BASTA TEOCRAZIA: fuori Dio dallo Stato e dalla Pubblica Istruzione!
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10 dicembre 2007

E figli (romanamente) maschi

Il buono, il brutto, il cattivo.

Il buono: una volta tanto un prete. Don Alessandro Santoro, del difficile quartiere delle Piagge. Uno di quei preti effettivamente impegnati nel sociale e in una zona di Firenze volontariamente fuori dai riflettori: microcriminalità, disservizi, sporcizia, immigrazione molesta, abbandono.

Il brutto: Sandra Alvino (63 anni), una sposa, che più di vent'anni fa avrebbe potuto essere uno sposo. Un taglio e zac. Ad ogni modo il/la trans contrasse matrimonio civile con Fortunato Talotta (62 anni) già nel 1983. Ora vorrebbe sposarlo in chiesa (ma come vedrai, cara Sandra, le porte del Signore sono aperte solo per chi vuole lui).

Il cattivo: il famelico e sempre in agguato "Diritto Canonico". Quello per cui tenere in vita qualcuno tra atroci sofferenze è giusto, quello per cui anche un pensiero bagnato è già feto, quello per cui un transessuale (di fatto una donna) non ha lo stesso diritto di contrarre matrimonio una donna sterile o di un uomo impotente, in una evidente contraddizione.
Perché "senza la finalità di procreare", ammonisce il Diritto canonico, il matrimonio non può sussistere.
Interessante.
Peccato che non abbia mai letto né sentito di parroci/vescovi/cardinali che proibissero le nozze a coppie in cui lui o lei fossero sterili, avessero subito un intervento di vasectomia o di rimozione delle ovaie.
Ma a questo si attaccherà la (sicuramente negativa) risposta del Vaticano, ora che Santoro ha inoltrato ufficialmente la richiesta di celebrare le nozze all'arcivescovo di Firenze, Ennio Antonelli. Aspettiamoci quindi l'ennesima dimostrazione di ipocrisia.
Cari Sandra e Fortunato, non preoccupatevi. Gli anni trascorsi insieme dimostrano che vi volete bene e questo è ciò che conta. Comunque andrà pensate che "loro" hanno molto più bisogno di voi di quanto voi ne abbiate di loro.

Sapete quanto normalmente maldigerisca tutto ciò che riguarda la Chiesa, ma voglio remare contro la mia stessa corrente e riportare per intero una bella lettera di Don Santoro risalente al 2005, per darvi un'idea di come la religiosità possa, quando espressa "dal basso", essere vicina a quello che io chiamo "buon senso". Vicina al sentire comune. Sostituite "Spirito Santo" con "volontà e ragione dell'uomo" e vedrete che tutto torna. Il testo che segue fece scalpore all'epoca (fu pubblicato sul blog di Grillo, ergo necessitava una scomunica, no?), attirando l'odio dei soliti teocon del cazzo (vedi l'invettiva del delirante Dante Pastorelli, che Satana se lo porti -lui che ci crede-), pronti a mandare Santoro al rogo pur di non avere uno "strano prete no-global" tra le proprie fila e di "estirpare la mala pianta dell’eresia e della ribellione". Ma questa è la Chiesa attuale: ottusa ed arrogante, presa ad abbaiare alle ombre mentre il gregge si disgrega piano piano.

Mi sono permesso di evidenziare dei passaggi che condivido fortemente.

Lettera di Alessandro Santoro, prete delle Piagge in Firenze

Caro Spirito Santo, mi rivolgo a te che sei datore di vita e soffio di speranza per l’umanità intera perché tu possa penetrare nelle stanze del potere ecclesiastico per restituire quell’”alito di vita” e di profonda compassione nel cuore di questo nuovo Papa e del suo entourage perché imparino ad ascoltare la tua voce e non continuino, una volta per tutte, a farsi trascinare nei tatticismi e negli intrighi di palazzo e di potere.

Fa che questo Papa sia a piedi scalzi, semplice e umile, che diventi compagno di strada e di vita di chi fa fatica e si sente escluso e oppresso, come del resto ha fatto Gesù che ha scelto la Galilea delle genti, luogo dell’esclusione e della emarginazione per ridare vita al mondo.

Fa che questo Papa abbia il coraggio di incarnarsi nella storia degli altri, che abdichi alla Verità assoluta che schiaccia e uccide e senta il bisogno di incontrare e nutrirsi delle Verità dell’altro. Dio non ha un nome, prende ed assume il nome dei volti e delle storie degli emarginati di questo mondo e nessuno detiene la verità di Dio e può pretendere di possederla.

Fa che questo Papa scenda nei bassifondi della storia, che abbandoni i palazzi del potere, che non viva più in Vaticano, luogo del potere curiale e torni ad essere il pastore di tutti, uomo tra gli uomini senza più nessuna enfasi trionfalistica. Non abbiamo bisogno di un Papa con strutture forti e apparati pesanti, proprie dei sovrani e dei potenti, ma di un Papa che si spogli di tutto quello che lo separa e lo divide dalle persone, che sappia lasciare tutto ciò che lo rende ricco e possa concedersi l’unica ricchezza possibile per chi si fa servo, quella in umanità.
Siamo stanchi dei troppi orpelli, troppi luccichii, troppi ori che appesantiscono la sua casa, ed è arrivata l’ora che il Papa possa prendere le distanze da questo sfarzo senza senso e che impari a vivere nella povertà senza ostentazioni.

Fa che questo Papa sia capace di Vangelo, testimone e profeta di un Vangelo possibile per tutti, che sappia piangere con chi piange, ridere con chi ride, soffrire con chi soffre. Fa che sia intransigente solo nell’amore e continui a gridare forte contro tutte le guerre del mondo e possa aiutarci, e aiutare i grandi della terra, a considerare la guerra, le guerre e la corsa agli armamenti una assurda follia.
Fa che possa far diventare la guerra un tabù inaccettabile e cancelli l’ipocrisia assurda di chi, anche nella nostra Chiesa ritiene ancora plausibile una guerra giusta.

Fa che questo Papa sia capace di perdono, che non abbia paura a riconoscere la violenza e le violenze della nostra religione, che sappia soffiare nella nostre vite e nelle nostre comunità umane uno spirito di tenerezza, perché per tutti, chiunque sia, ci possa essere un pezzo di pane, una carezza, un abbraccio e una vera liberazione.

Fa che questo Papa non ci riempia di encicliche e di documenti, troppe parole hanno inchiostrato la nostra fede, fa che cresca nell’ascolto di quella parola di Dio che è la vita degli uomini e delle donne. L’unica parola possibile da rendere viva e vera nella nostra storia è quella del Vangelo. Rendi questo Papa carico di utopia, capace di vedere oltre e di darci il coraggio di fare un passo più in là, un Papa meno maestro e più fratello, meno grande e più debole, meno forte e più dolce, meno sicuro e più compagno. Gesù sognava e praticava il sogno di Dio, fatto di una politica di giustizia, di una economia di uguaglianza e di un Dio pienamente libero; fà che negli occhi, nelle mani, nel cuore, nella pancia, nei piedi di questo Papa ci possa essere questo stesso sogno necessario perché questo nostro affaticato mondo riabbia la vita e “l’abbia in abbondanza”.

Fa che questo Papa abbia il coraggio di abbandonare i segni del potere e possa ritrovare e concedersi il potere dei segni, perché la nostra Chiesa possa spogliarsi della porpora e rivestirsi del grembiule, possa abbandonare i conservatorismi comodi al potere e recuperare la libertà piena e viva dei figli di Dio.

Fa che questo Papa ridia spazio e attualità alla rivoluzione del Concilio che voleva che le gioie e le speranze, le tristezze e le angosce degli uomini e dei poveri diventassero pure le gioie e le speranze, le tristezze e le angosce del Vicario di Cristo e delle comunità cristiane. Le grandi aperture e novità del Concilio sono state tradite e burocratizzate, la tensione verso il nuovo si è persa nei meandri delle chiusure, delle prudenze e meschinità curiali.

Fa che questo Papa possa finalmente ridare spazio ad una collegialità vera, ad una chiesa Popolo di Dio, ad una comunione incarnata, ad una conversione senza mezze misure e compromessi. Dagli la forza ed il coraggio di proporre un nuovo concilio dove la Chiesa ripensi se stessa con il contributo vero e profondo di tutti, proprio di tutti.

Fa che questo Papa si apra all’idea di libertà e di responsabilità, che rinneghi una Chiesa moralista e sessuofoba, che possa dare spazio con pari dignità a tutte le relazioni affettive, a quell’amore plurale fatto anche di omossessuali, transessuali, divorziati, separati; è anche attraverso di loro che l’amore di Dio, così grande e universale ritroverà spazio nelle nostre comunità, troppo spesso abituate soltanto a giudicare e a condannare e non ad accogliere e a celebrare la vita.

Fa che questo Papa sappia riconoscere il valore imprescindibile delle donne, perché senza la loro sensibilità, la loro capacità di “precederci” e di amare con tenerezza, la Chiesa rimarrà sempre sterile ed incapace di futuro.

A Te Spirito Santo l’impegno di portare il respiro di tutti i piccoli e i poveri del mondo e soffiare questa brezza leggera dei perdenti e dei vinti nel cuore del Principe della Chiesa perché possa rinunciare ai titoli e alle lusinghe del Potere e possa farsi degno del Vangelo di libertà e di pace del nostro fratello Gesù di Nazaret. Così lo sentiremo compagno e amico in questa avventura che è la vita.

Alessandro Santoro

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5 Comments:

Blogger il Ratto dello spazio said...

direi che una risposta sensata da parte della chiesa potrebbe essere...
analisi di fertilità per ogni prossima coppia che volesse sposarsi,
no?

10 dicembre, 2007 15:25  
Blogger JonVendetta said...

Come minimo!
Se proprio vogliono spaccare il capello che lo facciano fino alla radice.

PS: Condivido abbestia la tua presa di posizione sulla nouvelle cousine. E ci aggiungo pure i sommelier prezzolati!

10 dicembre, 2007 15:32  
Anonymous Anonimo said...

non leggo la lettera perchè mi viene l'orticaria a leggere un qualcosa che comincia con "caro spirito santo", però se te diciche è come dici, allora ci credo ;)

12 dicembre, 2007 14:05  
Anonymous Anonimo said...

fa che il viper mi restituisca i soldi del finanziamento FSE di riqualificazione del territorio destinati a un mio progetto e che i miei compagni si sono inculati per metter su l'attività di quattro bottegai di potere venditori di birre ed eventi.

05 gennaio, 2008 01:45  
Blogger JonVendetta said...

Questa mi suona interessante!
Pur mantenendo l'anonimato puoi fornire qualche dettaglio su un locale che (seppur mai visto di persona finora) puzza un po' anche a me di losco?

09 gennaio, 2008 21:17  

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