La morte del calcio
Uno a uno contro tre. Lasciamo stare le espulsioni (tutte giuste). Negli USA i giocatori degni di questo nome sono tre: Keller (portiere calvo da cui presumo derivi l'espressione "Keller Platz"), Donovan (che già mi stava sulle corna come cantante) ed un altro che non ricordo già più.
I nostri prezzolati campioncini, scesi in campo con la superbia di chi vince per forza, perché vale di più sul mercato, hanno fatto tanto e tutto male. Dal balilla Buffon al gobbo che parla con gli uccelli, la maggior parte di loro non ha dimostrato niente di più di un calcio poco lucido ed atleticamente inaccettabile. Non accettabile per quel che vale in moneta sonante.
"Gli USA sono cresciuti dal 1990", diranno i soliti buonisti filo-azzurri a priori. E allora? L'unica recriminazione da fare sugli yankees dopo quanto visto è che ancora non hanno capito cosa sia un fuorigioco, perché per il resto il pareggio l'hanno ampiamente meritato e non per essere "cresciuti", quanto perché siamo delle fighette snob noi. Anche l'arbitro forse un bel ripassino sul fuorigioco potrebbe farlo, ma due-considerazioni-due non traggono la nazionale fuori dall'imbarazzo.
Premio fairplay a De Rossi, che già quella maglia non si sa come l'abbia avuta. Ci ha deliziato con uno dei pezzi forti del suo repertorio: un gomito in faccia all'avversario, a due metri dal direttore di gara.
Se non abbiamo fatto la figura della Serbia contro l'Argentina è solo perché davanti avevamo dei bambocci cresciuti ad hamburger e patatine. Allenati dal sosia del Dr. Giggles, non sono altro che onesti pedatori con tanta forza di volontà e tre talentini.
Schillaci, dove sei quando c'è bisogno di te? Con dieci Gattuso ed un Totò forse al 2-1 ci si arrivava. E si passava il turno con meno vergogna per essere i soliti viziati t(r)uffatori.
6 Comments:
shame shame shaaaaaaameeeee
we could have done betterrrrrrrrr
shame shame shameeeeeeeeeee
uid de pauer ov de magic suord encianted by de uizard in de flames of de blad ov de oli dregon e anche il potere del sole
vinceremmo?
immaginavo.
Vabbè...dai almeno c'era un ottima salsina sleazy!
www.bloggers.it/SonicSpeak
Forse abbiamo sbagliato sottofondo musicale.
Alla prossima proviamo coi Lion.
Ciao Jon,
possiamo chiederti cosa pensi dell'ultimo libro di King? Lo sapevi che "il genio del Maine" utilizza idee rubate allo scrittore sfigato di turno? Ovvero, la sua casa editrice americana gli fa leggere i romanzi scartati e lui li rielabora in modo da non andare incontro a denunce legate al copyright (ci risulta che soltanto i primi sette/otto romanzi siano completamente frutto della sua fantasia). Niente male, considerando il conto in banca del suddetto genio. Noi non l'abbiamo letto, sia per principio sia perchè troviamo il suo modo di scrivere elementare e noioso. E tu?
Dunque: io detesto King.
Taglio corto perché l'ho sempre reputato un gigione sopravvalutato: prolisso, superficiale, elementare (cito l'aggettivo usato da voi perché penso riassuma benissimo il suo stile), banale nelle soluzioni e nelle atmosfere.
Ma avendo un debole per certi temi sci-fi (piaghe, epidemie, apocalissi di vario genere) è fisiologico che mi ritrovi a leggere Matheson, Herbert, Ballard, London, Page, Lupoff ed altri o a vedere Romero. Proprio questo mi ha attirato in "Cell" (vedi post).
Che poi il signor King non abbia tanta farina nel suo sacco è possibilissimo, come è prassi (credo dappertutto, e soprattutto nell'editoria "USA e getta"...) quella del riciclaggio dei copioni "anonimi" scartati.
Attenendomi a "Cell", chiunque l'abbia scritto ha fatto un lavoro discreto (per gli standard di chi scrive centinaia di pagine su un cane con la rabbia che abbaia ad un'auto). Una nota di demerito invece all'edizione italiana: alcuni errori di stampa non tollerabili e qualche scelta traduttiva infelice (l'avverbio "sperabilmente" non sta né in cielo né in terra nel 2006... lo immagino goffa traduzione di "hopefully").
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