ELECTRIC FLUID - "Back To The Past" (Demo, 2003)
Attivi dall’ottobre del 2000, dopo iniziali rimaneggiamenti di formazione e un demo dal titolo “N.W.O.I.H.M.”, i fiorentini ELECTRIC FLUID giungono alla realizzazione dell’attuale demo “Back To The Past”. Il CD presenta quattro tracce in studio e due brani catturati dal vivo al Cencio’s di Prato.
I mezzi artigianali impiegati nell’autoproduzione non limitano troppo il potenziale del gruppo, devoto agli eighties e a un certo approccio british, molto lineare e sincero. Consci del fatto che negli ‘80 non tutto era oro, ma che urge un ritorno a un certo “animo” nel fare metal, tipico dell’epoca, ben venga l’attitudine retrò della band, tra disincanto e devozione. E già dal titolo direi che ci siamo…
“Strange Euphoria” apre le danze con un buon attacco all’inglese, riffing primissimi MAIDEN e basso molto presente. Si capisce subito che siamo, musicalmente parlando, tra JUDAS, IRON e qualche sprazzo di thrash primigenio (non mancano stacchi strumentale alla FLOTSAM & JETSAM del debutto, su cui le asce di Damiano e David scodellano il classico solo duellante), quello della prima ondata, ancora debitore del rifferama più tipicamente heavy. La voce, pulita e tesa, si lancia sul ritmo serrato, non dimenticando una certa epicità. Non raggiunge vette impressionanti e si avverte quando sta per toccare il limite, ma non c’è male. La timbrica ricorda, per rimanere nell’underground fiorentino, Niki dei vecchi PORK CHOP EXPRESS del demo “Dirty Cliches” (ora Shakedowns e virati al rock alla Johnny Thunders e alla scuola rock scandinava di Hellacopters e Turbonegro), più metallica e appropriata.
“Looking For Another Fate” è più articolata, tra sprazzi melodici e cavalcate ben sostenute dalla batteria di Gabriele e dalla linea di basso di David. La struttura è buona, ma si perde un po’ la forma-canzone nei cinque minuti di durata e senza un ritornello ficcante.
“Nothing More In The Air” ha un inizio soffuso, tra arpeggio pulito, voce sommessa e piatti un po’ troppo in evidenza. I cori non sono impeccabili, ma al decollo vero e proprio del brano le cose migliorano e si fa largo un certo tiro. La classica cavalcata, con qualche intuizione ritmica nella parte centrale (la famosa marcetta, sempre efficace e utile a lanciare l’assolo botta-e-risposta). Stranamente la canzone sfuma abbastanza bruscamente.
Non mi piace l’attacco di “Far Away From Here”, con la voce che si risponde da sola in overdubbing (un espediente che non trovo bello neppure nei dischi dei MANOWAR, “Wheels Of Fire” esclusa…) e un’altra struttura che non mette bene a fuoco le -diverse- qualità della band. Però anche qui mi sento di dire che c’è qualcosa di non trasponibile su pentagramma, bello e credibile, che solleva le quotazioni e fa ben sperare per il futuro: l’attitudine (concetto molto punk, o più genericamente underground, personalissimo ma innegabile).
La porzione finale ospita le due prestazioni live: “The Antichrist” degli SLAYER (“Show No Mercy”) e “Diamonds And Rust” (già coverizzata dai PRIEST). Musicalmente la prima è abbastanza fedele all’originale; la voce è forse poco adatta, ma la grinta è giusta e modo di smussare gli angoli c’è sempre. Anche “Diamonds” non è male, e ribadisce stessi pregi e limiti della precedente. Se tecnicamente il lavoro vocale è suscettible di forti migliorie, l’interpretazione è tuttavia molto sentita.
I testi non sono inclusi nel demo; doveroso quindi menzionare la chiave di lettura di alcuni pezzi per bocca degli stessi Fluid: “Strange Euphoria parla del ritorno del metal che in sella alla sua motocicletta torna per spaccare il culo e distruggere tutta la merda che c'è oggi in giro” (parole loro!). A Joey De Maio fischieranno le orecchie…
In sintesi.
Lati positivi: ottima attitudine, una passione di fondo tangibile, ottima scuola di riferimento (piuttosto che scopiazzare il “powerino” di maniera che va oggigiorno i nostri scelgono la via più tortuosa e meno facilona della vecchia N.W.O.B.H.M.), giovane età e di conseguenza ampi margini di miglioramento, una sezione ritmica che crescendo insieme può fare ottime cose.
Lati parzialmente negativi: un po’ di ingenuità e qualche spigolo negli arrangiamenti, passaggi da affinare tecnicamente, voce non sempre puntuale quando si sale, personalità ancora da sviluppare. “Parzialmente” vuol dire proprio questo: niente che con pratica, pazienza e dedizione non si possa migliorare. E sono sicuro che le intenzioni qui ci siano; in caso contrario le stesse ispirazioni musicali dei nostri sarebbero state tutt’altre, e di opposto spessore artistico (StratoTritieRitriti e HammerCafoni per dirne due, più scimmiottatori al seguito).
Piccoli appunti di viaggio, sempre utili per la sede live: ragazzi, si legge “prìst” (non “pràiest”) e “Diamonds And Rust” ad esser sinceri l’avrebbe scritta Joan Baez (meglio quindi non annunciarla come “un pezzo dei Judas Priest”). Niente di che, ma almeno nessuno ha poi da ridire ai concerti, no?
In ogni caso, discreto lavoro e grande curiosità di vederli dal vivo. Avanti così!
Per contattarli: http://efhm.firenze.net/ e efhm@firenze.net.
I mezzi artigianali impiegati nell’autoproduzione non limitano troppo il potenziale del gruppo, devoto agli eighties e a un certo approccio british, molto lineare e sincero. Consci del fatto che negli ‘80 non tutto era oro, ma che urge un ritorno a un certo “animo” nel fare metal, tipico dell’epoca, ben venga l’attitudine retrò della band, tra disincanto e devozione. E già dal titolo direi che ci siamo…
“Strange Euphoria” apre le danze con un buon attacco all’inglese, riffing primissimi MAIDEN e basso molto presente. Si capisce subito che siamo, musicalmente parlando, tra JUDAS, IRON e qualche sprazzo di thrash primigenio (non mancano stacchi strumentale alla FLOTSAM & JETSAM del debutto, su cui le asce di Damiano e David scodellano il classico solo duellante), quello della prima ondata, ancora debitore del rifferama più tipicamente heavy. La voce, pulita e tesa, si lancia sul ritmo serrato, non dimenticando una certa epicità. Non raggiunge vette impressionanti e si avverte quando sta per toccare il limite, ma non c’è male. La timbrica ricorda, per rimanere nell’underground fiorentino, Niki dei vecchi PORK CHOP EXPRESS del demo “Dirty Cliches” (ora Shakedowns e virati al rock alla Johnny Thunders e alla scuola rock scandinava di Hellacopters e Turbonegro), più metallica e appropriata.
“Looking For Another Fate” è più articolata, tra sprazzi melodici e cavalcate ben sostenute dalla batteria di Gabriele e dalla linea di basso di David. La struttura è buona, ma si perde un po’ la forma-canzone nei cinque minuti di durata e senza un ritornello ficcante.
“Nothing More In The Air” ha un inizio soffuso, tra arpeggio pulito, voce sommessa e piatti un po’ troppo in evidenza. I cori non sono impeccabili, ma al decollo vero e proprio del brano le cose migliorano e si fa largo un certo tiro. La classica cavalcata, con qualche intuizione ritmica nella parte centrale (la famosa marcetta, sempre efficace e utile a lanciare l’assolo botta-e-risposta). Stranamente la canzone sfuma abbastanza bruscamente.
Non mi piace l’attacco di “Far Away From Here”, con la voce che si risponde da sola in overdubbing (un espediente che non trovo bello neppure nei dischi dei MANOWAR, “Wheels Of Fire” esclusa…) e un’altra struttura che non mette bene a fuoco le -diverse- qualità della band. Però anche qui mi sento di dire che c’è qualcosa di non trasponibile su pentagramma, bello e credibile, che solleva le quotazioni e fa ben sperare per il futuro: l’attitudine (concetto molto punk, o più genericamente underground, personalissimo ma innegabile).
La porzione finale ospita le due prestazioni live: “The Antichrist” degli SLAYER (“Show No Mercy”) e “Diamonds And Rust” (già coverizzata dai PRIEST). Musicalmente la prima è abbastanza fedele all’originale; la voce è forse poco adatta, ma la grinta è giusta e modo di smussare gli angoli c’è sempre. Anche “Diamonds” non è male, e ribadisce stessi pregi e limiti della precedente. Se tecnicamente il lavoro vocale è suscettible di forti migliorie, l’interpretazione è tuttavia molto sentita.
I testi non sono inclusi nel demo; doveroso quindi menzionare la chiave di lettura di alcuni pezzi per bocca degli stessi Fluid: “Strange Euphoria parla del ritorno del metal che in sella alla sua motocicletta torna per spaccare il culo e distruggere tutta la merda che c'è oggi in giro” (parole loro!). A Joey De Maio fischieranno le orecchie…
In sintesi.
Lati positivi: ottima attitudine, una passione di fondo tangibile, ottima scuola di riferimento (piuttosto che scopiazzare il “powerino” di maniera che va oggigiorno i nostri scelgono la via più tortuosa e meno facilona della vecchia N.W.O.B.H.M.), giovane età e di conseguenza ampi margini di miglioramento, una sezione ritmica che crescendo insieme può fare ottime cose.
Lati parzialmente negativi: un po’ di ingenuità e qualche spigolo negli arrangiamenti, passaggi da affinare tecnicamente, voce non sempre puntuale quando si sale, personalità ancora da sviluppare. “Parzialmente” vuol dire proprio questo: niente che con pratica, pazienza e dedizione non si possa migliorare. E sono sicuro che le intenzioni qui ci siano; in caso contrario le stesse ispirazioni musicali dei nostri sarebbero state tutt’altre, e di opposto spessore artistico (StratoTritieRitriti e HammerCafoni per dirne due, più scimmiottatori al seguito).
Piccoli appunti di viaggio, sempre utili per la sede live: ragazzi, si legge “prìst” (non “pràiest”) e “Diamonds And Rust” ad esser sinceri l’avrebbe scritta Joan Baez (meglio quindi non annunciarla come “un pezzo dei Judas Priest”). Niente di che, ma almeno nessuno ha poi da ridire ai concerti, no?
In ogni caso, discreto lavoro e grande curiosità di vederli dal vivo. Avanti così!
Per contattarli: http://efhm.firenze.net/ e efhm@firenze.net.
Etichette: Archivio Hammerblow, giornalismo, metal
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