BASTA TEOCRAZIA: fuori Dio dallo Stato e dalla Pubblica Istruzione!
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09 gennaio 2008

Siamo quello che bruciamo

Inizia il nuovo anno e tutto ciò di cui si parla è spazzatura.
Non quella "nobile", dei film scoreggioni, delle Ambre con l'auricolare, dei porcili televisivi, di popstar tossiche e reucci francesi con altezzoso trancio di carne italiana a braccio.
La spazzatura vera. Quella che oltre a essere inutile puzza.
E io non mi sento per niente coinvolto né interessato.

Gente di vario tipo è coinvolta: c'è chi, tra regione e comuni, si è rubato per decenni miliardi di incentivi statali, chi non ha mai fatto il proprio lavoro nella raccolta (pur disponendo di un organico spaventoso), chi non ha mai pensato che la raccolta differenziata fosse importante, chi ha continuato a insudiciare fregandosene di tutto, chi ha strumentalizzato la questione dei termovalorizzatori (e chiamiamoli "inceneritori": basta narcotizzare il linguaggio ogni volta che una parola ti suona male), chi ha appiccato incendi nelle discariche a cielo aperto create nelle strade, chi ha messo a ferro e fuoco quartieri interi convinto di risolvere qualcosa, chi ha partecipato a sassaiole contro polizia, pompieri e giornalisti (convinto di che non si sa), chi impunemente inveisce contro chissà chi (lo stato, gli sbirri, la Juve, i marziani, Garibaldi, i numeri primi, la grammatica italiana) perché non vuole i propri rifiuti né in strada né in un inceneritore. Non li vuole proprio. Però li produce.

E c'è chi, in Germania, si prende la sua immondizia -e non a gratis- e rivende a noi tutti l'energia prodotta grazie ad essa. Così i miei soldi vanno, per due strade separate, ai crucchi (un paio di volte) e ai napoletani.

Mi si perdoni quindi se, non avendo la "fortuna" di vivere in Campania né quella -purtroppo!- di vivere in Germania, guardo il telegiornale e penso che io davanti all'emergenza-rifiuti non provo niente.
Ma proprio niente.

Non è un'emergenza. E' solo un gigantesco concorso di colpa.
Lieto di non entrarci e determinato a non volerci entrare.

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9 Comments:

Blogger Paolazzzi said...

Un appunto: i soldi non vengono solo dallo stato ma anche dalla Comunità Europea... se li sono e se ne fregati. A me invece frega abbastanza perchè bisogna pure pagare per l'emergenza provocata da gente che non ha fatto una fava per anni e alla quale per di più non faranno una fava. Siamo in Italia.

10 gennaio, 2008 14:33  
Anonymous Anonimo said...

Scusa Jon, ho appena scoperto il tuo blog che in verita' mi piacerebbe anche, ma non posso fare a meno di notare una certa vena (lo dico?) razzista. Vedi anche post precedente, con riferimento alle "orde di napoletani che vivono come zingari". Esulando dal discorso spazzatura e dalle infinite pecche dei miei concittadini, a me, che sono di Napoli, leggere i tuoi ultimi post e' dispiaciuto. Sei per caso un nostalgico del granducato?
Ciao, Lara

10 gennaio, 2008 17:12  
Blogger JonVendetta said...

Hai ragione: ho dei forti pregiudizi.
Il buon senso mi dice che non si deve fare di tutta l'erba un fascio, ovvio.
Conosco (per fare un altro esempio di categorie "a rischio" xenofobia) una splendida famiglia albanese che vive nel paese dei miei nonni. Sono persone per bene, lavorano sodo, mandano i ragazzi a scuola, si sono integrati perfettamente. Poi torno a Firenze e vedo (qui consentimi l'espressione) le orde di albanesi del tipo che frequenta le città: pugni in tasca, sigaretta accesa, birra in mano (e per terra), molesti e sempre ubriachi. E mi scatta l'istinto (invero schiettamente alfanumerico) del pregiudizio.

Stessa cosa per molte persone del sud (il bello è che mio padre è pugliese): conosco e ho conosciuto persone splendide di Catania, Palermo, Napoli, Cosenza, eccetera. Un sud variopinto, multiforme, architettonicamente interessante, pieno di ghiottonerie gastronomiche e di tradizioni da preservare. Ma è anche un sud di consuetudini, modi di fare, atteggiamenti nei confronti del prossimo e dello "stato" che non condivido e a volte non sopporto.
Un sud che, ti giuro, ho paura di visitare di persona, perché non mi sentirei sicuro.
Sono differenze culturali. C'è chi pensa siano una ricchezza, chi un pericolo. Io di partenza sarei neutrale, ma ogni volta che vedo qualcuno che calpesta sistematicamente ciò in cui credo e in cui molti si impegnano mi prende la stizza e (sbagliando) generalizzo.
Ti capisco quindi se ti sei sentita offesa da quanto ho scritto.

Rimane il fatto che se anche quelli che appiccano i roghi fossero 20 invece di duemila io Stato o io Europa non darei più una lira né al Comune di Napoli, né alla regione Campania, né manderei tantomeno l'esercito. Inquisire Bassolino&Co, mandare avvisi di garanzia a pioggia, commissariare tutti gli enti investiti da questa vergogna, costringere a lavorare chi è pagato per farlo ma non lo fa. E basta con aiuti ed aiutini che sono solo vuoti a perdere.

Nostalgico del Granducato no. Però non ti nascondo che mi sento fortunato sapendo che se mi ricoverano in ospedale ciò avviene in Toscana e non (mettiamo) in Sicilia o in Calabria.

Sulle orde dei napoletani che vivono accanto alla casa dei miei bisnonni ti posso fornire delle foto. Hai presente un accampamento rom?

10 gennaio, 2008 17:49  
Anonymous Anonimo said...

Guarda Jon,

che i toni del tuo post fossero dettati da stizza e frustrazione piuttosto che da un razzismo becero alla Calderoli, si capiva. Mi permetto pero' di approfittare del sottotitolo al tuo blog e di lanciarmi in un piccolo sfogo personale (poi se per "sfoghi personali" intendi solo i tuoi allora mi scuso, ma ormai sono qua!).

Neache io sono per il buonismo tout court, anzi.
E sono stanca, ma stanca da morire della condizione di degrado in cui versa la mia citta'. Non sopporto il lassismo e il fancazzismo dei miei concittadini, la totale indifferenza nei confronti delle regole, del comune senso civico.
Sono pero' altrettanto stufa di vivere le mie origini come un peccato originale da espiare. Sento di far parte di una maggioranza silenziosa di persone educate, rispettose e, udite udite, napoletane.

So che sull'onda dell'indignazione e' facile scivolare in toni xenofobi che normalmente non ci appartengono, ma mi sento ferita quando si fa di tutta l'erba un fascio; non siamo una massa scomposta di pecoroni incivili, cosi' come al Social Forum di Genova non eravamo tutti black blocs. Ma purtroppo e' solo il peggio che fa notizia.

Chiudo con una domanda un po' provocatoria. A pochi mesi dalla pubblicazione di Gomorra, libro di denuncia sulla camorra a Napoli, l'autore (Roberto Saviano) venne messo sotto scorta, finanziata con i soldi miei e tuoi. Altro scandalo tipico della mia citta': scrivi un libro (pagine, carta stampata, mica bombe a mano) e ti minacciano di morte. Altra assurdita' di quel far west che e' Napoli. Pero' ti prego, dimmi che in questo caso non ti pesa che la scorta di Saviano venga pagata con le tue tasse.

Lara

ps. grazie per lo spazio, avevo detto "piccolo sfogo personale" ma mi sono fatta prendere un po' la mano...

10 gennaio, 2008 23:08  
Anonymous Anonimo said...

Un' ultima cosa, che poco c' entra con quanto scritto finora: perche' c'e' la figura di un omino in sedia a rotelle accanto al codice di pubblicazione per i commenti?

10 gennaio, 2008 23:12  
Blogger JonVendetta said...

Guarda, non potevi fare esempio migliore del Forum di Genova. E confermo l'analogia citandoti il Forum di Firenze del novembre 2002: contro le profezie allarmistiche (leggi: terroristiche), isteriche e generalizzanti di una certa stronza di chiara fama, l'evento fu invece il trionfo della maggioranza silenziosa di cui parli tu.
Chi c'era non lo potrà mai scordare.
Tra l'altro fu bello, per una volta, mescolarsi anche con gente che normalmente avrei tirato sotto con la macchina abbastanza volentieri (da certi finti uomini di sinistra a certi sindacalisti, da certi anarchici agli infoiati di Gesù Bambino di Comunione e Liberazione).
Però un collante importante c'era, e tenne.

Parlavo di Saviano con degli amici proprio qualche giorno fa. Dico poco se dico che la scorta gliela dovremmo pagare tutti noi "direttamente", fosse anche solo per il coraggio che ha, alla sua età.
Spero solo (e lo spero fortemente) che non faccia la fine di tanti altri uomini coraggiosi, più o meno famosi, ai quali la scorta non è bastata.

Sarò un caso, ma aver tirato fuori la camorra ci riporta nuovamente alla spazzatura. Devo aggiungere che la camorra controlla anche quel settore?
E' un altro tassello della stizza generale: lo stato paga, la camorra incassa, la classe politica locale è inerte. Ci manca il cinematografico "il cittadino si ribella".
Il problema è forse che stato, politici e camorristi si distinguono molto, molto male.
E il cittadino non sa "come" e "a chi" ribellarsi.

Mi sono chiesto tante volte cosa farei io, se mi trovassi in ambienti così degradati, o a stretto contatto con mafia, camorra o 'ndrangheta.
Ho concluso mestamente che scapperei; vuoi per codardia, vuoi perché il mondo è effettivamente grande.
In fin dei conti si appartiene solo a se stessi, e la propria dignità è più importante del posto dove si nasce.

P.S.: Scrivi quanto e quando vuoi! Anzi, grazie per lo sfogo.
Aspetta che mi venga in mente come impostare il prossimo sproloquio su Natzinger e la legge 194 e ne avrai, di cose da scrivere...

P.S.: L'omino in sedia a rotelle lo vedo anche io quando posto un commento, ma scompare dopo una frazione di secondo (praticamente appena il browser mi "riconosce"). Non ho idea di che tipo di icona sia, visto che nel pannellino per postare non c'è traccia di comandi per diversamente abili o altro.

11 gennaio, 2008 00:22  
Blogger MakkA said...

ancora una volta mi complimento per il bel post e per le sagge risposte (che condivido pienamente).
p.s. ho preso spunto dal tuo articolo, per formalizzarne uno anch’io. Grazie per l’ispirazione.
Magari un giorno ti risarcirò i diritti in birra.

11 gennaio, 2008 09:25  
Anonymous Anonimo said...

l'omino sulla seggiola serve a leggere i caratteri per inserire il post..

12 gennaio, 2008 17:05  
Blogger JonVendetta said...

Grazie Makka.
Faccio un salto appena stacco dalla grafica del Combo.

16 gennaio, 2008 02:09  

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