CONTRADICTION - "The Voice Of Hatred" (Armageddon Music, 2005)
Abbastanza buono questo platter dei tedeschi CONTRADICTION. Niente di trascendentale, per carità; solo onesto old-school thrash per affezionati alle sonorità di MASSACRA, OVERKILL e ai fautori della “scuola tedesca”. In effetti la lunga attività della band (insieme dall’89) li ha visti condividere molti palchi illustri, dai gruppi succitati a VADER, HOLY MOSES, ICED EARTH e TANKARD. E proprio su quei palchi hanno affilato le proprie armi, sfornando un terzo studio album di musica che risulta palesemente concepita più per la sede live che per il ponderato ascolto in cuffia. Qualche scoria di metalcore (PRO-PAIN o gli ACCUSER di “Repent”) si affaccia qua e là lungo un album non troppo variegato, purtroppo.
Grande impatto e chiara derivazione speed/thrash ottantiana nell’opener, che sa di SODOM e SEPULTURA dei tempi d’oro. La buona produzione dona subito smalto anche a riff che abbiamo sentito milioni di volte, ma le composizioni rivelano presto il fiato corto: già la title-track, nonostante il buon refrain, pare una inutile continuazione del brano precedente. La noiosa “Arguments” (mid tempo annacquato) e la modernista “Falling Down” abbassano ancora le quotazioni dell’album, che si risolleva in parte solo in occasione di sporadiche accelerazioni (“Hate Patrol”, dal corposo break centrale, “Nation Of Fear” ed “Engines Of Greed”) o di lenti macigni (l’ottusa “Crimes”, con la sua altalena clean/core). Il rifferama di OVERKILL&Co viene spesso clonato senza ottenere risultati degni di nota; talvolta buone soluzioni solistiche riescono ad impreziosire momenti altrimenti dimenticabili: buono l’assolo di matrice hard rock in “Crimes”, non male le armonizzazioni sulle ritmiche di “Horizon”.
Quello che non convince appieno non sono tanto le singole parti, musicisti compresi, quanto l’identità delle canzoni, le famose idee. Non rimane molto a fine ascolto e non premia la scelta di chiudere il disco con un mattone di sei minuti che pone la band tra metalcore, thrash palloso ed apocalyptic metal (avete presente gli INTRICATE o i NEUROSIS di “Souls At Zero”?), tra riff triti e ritriti ed inserti vocali effettati francamente inutili.
Appena i nostri scriveranno “anche” delle buone canzoni potranno fare grandi passi avanti. Ma essendo in giro da così tanto tempo temo che abbiano già detto tutto quello che potevano e non so se, come si suol dire, abbiano ancora banane...
Solo per amatori.
Etichette: Archivio Hammerblow, giornalismo, metal
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