BASTA TEOCRAZIA: fuori Dio dallo Stato e dalla Pubblica Istruzione!
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21 maggio 2009

Reality of the dead

Ci sono sogni che si realizzano, o quasi.
Immaginate il set del Grande Fratello.
Dentro, i soliti inetti, iposenzienti e farneticanti.
Fuori, l'apocalisse zombi.

Il sogno, prevedibilmente, è che i morti viventi dilanino e divorino i subumani del GF in men che non si dica.
Purtroppo ("p" maiuscola) tale evenienza si tradurrebbe in un cortometraggio di 30 secondi circa. Non abbastanza da ricavarci una miniserie come "Dead Set", trasmessa nel Regno Unito a fine 2008.
Se riuscite a digerire l'idea che gli abitanti della casa non crepino al primo fotogramma, godetevi i cinque episodi della serie.

Zombi veloci stile "28 Giorni dopo" (o, prima ancora, "Incubo sulla città contaminata"), un po' di effetti digitali (sempre non indispensabili, ma almeno non fanno danni), buona regia, cast degno e sporadici omaggi a "Day of the dead" (soprattutto nella quinta puntata).
I tipi della casa sono tratteggiati abbastanza bene, con menzione speciale per l'ebete Pippa (complimenti per la scelta del nome), un'oca intollerabile, e Patrick (il regista dello show), viscido ed arrogante, ma con dei gloriosi baffi a manubrio.

Per essere un prodotto televisivo niente male davvero.
Certo, la mia idea di morti viventi prevede maggiore claustrofobia, zero computer e quintali di frattaglie in più, ma non vedo di meglio in giro.
Considerate che viviamo tempi così grami per l'horror di un certo livello che il quinto film di zombi di Romero ("Diary of the dead", 2007) da queste parti non ha avuto distribuzione; né nelle sale, né tantomeno nel mercato home video. Mentre impazzano le cazzate in 3D e gli inutili remake, disossati e rimasticati, per spettatori sempre meno esigenti.
Non ci rimane che la perfida Albione per consolarci. Perfida per modo di dire: mentre noi italiani ci sorbiamo orge di pacchi, placebo enogastronomici e oscillanti troie seminude in prima serata, alla TV britannica può anche capitare di vedere di questi buoni prodotti. E non ditemi "hey, ma ci sono anche le fiction americane", per carità: pappette verbose e teenageriali come "Jericho", per rimanere nell'ambito sci-fi/horror, ve le lascio volentierissimo.
Come per Romero, quindi, scaricare, visionare e poi acquistare in copia import (la serie è già disponibile in DVD).



A breve auspico Hannah Montana (o una qualunque altra videoteenager di eguale risma), divorata da termiti giganti, seguita dal cast di Amici alle prese con un'epidemia di lebbra.

Si accettano copioni.

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9 Comments:

Anonymous niccolo' said...

Fiction americane super rulez. Jon, io te ti ci vedo assai come spettatore del magnifico Dr. House. Jericho non lo conosco, magari fa cagare, ma non ne piglierei una per giudicare tutte le altre - specie se tutte le altre poi sono figate termonesponenziali come Ugly betty, Heroes, The Shield, True Blood, Desperate Housewives... roba di qualità assoluta da ogni punto di vista. Comunque, non conoscevo questa roba degli zoNbi, ora indago.

29 maggio, 2009 12:11  
Blogger JonVendetta said...

Dipende da quali serie, come sempre.
Da ex fan dei supereroi (sono stato piccolo anche io) cosa può lasciarmi più inorridito di "Smallville", ad esempio? Una serie su "uno, prima che sia ciò che tutti sanno essere". Risultato? Chiacchiere, chiacchiere, faccine, storielle, attese, chiacchiere. Una puttanata alla OC per mentecatti seriali.
Ed è Superman. Figurarsi se fosse stata una serie su Capitan Marvel o sull'Uomo Cangiante.
"Jericho" è stata un'altra delusione. Olocausto nucleare? Benissimo. Risultato? Chiacchiere.
"Buffy" non lo voglio neanche sentir nominare. Certe cose devi davvero avere tredici anni per apprezzarle.

Beninteso, non sono un fan ad oltranza dell'azione (anche perché spesso serve a nascondere il niente narrativo di tante vaccate yankee), ma c'è una netta differenza tra "approfondimento psicologico del personaggio" e "due coglioni". La stessa differenza che c'è tra Ibsen e una telenovela sudamericana.

Quanto a Dr. House non mi ha mai interessato, ergo non ho avuto occasione di vederlo per più di cinque minuti. Prima o poi colmerò la lacuna.

Laura dice che io sono un tipo da Monk.
Il brutto è che lei non intende come spettatore: sostiene che io sia in qualche modo simile a Monk.
Forse è il modo in cui catalogo i dischi.

29 maggio, 2009 13:29  
Anonymous Markus di Firenze said...

Io sono fermo all'orrore degli anni 70 e 80... faccio male?

29 maggio, 2009 13:49  
Anonymous niccolo' said...

Smallville è robetta, certo che se le uniche che conosci sono le serie più merdose siamo a posto. Proprio da ex fan di supereroi dovresti vedere Heroes, che è una illuminata rilettura del mito del supereroe. Riguardo a Monk, forse la Laura ha ragione, sai? :) Anche quella era una serie ganza (dico era perché penso sia finita da anni).

E comunque, meglio una vaccata yankee che Lars Von Trier.

29 maggio, 2009 13:50  
Blogger JonVendetta said...

Fermarsi agli anni '70 mi par giusto. Sugli anni '80 ho già molte riserve. :-)

Nicco, hai sicuramente ragione sul fatto che mi sono imbattuto nel peggio.
Ma da "non fan" (o "non ancora fan", visto che ho evitato finora di provarlo) di Von Trier ti chiedo: paragone improbabile per paragone impobabile, meglio Von Trier o le scorregge dei fratelli Farrelly?
Temo di sapere la risposta, conoscendo sia te che l'Ammiraglio, quando si tratta di trucidare gli snob in favore del pecoreccio con la P maiuscola... :-))

29 maggio, 2009 13:59  
Anonymous niccolo' said...

Se intendi "Tutti pazzi per Mary" (gli altri loro film non li conosco), beh, quel film è un vero gioiellino, una commedia perfetta, non vedo come possa opporvisi la filmografia di un complessato zappaghiaccio. :)

29 maggio, 2009 14:07  
Blogger JonVendetta said...

Antipodi.
Beh, lo sapevamo...

29 maggio, 2009 15:19  
Anonymous niccolo' said...

Te prova a guardarti "Le onde del destino" di LVT, e poi prova a darmi torto (fermo restando che Tutti Pazzi Per Mary, e ora che ci penso pure Io Me e Irene, siano davvero ganzi)! :)

29 maggio, 2009 15:40  
Blogger JonVendetta said...

"Le onde del destino" deve essere davvero un polpettone, visto che sei il millesimo che me lo bolla così.
Comunque è estate, e fa troppo caldo per pensare. Proverò a vederlo a ottobre.

Piuttosto... ho realizzato che abbiamo forse un punto d'incontro sugli infami Farrelly:
1) "Palle al balzo", scremato di molte inutili volgarità, può piacermi.
2) Udite udite, uno tra i miei film preferiti è effettivamente dei fratelli scoreggioni e nemmeno lo sapevo: "Kingpin", con Woody Harrelson. Incredibile dictu.
Per dirla con l'amish di quel capolavoro... "vado a lavarmi i denti"!

30 luglio, 2009 11:31  

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