Mi si perdoni l'incipit
sorcino.
Settimana finale della prima parte del semestre. Compiti da scartabellare e sostanzialmente molta voglia di fuggire altrove. Difatti da venerdì 19 a mercoledì 24 sarò a
Berlino.
Rischio il tracollo a fantacalcio, ma chissenefrega. Tornerò in tempo per finire di correggere i suddetti compiti e scroccare un
buffet matrimoniale.
Novità particolari non ce ne sono. Oddio, in realtà sì. Pare che il
trend imperante sia, appunto,
sposarsi. Buffo in qualche caso venire a saperlo per vie traversissime, tipo incontrando
uno che lavora
con te (ma tu non lo hai
mai visto) in una
sagra di paese a
due ore e mezzo da casa tua. Lui ti riconosce (beati i fisionomisti) e sente il bisogno irrefrenabile di instaurare
immediatamente un rapporto di amicizia duratura. Parlando salta fuori che lavora anche in un
altro posto insieme ad una tua
ex, che risulta essersi
sposata praticamente due minuti prima. E tu continui a masticare il tuo panino alla
porchetta (dopo quello alle
acciughe ci voleva)
come se effettivamente accettassi che il tempo passa e che le persone prendono decisioni, si fanno una vita o quantomeno si adoperano a tal fine.
Guardi la porchetta. Piano piano realizzi. E ti senti un po' più solo.
Ti guardi intorno, vedi la tua ragazza, due ottimi (ed ospitali) amici e sì, la solitudine è nonostante tutto sempre la stessa. Ma molto, molto più
dolce.
Il resto dell'ultimo periodo è
minestra riscaldata. Un po' come le
primarie del PD. Difficile capire chi avrebbe vinto tra
Veltroni e
Veltroni. Alla notizia che
Veltroni l'aveva sfangata ho festeggiato degnamente: non ho acceso la TV. Almeno mi sono risparmiato i pietosi discorsi post-niente, sempre fessamente buonisti.
"
Tutti uniti! Non è meraviglioso?"
"
Uniti per cosa?"
(silenzio)
"
Per... forza?"
Facendo tesor(ett)o delle esperienze positive con gli studenti messicani, gli
unici a capirmi quando faccio una battuta in classe, valuto la possibilità di
emigrare in un Paese migliore del nostro (dal
Burkina Faso alla
Svezia, basta che
non siano gli Stati Uniti, dove potrebbero prendermi per un
genio. E sono troppo timido per sopportarlo.). Con tale prospettiva studio maldestramente un po' di
spagnolo negli interstizi di tempo, sempre più rari e notturni.
Ho difficoltà con la lettera "
r" (più rabbiosa della nostra), con la"
c" e la "
z". Queste ultime due nello spagnolo originale -non nei suoi derivati centroamericani- suonano a volte come se stessi gonfiando il
Crystal Ball usando lingua ed incisivi superiori.
Poco romantico parlare di "
corazon" se scoppi a ridere mentre lo pronunci.
Idem se scoppia il Crystal Ball.
Ho iniziato una
collezione di figurine. I maniaci delle sigle di cartoni saranno finalmente contenti nel vedermi
regredire all'infanzia (scherzo,
Antani e
Kinoppi.. NdJV). Magari ci incrociamo all'altezza di
Arnold o degli stickers della
Fiorucci.
In realtà non si tratta di calciatori, animali del mondo o
Teletubbies. Si chiama "
L'album di famiglia" ed è un'iniziativa (a prezzo ben poco popolare, va detto) del
Manifesto. La collezione di "
figurine rosse" comprende 196 storiche personalità del
comunismo, del
socialismo, dell'
anarchia, più
rivoluzionari vari. Bella e
condivisibile la didascalia in copertina: "(...)
che, bene o male, hanno cambiato il mondo". Istruttivo.
E poi ho trovato
Bertrand Russel nel primo pacchetto, quindi potrei anche fermarmi qui.
Problema: con chi scambierò i
doppioni? Con
Veltroni?
Per chi si chiedesse cosa penso della recente esternazione di
Padoa Schioppa sui giovani italiani... E' bello sentirsi chiamare "
bamboccione" da uno che fa il ministro grazie a te. Lui ha un posto
fisso, uno
stipendio da rockstar ed una
pensione irragionevole che scatta cinque minuti dopo aver toccato una poltrona. E ti prende pure per il
culo.
Non è questione se il trentenne medio sia mammone o no. Quand'anche lo fosse (e sarebbe comunque una generalizzazione da baretto, inutile tanto sociologicamente quanto politicamente) si abbia la
consapevolezza del ruolo ricoperto. E si impari a
parlare di conseguenza.
Le battutine si lascino pure ai Berluscazzi, che ci hanno costruito sopra un impero/letamaio.
Ultima piccola
stramberia del BelPaese vista in
TV di recente è quella delle forniture di
abbigliamento della
Polizia di Stato: taglie
errate, etichette con scritto "
Polizzia" e pantaloni con
passanti troppo stretti per i cinturoni bianchi da sbirro.
Stasera a
Striscia c'era anche una
bella poliziotta (scelta
a caso?), con accento
meridionale (tutte le vocali
sbagliate, come da regolamento da Roma Nord in giù) e con la
giustificazione del secolo. A detta sua gli stock di abbigliamento difettati/difettosi sono motivati dal fatto che
la Polizia ha pochi fondi.
Immagino che le auto che guidano siano fabbricate con
materiale di riporto, se si sono davvero ridotti ad acquistare intenzionalmente forniture sbagliate per
indigenza.
Una
bella cazzata, variopinto mix tra una
bugia (i fondi) ed un'
insensatezza (siccome siamo poveri compriamo i vestiti dal rigattiere e poi ci cascano le pistole) ma ne prendo atto. Se quando faccio la mia magra spesa al supermercato mi capiterà di comprare del
barattolame scaduto sarà colpa del mio
stipendio, non della mia miopia/stupidità/cialtroneria.
Con grande soddisfazione del signor Esselunga.