravi che siano mi piacquero di più all’esordio, quando suonavano solo cover dei Metallica (ed alcuni magazines ortodossi fino alla nausea li stroncarono per partito preso, perché il “sacro metallo” non si tocca…). Quattro violoncellisti che scapellano suonando classici thrash: per me il bello stava lì. Da quando hanno optato per lo scrivere brani propri non mi pare abbiano fatto nessun salto di qualità; anzi, in certi casi mi sono sembrati meno efficaci ed interessanti.
A parte i Judas, che saranno protagonisti della prossima uscita, proveremo a dare un fratello a “Tropical Steel”. Varieremo la gamma degli arrangiamenti e magari prenderemo in considerazione anche bands minori, come Fastway, Riot e Grim Reaper (non smetterò finché non avrò convinto Paco a rifare “Trick Or Treat”, “Thundersteel” e “Fear No Evil”), o i pionieri del metal estremo: Hellhammer, Possessed, Autopsy e compagnia insanguinata.

Giustizia fatta per il mio ego belluino.

...Hasta la Muerte!

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6 Comments:

Blogger Benbow....I suppose? said...

Intanto complimenti per la recensione e l'intervista su Rock Hard, le ho viste ieri e mi sono sembrate molto cool! :-)
Scherzi a parte, è une bella soddisfazione comunque dai, Rock Hard non è che dispensi tanto facilmente dei 10, ti assicuro, Stratovarious e Gamma Ray vi fanno un baffo! Joey De Maio pure inizia a preoccuparsi ...
Nella foto poi sei strafighissimo Jon! Rassegnati alle ridutio giornalistiche. Di tanto in tanto scarabocchio su Ritual, e nero su bianco ci va il 50% delle domande e risposte che costituiscono l'intervista, se sono fortunato. Questione di spazi dice ...

"Milano mi Odia" ,"Dis-Impegno" e la fauna milanese notturna di stampo "nazi-porno" sono esternazioni per le quali la nostra amicizia sale al livello 2.0 ... anche se mi consideri la Veronica un viado.

Complimenti ancora, spero presto di mettere le mani sul dischetto e recensirlo per SI e Benzoworld, ovviamente con intervista allegata.
Alla mostra del disco di Sesto (ma che roba sarà???) SE ci vado lo farò oggi in giornata poiché domani non mi sarebbe possibile.
E magari, prima o poi ci si riuscirà anche a vedere ... somewhere in time.

05 aprile, 2008 07:49  
Anonymous Anonimo said...

Grandissimi! Eh, purtroppo le dimensioni delle pagine sono quello che sono, se vi e' stata destinata una pagina c'e' da tagliare... :)

05 aprile, 2008 10:45  
Blogger JonVendetta said...

Ci mancherebbe, la mia era una finta polemica. :-)
In rete si fa quel che si vuole, ma con le pagine stampate non si scappa: o c'entra o non c'entra.
Ho solo da ringraziare tutti a Rock Hard, da Niccolò a Barbara a Stefano (troppi per corromperli tutti, quindi vale il principio della buona fede).
Dopo le fesserie scritte da qualche intellettualoide da PC almeno la stampa "ufficiale" ha capito che non siamo una "parody band". E a me, lo confesso, bastava questo.

Per la mostra di Sesto temo che andrò domani, visto che ho un lavoretto di grafica sul groppone.
Ed è uno di quei lavori da fare "per ieri", tanto per cambiare...

Bacioni a spruzzo.

05 aprile, 2008 12:23  
Blogger giulia said...

Ottimo jon, mi sono fatta delle discrete risate a leggere la prima risposta, chiaramente con l'immagine in mente di taluni personaggi esemplari (tu sai chi :D) e anche della "scena" in generale (oddio come mi sento gggiovane!).

11 aprile, 2008 12:29  
Anonymous Anonimo said...

Non sarò famoso come Rock Hard, ma due parole sull'intervista radiofonica con Paco Guerrero le potevi anche spendere... eccheccazzo!
Tanto più che, a differenza di riviste tanto patinate quanto ipocrite, noi non abbiamo tagliato nulla...!
P.S.= sono stato semifinalista di polemica condominiale!

11 aprile, 2008 20:27  
Blogger JonVendetta said...

Palloso di un T.J....
Ok, "siamo" stati intervistati su Radio Studio 54. Solo Paco in realtà, perché il sottoscritto era chiuso in casa da quattro giorni, in pigiama, a correggere 300 pagine di esami.
E non dategli retta: non ha tagliato nulla perché era in diretta!
;-)

11 aprile, 2008 22:31  

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