ACID DRINKERS - “Rock Is Not Enough… Give Me The Metal” (Sony Music Polska, 2004)
C’è stato un periodo, quello dell’inizio ’90, in cui il thrash, ormai assurto a mainstream ed accettato dalle masse, cominciava a scricchiolare tra tecnicismo esasperato, mancanza di idee e contaminazioni improbabili.
Il nocciolo del problema era che un sottogenere estremo, una volta “canonizzato”, cessa di essere estremo e, se non rinnovato, diviene stantìo. Alcune bands di allora, evidentemente convinte di poter fare col thrash qualcosa di carino (o quantomeno diverso) la buttarono sul ridere. Così la storia ci ha regalato, o meglio venduto, albums utili a strappare qualche sorriso atto a lenire l’attesa di dischi “seri” di altre bands del settore. Ricorderete gente poco incline alla serietà come i RISK, i LAWNMOWER DETH, gli stessi PUNGENT STENCH, i RATOS DE PORAO epoca “Brazil”. Non mi sfuggirono, in quegli anni allegri, anche questi ACID DRINKERS, il cui debut è durato in casa mia quano uno yogurt: “Are You A Rebel?” (1990) giunse sulla mensola per poi fuggirne neppure un mese dopo. Non che abbia qualcosa contro le bands polacche, ma alla luce di quanto avvenuto in Polonia dal ’90 ad oggi (VADER e BEHEMOTH non hanno insegnato proprio niente?) non vedo come una band già scialba 14 anni fa possa insistere ad ostentare tutto questo divertito (non “divertente”) entusiasmo, senza aver corretto/cambiato alcunché nel suo repertorio.
Ragazzi, siamo alla quattordicesima uscita e addirittura su Sony… Come si spiega? Non lo so, ma il buon Frankie Hi-NRG ha una definizione secca e perentoria per questo tipo di disco: “merda pressata”.
Una volta si salvavano almeno i titoli dei loro brani (“Moshin' In The Night”, “King Kong Bless You”, “Hiperenigmatic Stuff Of Mr. Nothing”, “Cops Broke My Beer”, “Be My Godzilla”), ora neppure quelli.
Musica, voce, arrangiamenti, produzione, testi: tutto qui è di un piattume da far impallidire gli SLAMMER, che di thrash mediocre se ne intendevano e non poco.
Quattro riffs rubati in qua e in là da vecchi repertori thrash altrui e la solita presunzione di impacchettarli in “canzoni” solo in forza dei relativi titoli, dimenticando di dotarli quantomeno di ritornelli che si possano definire tali. Quali pezzi devo citare? “The Ball And The Line”? “Stray Bullets”? Che senso ha? Sono tutti uguali! Mid tempos, stacchi veloci, voce tipicamente thrash, cambi di tempo ed assoli: tutto è così omogeneo, scontato, anonimo e già sentito da consigliare ai quattro polacchi di piantarla sul serio.
Non mi piace essere cattivo con le bands e riservo l’astio per le grandi occasioni (ovvero i finti gruppi power con doppia cassa e cantante castrato, con tutti i loro fans: sono entrambi l’apoteosi del “nerd metal” e la principale ragione per cui le parole “heavy metal” fanno ancora ridere i più nel terzo millennio), ma qui non so cos’altro fare. Per carità, spero ancora di imbattermi in bands odierne che sfoderino senso dell’umorismo e trovate ciniche, perché di questo ha bisogno un mondo metal sempre più tronfio, involuto e sicuro di sé. Ma oggettivamente sono stufo di vedere questo compito non facile affidato a gente il cui ironico raggio d’azione si limita al proprio condominio (che poi è un monolocale). Se mai vi imbatteste in “Rock Is Not Enough…”, lasciatelo esattamente dov’è e andate di corsa a scaricarvi il CD completo (e gratuito!) dei BEATALLICA su www.beatallica.org. Mi ringrazierete e qualche risata ve la farete per davvero.
Etichette: Archivio Hammerblow, giornalismo, metal
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