BASTA TEOCRAZIA: fuori Dio dallo Stato e dalla Pubblica Istruzione!
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23 ottobre 2008

Live at Marmaja Club (Cusano Milanino)

Direttamente dall'Headbanger's Party II, recente trasferta milanese del Combo.
Nella prima foto un Juan Venganza goffamente alle prese con l'"aggeggio" (uno djembé, per i precisini).
Nella seconda il suddetto Juan assieme a Jan Thore Grefstad, l'impressionante voce dei Saint Deamon (band con membri di Sinner e Primal Fear cui facevamo da spalla), nonché degli Highland Glory. Non è proprio un bell'uomo, ma ci ha letteralmente spettinato durante il soundcheck. Grandissimo. E pure simpatico mentre ci parli dei Grim Reaper tra una birra e l'altra, il che non guasta mai.
Ringrazio sentitamente Riccardo di Bologna che ha scattato le foto, chiedendogli ancora una volta se valesse davvero la pena farsi tutta quella strada per vedere il Combo. Convincetelo voi che, con quello che costa la benzina oggigiorno, aveva mille alternative! :-)
Peccato non essere rimasti anche il giorno dopo, perché gli headliner erano i Cripple Bastards. Che il prossimo 13 dicembre faranno tappa al Siddharta, quindi stiamo in campana.

P.S.: Proprio a proposito della serata, ecco cosa ho appena trovato in rete: "Li aspettavamo: una delle sorprese più interessanti dell'anno in assoluto, i Combo De La Muerte non hanno tradito le aspettative. Certo il loro 'voodoo latin jazz' era più rockeggiante del solito, ma vederli esibirsi davanti a un pubblico in gran parte ignaro è puro spettacolo: immaginate una band da varietà, con due coriste ammiccanti, un cowboy ai bonghi e un tastierista incravattato, tutti quanti in un covo di metallari. Immaginate poi la sorpresa negli occhi del pubblico quando, in versione salsa/jazz/cubana, vengono snocciolate "Breaking The Law", "Defender", "Highway To Hell" e "Mama I'm Coming Home" suonate da piano, Rhodes, marimba, theremin e bonghi...la simpatia del frontman fa il resto. Vogliamo rivederli: invitateli (e invitateci) al vostro matrimonio." (MetalItalia)
Insomma, se vi sposate sapete chi chiamare!

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22 ottobre 2008

Donne che odio

Ci pensavo giusto oggi.

Al primo posto, a molte lunghezze dal gruppo delle inseguitrici, Mara Carfagna. Il trancio di carne dallo sguardo allampanato (rubate l'osso a un boxer non particolarmente sveglio e vi guarderà così) cresciuto alla scuola politica di "Piazza Grande" e "Vota la Voce", ovviamente subito nominata Ministro delle Pari Opportunità (in effetti se ce l'ha fatta lei aumentano le speranze di buona parte dei bipedi).
E' incredibile constatare come il non sapere fare niente e l'essere premiati proprio in virtù della propria nullità non siano più prerogative del solo mondo televisivo. Quando la politica diventa TV ne ingloba macchie e macchiette, in un corto circuito tra crisi delle ideologie, reality e voglia di "altro". Dalle tre "i" del Berlusca siamo ora alle tre "m" della svamp di turno: Magalli, Mengacci e (in senso molto democraticamente lato) Minchia. Quale delle tre "m" le avrà aperto la via più larga? Devo sapere chi ringraziare, ora che miss "i gay non esistono" ha risolto con la sua bacchettina magica le discriminazioni omofobe (tutte di stampo cattodestrorso, ça va sans dire), quindi avvertitemi nel caso scopriste qualcosa.

Al secondo posto la provola dalle gambe incrociate: Giusy Ferreri. Anche lei partorita dall'utero isterico della TV, sovralimentata con omogeneizzati marca Amy Winehouse e confezionata di conseguenza. Non tollero i singulti nevrastenici del suo tormentone estivo. Derivativa quanto sessualmente repellente, l'insaccato con seri problemi di dizione si barcamena a sfracellarmi le orecchie da inizio estate, ed ora al solo udire le parole "scordare" e "me" nello stesso discorso provo irrefrenabili istinti omicidi.
Minimizzando si può dire che non è una croce solo italiana: ogni paese sviluppato (economicamente, non a livello di orecchio) ha oggi una sua Amy dei poveri, tipo Duffy, Adele, Beth Rowley e chissà quante altre. A noi è toccata quella dei macelli rionali, ma ogni mercato ha i prodotti che si merita.

Al terzo posto, completando la triade politica/musica/TV (c'è forse altro al mondo?), Cristina Chiabotto. La sciacquetta che mi ha fatto smettere di bere acqua minerale. Inascoltabile, inguardabile, onnipresente. Ce l'hanno propinata in ogni salsa. La senti biascicare copioncini striminziti come tanga con la sua dizione da terza elementare di frontiera (e con sostegno), accanto a Del Piero ed una suora (bella compagnia). O la vedi indossare lo strategico minimo indispensabile che l'occhio Mediaset piazza ovunque per alzare share e pèni videolesi. Sempre.
In sé per sé non è peggio di altre, ma non sapendo fare o dire niente, non essendo neppure particolarmente simpatica, rimane anche lei un trancetto di carne (quei pettini di pollo asciutti asciutti, che cotti senza ingegno ti rimangono in gola per una mezz'oretta buona). In quanto tale dovrebbe essere già andata a male da un pezzo, ed invece è sempre appesa là. Tra un Real TV e un intermezzo pubblicitario, con o senza culo all'aria.
Essendo nella fattispecie una reclame per acque minerali, ovvero la più grossa bufala di marketing del secolo (passi per la pubblicità ingannevole sulle proprietà dell'acqua: è globalmente un business così ambientalmente irragionevole da dover essere soppresso per legge), sovrasta le colleghe, che hanno almeno la buona curanza di vendere se stesse e non fumo in bottiglia.
Evito battute sull'uccello di Del Piero. Tutto lo scibile in proposito lo trovate ogni domenica in uno stadio italiano random.

Sotto queste tre, il mondo. Pieno di donne.
Un mondo in cui il femminismo non ha più senso. Non perché esistano davvero pari opportunità per uomini e donne. Siamo ben oltre quel giro di boa.
Uomini e donne come li conoscevamo, coi loro tabù e i loro ruoli sociali, problematiche ed aspirazioni, non esistono proprio più. Gli "uomini e donne" che vedi in giro sono, ahimé, le fotocopie sbiadite di quelli che attorniano il marito di Costanzo in TV.
Generici ciclostilati, incapaci, pessimi/e attori/attrici, arrivisti inetti e mignotte. Vuoti a perdere.
E' oltraggioso anche solo pensarci, alle pari opportunità, se consideri a chi (e da chi) potrebbero venir date.

Mano alla clava, torno nella grotta.

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13 ottobre 2008

Oplà

Da che parte si comincia quando si riappare come per magia dopo eoni? Da dietro.
Un po' di dietrologia, quindi.

Potevo scrivere qualcosa quando è passato a miglior vita Gianfranco Funari, ed ho visto/letto/sentito galloni di lacrime di coccodrillo, versate da chi non lo ha fatto lavorare mai (o da chi, per par condicio, lo ha sempre stroncato per partito preso dall'altra parte della barricata: la parte "seria" della stampa).

Potevo scrivere qualcosa pochi giorni fa, quando è passato a (spero) peggior vita quel microcefalo di Jörg Haider. Per chi non l'avessse notato, il governatore carinziano ha chiuso degnamente la sua esperienza su questa terra: schiattato superando una vecchina all'ariana velocità di 142 chilometri l'ora. Una parola di cordoglio la spendo ora: "bravo".
E un plauso alla terza età, che sa tornare socialmente utile quando meno te l'aspetti.

Quelli estivi non sono stati però solo mesi di decessi più o meno naturali. A volte gli uomini prendono le redini del destino e si baloccano con le vite altrui, vuoi per petrolio, vuoi per accanimenti terapeutici benedetti dall'acqua santa, terminandole o mostrandosi più caritatevoli (limitandosi quindi alla tortura o allo stupro). E qui mi viene in mente un altro episodio estivo notevole, il tipico caso dei due pesi e delle due misure.
Mi riferisco al famoso podestà di Roma e alle simpatiche vicessitudini cittadine tanto sfruttate in campagna elettorale. La mancanza di "sicurezza", emergenza creata apparentemente dal precedente sindaco (che comunque disistimo profondamente) pareva sparita all'indomani delle elezioni. Mai più quartieri insicuri, mai più stupri.
Al primo episodio di cronaca il sogno littorio si infrange ed emerge lo stile romanissimo del gerarca dagli occhietti a bottone, nella più classica delle difese: se vieni violentata per strada ed il sindaco si chiama Veltroni la città è insicura, se vieni violentata nella stessa strada ma il sindaco si chiama Alemanno allora sei tu che sei una fava, perché sì, insomma, che ci facevi in quel quartieraccio di notte?
Strano che nessuno abbia suggerito che lo stupratore fosse un democratico in vena di ripicche o un più rassicurante brigatista. O che si trattasse di un caso di stupro isterico da mitomania.
Potevo scrivere qualcosa, ma capite bene che una parola è poca e due sono troppe, quando si leggono giustificazioni come quelle addotte dal cognato di Rauti. Cognato di Rauti. No, non c'è molto da dire, alla fin fine.

Quanto ai lieti eventi, leggi scuola, vacanze, Combo De La Muerte, qualcosa qua e là è successo: vacanzina di fine estate in Calabria con la bimba (notevole la figura del nonno peperoncino-dipendente, che cerchi di fermare mentre ti versa il vino con un timido "basta, grazie" e lui replica impassibile "basta pieno". Come contraddirlo?), due corsi estivi nel mese di luglio (uno dei quali con dei liceali americani: l'equivalente a stelle e strisce degli exogini, ma con meno iniziativa), un paio di concerti del Combo in cui mi sono arrangiato a strimpellare uno djembé e qualche maraca.
All'inaugurazione del Siddharta volevo sotterrarmi (il modo peggiore di festeggiare il mio compleanno), la settimana dopo a Milano volevo scavare un altro po'. Ma nel complesso mi sono divertito.

E come in tutti i giornali, tranne quelli stampati su carta rosa, alla fine ci sono sport e spettacoli. Spettacoli meno del previsto, perché una volta tanto sono riuscito a leggere diversi libri, cercando invano di ostentare un certo intelletto. Invano, perché le profonde letture in cui mi sono immerso rispondono a titoli come "L'isola di cemento", "Il condominio" e "Un gioco da bambini" di Ballard, "Monster island" di Wellington, "L'estate dei morti viventi" di Linqvist. Sarà per questo che non ho fatto progressi in società, non mi fido più di nessuno e vedo zombie dappertutto.
Da annoverare tra gli spettacoli i concerti visti. Due su tutti sono tra migliori in assoluto cui abbia assistito: Municipal Waste a Pinarella di Cervia e Puppini Sisters a Poggibonsi. Letali i primi, con stagediving d'altri tempi, semplicemente perfette le seconde, in una cornice carina e disimpegnata. Il Gods (solo la giornata con gli Slayer, ovviamente) mi è invece scivolato addosso senza lasciare gran che. Molto meglio i Twisted Sister a Milano, sempre in forma. E sostanza. Quella dell'84, quindi tanta e gradita.
Per lo sport mi sento di citare le Olimpiadi, con i suoi ori rubati e bambine in playback, e gli Europei. Già, gli Europei. Ma credevamo davvero di poter compicciare qualcosa con i surreali commenti televisivi da toccata scaramantica dell'uomo-lagna Bagni (e poi dicono che sono gli statali a rubare gli stipendi) e quelle facce in campo? Pirlo pareva un membro -triste- degli Exploited e Toni si è piazzato primo nel torneo di salto in alto a vuoto con smorfia. Gli altri erano troppo brutti, e non solo esteticamente, per essere veri. Tanto che Cassano, alla resa dei conti, pareva quasi un essere umano. Solchi d'aratro sul viso a parte.
Ah, mi è ricominciato anche il campionato di fantacalcio, tanto per ribadire che passata la trentina i neuroni bruciano più velocemente, che tu fumi o no.

Vista l'assenza, mia ma anche vostra, posso chiedervi come state o suona troppo banale?

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