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18 luglio 2005

VVAA - "Armageddon Over Wacken - Live 2004" (Armageddon Music, 2005)

Dopo il doppio DVD relativo al glorioso Wacken edizione 2004, ecco in pista di lancio anche un triplo CD che passa in rassegna le band che ne sono state protagoniste. La versione promo consta di soli due compact, con tracklist incompleta e differente da quella che troverete (a partire dal 21 marzo) nell’uscita ufficiale. I tre CD definitivi ospiteranno separatamente i gruppi thrash/death/black (CD blu), power/traditional (CD verde) e underground (CD marrone). Prevedendo un prezzo abbordabile, “Armageddon Over Wacken” si preannuncia un ampio ed impeccabile resoconto di quanto avvenuto sui palchi teutonici la scorsa estate: vasto spettro musicale, tasso qualitativo quasi ovunque alto, ottima resa sonora. E soprattutto, per chi era presente, il valore emotivo di un’uscita altrimenti più didascalica che altro.
Per i lettori di Hammerblow sono di sicuro rilievo le bands che finiranno nel secondo CD, con qualche interessante guizzo nei rimanenti due.
Veloce passerella basata sull’ordine dei brani in nostro possesso... Impagabili “Holy Diver” e “Don’t Talk To Strangers” del piccolo grande DIO, particolarmente ispirato. Come altrove, la resa sonora è quella di un autentico live: spigolosa e cruda, ma con un’entusiasmante partecipazione del pubblico. I MOTORHEAD, beh... live o studio, 1980 o 2004, formazione a tre o a quattro, son sempre loro! Particolarmente distruttiva la prestazione dei NEVERMORE sulla nervosa “Enemies Of reality”; continuo a non digerirli ma sono efficaci nel loro personalissimo approccio metal, ed il contesto live aumenta la loro potenza di fuoco in modo incredibile. La marziale JUTTA WEINHOLD ci regala il severo cadenzato “Strike”, di pregevole fattura sebbene non essenziale. Gli indiavolati DEATH ANGEL sono ben rappresentati dal singolo del fortunato “The Art Of Dying”, “Thicker Than Blood”: fedeli ed energetici. Con la voce un po’ sottotono i BRAINSTORM offrono la loro “Hollow Hideaway”: giocano in casa e si sente, prestando orecchio al feedback dell’immensa platea. La sempreverde DORO viene immortalata alle prese col classicone “Für Immer”, che non necessita introduzioni. Agli ANTHRAX il privilegio del doppio brano: un’ideale “prima e dopo la cura” composto da “Indians” e “Only”. La prima mostra ovviamente la parziale inadeguatezza della voce di Bush sui brani originariamente interpretati da Belladonna (sia chiaro: su altre composizioni Bush batte Belladonna in espressività e calore), la seconda riporta alla mente il periodo critico della band newyorkese, ma la vede compatta e forte di una prestazione perfetta. Il signor Schmier (non più ragazzino, ma sempre poco raccomandabile) fa appena in tempo a vomitare nel microfono “...Nailed to the fucking cross!” che esplode la bomba incendiaria chiamata DESTRUCTION. Devastante. Come sempre, una doverosa lezione per i più piccini. Il patinato KOTIPELTO interpreta la moderata “Reasons”, molto più rock-oriented del materiale targato STRATOVARIUS e, in fin dei conti, carina. Bravi quanto freddini i MYSTIC PROPHECY, con la solita batteria di plastica e un brano molto impostato. La band del cuginetto di DIO, i FEINSTEIN, offre una “Rebelution” in linea con l’album da cui proviene, ovvero piacevole ma non trascendentale. I VANGUARD, da bravi esponenti del metal “di tutto un po’”, sfoggiano vocals maschili simil-black e femminili (di stampo lirico, guarda un po’) su un brano dal basso sin troppo in evidenza e decisamente non indispensabile. Il promo fila via tra i “Sepultura dei poveri” (EKTOMORF), i promettenti thrashers RECKLESS TIDE (già su queste pagine) ed il folle ZODIAC MINDWARP (“Like A Hurricane”), sempre più minimale nel suo rockaccio volgare e sguaiato. L’ex marionetta dei MAIDEN, BLAZE, viene infine ritratto in una versione tra l’acustico ed il sinfonico di “Fear Of The Dark”. La scelta del brano è quasi imbarazzante per ovvi motivi, la resa è invece inaspettatamente toccante.
Peccato per i gruppi che non sono stati inclusi nel promo, non dandoci modo di fornire indicazioni (sarebbe stato interessante saggiare le capacità live dei redivivi HOBBS ANGEL OF DEATH, ad esempio).
Se, da una parte, le compilation si meritano spesso un “senza voto” (vuoi per materiale già reperibile altrove, vuoi per la frequente ed eccessiva eterogeneità di molte raccolte), in questo caso i gruppi ed i brani parlano da soli. Unico appunto da rocker incallito: un ex grande del rock’n’roll come ZODIAC MINDWARP, per kitsch che fosse, classificato “underground” ed infognato tra giovani promesse e signori nessuno... Ma scherziamo?

P.S.: Alcuni blacksters piangono l’assenza di DARKTHRONE e SATYRICON. Non che la cosa ci riguardi minimamente, ma mi pareva giusto farlo presente.

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