BASTA TEOCRAZIA: fuori Dio dallo Stato e dalla Pubblica Istruzione!
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02 marzo 2006

Ancora film, visti o rivisti

Pianeta terra: anno zero
Bell'apocalittico nipponico targato 1973. Purtroppo la tipica qualità medio-bassa delle versioni Mondo Entertainment: niente lingua originale e pellicola molto rovinata. In questo caso però il tocco "vintage" dei salti audio quasi rende la visione più familiare, casereccia. Inevitabili le risate quando i salti avvengono in punti che sembrano scelti volontariamente. Esemplare una delle scene finali, intrise di pathos, con dei sopravvissuti che trovano tra le macerie lo scienziato buono e lo supplicano di scappare con loro. Lui fa il classico pistolotto sul capitano che affonda con la nave, perché... perché... "Non capite? Dai miei ultimi studi ho scoperto che LA TERRA HA SOLO *PZZZ* MESI DI VITA!"... Centoquaranta minuti di film e alla fine non sai neppure quanti mesi rimangono all'olocausto. Disdetta.
La macchina nera
Prevedibile, inconsistente, piatto. Una macchina nera rompe le scatole alla gente. Impossibile fermarla. Poi viene fermata. Avvincente, nevvero? Serie B a stelle e strisce.
Il villaggio dei dannati
L'originale. Tripudio di bimbi ariani venuti dallo spazio. Inquietante, moderno e, soprattutto, bello. Con o senza seconde letture socio-politiche. Degna conclusione del bel ciclo di fantascienza anni '50, svoltosi recentemente a San Casciano.
The curse - La maledizione
Esercizio di stile tra videoclip rumoroso e non so cos'altro, visto che ho già dimenticato TUTTO. Anzi no, ricordo la breve comparsata dello zio Lemmy: una scena onirica e ben girata, ma non sufficiente a dare peso all'opera. L'audio insopportabilmente alto negli intermezzi musicali è forse l'altro dato da segnalare per questo horror giovanilistico e tutto sommato superfluo.
L'isola
Capolavoro coreano sul sadomasochismo inconscio dei rapporti umani: amore come possesso e totale annullamento del sé, schiavismo e sindrome di Stoccolma. Intenso, allegorico, visivamente eccellente e dal finale enigmatico. Se non siete avvezzi all'oriente, occhio: qui niente pop-corn. Chiudere quindi la bocca e aprire occhi e cuore.
Hostel
Per chi invece ama i pop-corn vanno bene i primi trenta minuti di "Hostel", che mi hanno fatto letteralmente incazzare: solito trito manipolo di ragazzotti deficienti, in giro per l'Europa a farsi canne, scopare tutto quello che si muove e sfoggiare un vocabolario che definire colorito è puro eufemismo. Scontatissimo preludio alla macelleria del caso. Tipico incipit da slasher movie di vecchia scuola, o da recenti remake ed omaggi al genere ("Wrong turn", "Cabin fever", l'ennesimo "Non aprite quella porta"). Mi sento sempre un reazionario (e questo mi fa stare male), perché in queste situazioni arrivo ad odiare così tanto i protagonisti che vorrei gambizzarli io stesso dopo dieci minuti, senza aspettare il redneck deforme di turno. Fatto sta che alla fine, al contrario di mezze bufale come "Cabin fever", qui si fa sul serio: inizia la carneficina e nella migliore tradizione splatter, senza morali né remore. Mi dimentico da che parte sto e mi godo finalmente la restante ora di pura, claustrofobica, incontaminata tortura. Tutta carne di prima scelta che non credevo di poter più trovare al cinema. In una parola: andate! Anche se la prima scritta che compare è "Quentin Tarantino presenta". Fregatevene: di innocui citazionismi Tarantiniani per teenager qui non c'è PROPRIO traccia, se Satana vuole.

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8 Comments:

Blogger JonVendetta said...

Dove, di grazia?

02 marzo, 2006 14:54  
Blogger JonVendetta said...

Intendo "dove hai visto la mano di Tarantino"? Montaggio, ritmo, inquadrature, luci, dialoghi, musiche, scenografie...
Te lo chiedo perché io non ci ho trovato nulla di Tarantiniano.

02 marzo, 2006 15:04  
Blogger JonVendetta said...

Allora abbiamo gusti diversi. Io avrei appunto accorciato l'inizio di almeno venti minuti, tagliando gli sproloqui adolescenziali. Sul "purtroppo" (sempre per gusti personali) mi trovo dalla parte opposta. Ne ho abbastanza di episodi slegati con ex-attori, qualche parolaccia e musichette surf: colpiscono la prima volta ma si esauriscono lì.
Preferisco, almeno per pellicole di questo genere, la bassa (o alta) macelleria di scuola Fulci e Hooper. Dimenticavo un altro pregio del film: zero computer.

02 marzo, 2006 15:33  
Anonymous Anonimo said...

A proposito del film, presto ti passerò la mia recensione. Chiaramente non è stata pubblicata in ambienti politicamente corretti... Comunque Hostel oltre che sovversivo, è veramente di cattivo gusto.

=S=

03 marzo, 2006 12:51  
Blogger JonVendetta said...

Attendo fiducioso!

03 marzo, 2006 13:37  
Anonymous Anonimo said...

E' normale che io non abbia visto nessuno dei film che hai citato?

04 marzo, 2006 16:13  
Blogger JonVendetta said...

Per "Il Villagio Dei Dannati" può essere una lacuna grave. Per il resto dipende dai gusti: non biasimerei nessuno per essersi perso "La Macchina Nera". Più tanti altri sopravvalutati filmetti che invece tutti hanno visto ("Il Silenzio Degli Innocenti", ad esempio: si potrebbe usare negli ospizi per far addormentare i vecchietti).

04 marzo, 2006 18:03  
Anonymous Anonimo said...

Allora sarà una lacuna che dovrò colmare :)

05 marzo, 2006 21:33  

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