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18 luglio 2005

SUIDAKRA - "Command To Charge" (Armageddon Music, 2005)

A due anni dall’ultima uscita, arriva a fine aprile il “settimo sigillo” per gli imperterriti SUIDAKRA, tedeschi e convinti propugnatori di un sound che deve a più scuole. L’ambivalenza della band, già evidente nella scelta della doppia voce, getta luci ed ombre su un album in cui l’unica cosa certa è un deciso allentamento della furia presente nelle loro passate opere.
Non siamo ai livelli di sputtanamento (passatemelo) dei SOILWORK o dei DARKANE, ex grandi speranze oggi protese alla contaminazione stilistica nel primo caso e allo scimmiottamento degli STRAPPING YOUNG LAD nel secondo. E’ tuttavia tangibile la ricerca di un death/thrash che sia principalmente melodico ma anche granitico, folk e ciò nonostante moderno. Ovviamente il gioco funziona nella misura in cui il pubblico accetta commistioni rischiose. Anche stavolta, come sempre più spesso mi accade (che abbia sbagliato passatempo?), mi verrebbe voglia non solo di sconsigliare l’ascolto/acquisto, ma anche di gettare il CD dalla finestra. Questo non appena affiorano tutti quegli accorgimenti folk/epic che non reggo più: cornamuse, archetti vari e tutto l’ambaradan di serie. Le buone notizie sono che i ragazzi ci sanno fare davvero, sia strumentalmente che a livello di attitudine. Per cui che prevalgano l’obiettività e la sempre necessaria consapevolezza che non a tutti piacciono le stesse cose.
Per immaginarvi “Command To Charge” mescolate idealmente la forza d’urto della “new wave of european death thrash metal” con gli slanci lirici dei BLIND GUARDIAN (o qualcosa degli SKYCLAD), non dimenticando la formazione di base del death melodico alla IN FLAMES. Professionali e bilanciati nelle scelte, i SUIDAKRA giocano le loro carte migliori nell’opener “Decibel Dance”, nella sostanziosa “C14_Measured By Infinity” (molto GARDENIAN) e nelle tracks più serrate. Episodi come “Gathered In Fear” e l’intermezzo “A Runic Rhyme” faranno invece gioire i nostalgici che ascoltano “The Bard’s Song” tre volte al giorno e credono di non poter sentire coniugati inni fantasy e metal che non sia necessariamente power.
I rimanenti brani si dividono tra buoni cadenzati dalle finiture commerciali (“Strange Perfection”) e la curiosa ma non trascendentale “Moonlight Shadow” (cover di Mike Oldfield!), con lead vocals femminili ed inserita a mo’ di ghost track nel promo in nostro possesso.
Non male l’idea di includere nella versione a tiratura limitata bonus tracks ed una sezione CD-Rom con due tracce video dal vivo, omaggio sempre gradito visti i prezzi dei “cari”, in entrambi i sensi, supporti ottici.

Se siete ancora scettici e volete attendere di vederli su un palco, prenotate un biglietto per il prossimo Wacken Open Air Roadshow: dai primi di maggio ve li potrete gustare accanto a HOLY MOSES ed ILLDISPOSED. A tutti gli altri, buon ascolto.

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