CENTURIONS GHOST - "Centurions Ghost" (Demo, 2003)
E’ con grande piacere che propongo (a chi sia ancora interessato ad un certo tipo di metallo) il primo demo degli inglesi CENTURIONS GHOST in sede di recensione. Nell’intervista rilasciata ad Hammerblow da JAMES e DAN 138 (voce e ascia) troverete molte informazioni e anche qualche curiosità sulla personalità della band e dei suoi singoli componenti, per cui concentriamoci esclusivamente sull’offerta musicale contenuta nel loro mini CD omonimo.
Tre tracce non sono molte per inquadrare un gruppo, ma se il materiale è buono fa sempre ben sperare. Giusta quindi a mio avviso la scelta di omettere la quarta traccia, registrata ma ritenuta ancora “non perfettamente” rappresentativa dello stile del gruppo. Onestamente, quante band nostrane, pur di mettere carne al fuoco, non esitano a riempire di “intro”, “outro” e “mezz-tro” dischi altrimenti fiacchi o inconsistenti? Tantovale farsi un esamino di coscienza e fare come i CG, allora: non peccare di presunzione e lavorare solo su materiale degno di essere ascoltato.
Il genere proposto nel demo è un metal decisamente old fashioned, cupo ed incazzato. Non si sfocia mai nel thrash, né per velocità né tantomeno per efferatezze vocali. Il songwriting è sempre muscolare e senza fronzoli, puntando all’impatto essenziale e al suono crudo, tanto da ricordare da una parte la fisicità e la grinta dei primi METAL CHURCH, e dall’altra la cappa doom di CATHEDRAL e altri discepoli metallici del verbo Sabbathiano. Se nell’intervista ho citato gli OMEN come riferimento è più per l’approccio “maschio” e lineare alla costruzione delle song che per una vera similitudine musicale. Per intenderci, avrei potuto dire anche HALLOWS EVE, se avessi voluto rendere la stessa idea partendo da un gruppo thrash.
La registrazione è abbastanza nitida da valorizzare tutti gli strumenti; la produzione asciutta e molto live permette di gustare appieno la ruvida scorza 80’s dei brani.
L’opener “Ancient Rites” è il brano più movimentato del lotto. Ciononostante filtra subito la personalità ombrosa del combo, che anche dal vivo ama proporre pezzi più tirati di quelli presenti nel demo. Tra BLACK SABBATH (soprattutto lo stacco centrale) e certa NWOBHM più “funebre”. Buona la fisionomia del brano, un po’ meno il refrain, che non mi convince del tutto. In dimensione live risulta decisamente più trascinante. Veramente non male l’assolo con wah-wah, dal vago sapore TROUBLE (quelli più sulfurei dei primi tre dischi).
Campane sinistre e mortifere ci introducono alla seconda traccia, “Misery Serenade”, vero macigno doom! Zolfo puro, melmoso e rallentato allo sfinimento (tra “Skullkrusher” dei gloriosi OVERKILL e certi momenti mefitici cari ai CANDLEMASS di “Epicus Doomicus Metallicus”). Un monumento contrito alla sofferenza, con le vocals di James declamatorie ed aspre. Essenziale e sofferto l’assolo, su un tappeto raggelante e melmoso, seguito da una ripartenza virulenta e pompata dal basso corposo e roboante di Rich. Anche questo pezzo, suonato dal vivo, faceva veramente paura!
“From Hallowed Ground They Came” chiude brillantemente questo debutto. Mi riporta alla mente molti mid-tempos della prima ondata thrash: sempre macilenta, dall’incedere marziale ed epico, e comunque plumbea e metallica nel senso più ottusamente (e magnificamente) stretto. Buona ancora la visibilità del basso, arma importante in contesti oscuri come questi. Grande atmosfera e brillante assolo in crescendo, sempre e comunque sintetico ma bene inserito nel contesto.
L’aspetto più significativo di una prova come questo CD è che si può suonare doom senza annoiare (o perdere in dinamicità) esattamente come si può suonare puro e semplice metal senza ricorrere a trucchini da baraccone (che lascio stra-volentieri a maghi, cacciatori di draghi ed elfi in cerca di fittizia notorietà).
Un’ottima prova di onestà e sincerità musicale, nonché di attitudine. E visto che loro se lo scrivono pure sulle magliette, e garantisco che ci credono per davvero, gloria al loro “PURE FUCKIN’ METAL”!
Promossi a pieni voti, per chi non l’avesse capito. Già che ci siete, andatevi a leggere l’intervista, visto che i nostri sono anche dei personaggini tutti da scoprire, diciamo dei buontemponi!
PS.: James, in diciotto anni di onorata carriera metal, è l’unico al mondo che mi ha preso sul serio (dandomi pure ragione) quando, discutendo di anni ’80 dopo il concerto, gli ho confidato che secondo me in ogni true metaller che si rispetti si nasconde un poseur cotonato! Poi la conversazione si è spostata su “Shout At The Devil” e “Slippery When Wet”… Sarà perché entrambi siamo arrivati alla trentina e, si sa, la demenza senile colpisce sempre prima di quando te l’aspetti?
Tre tracce non sono molte per inquadrare un gruppo, ma se il materiale è buono fa sempre ben sperare. Giusta quindi a mio avviso la scelta di omettere la quarta traccia, registrata ma ritenuta ancora “non perfettamente” rappresentativa dello stile del gruppo. Onestamente, quante band nostrane, pur di mettere carne al fuoco, non esitano a riempire di “intro”, “outro” e “mezz-tro” dischi altrimenti fiacchi o inconsistenti? Tantovale farsi un esamino di coscienza e fare come i CG, allora: non peccare di presunzione e lavorare solo su materiale degno di essere ascoltato.
Il genere proposto nel demo è un metal decisamente old fashioned, cupo ed incazzato. Non si sfocia mai nel thrash, né per velocità né tantomeno per efferatezze vocali. Il songwriting è sempre muscolare e senza fronzoli, puntando all’impatto essenziale e al suono crudo, tanto da ricordare da una parte la fisicità e la grinta dei primi METAL CHURCH, e dall’altra la cappa doom di CATHEDRAL e altri discepoli metallici del verbo Sabbathiano. Se nell’intervista ho citato gli OMEN come riferimento è più per l’approccio “maschio” e lineare alla costruzione delle song che per una vera similitudine musicale. Per intenderci, avrei potuto dire anche HALLOWS EVE, se avessi voluto rendere la stessa idea partendo da un gruppo thrash.
La registrazione è abbastanza nitida da valorizzare tutti gli strumenti; la produzione asciutta e molto live permette di gustare appieno la ruvida scorza 80’s dei brani.
L’opener “Ancient Rites” è il brano più movimentato del lotto. Ciononostante filtra subito la personalità ombrosa del combo, che anche dal vivo ama proporre pezzi più tirati di quelli presenti nel demo. Tra BLACK SABBATH (soprattutto lo stacco centrale) e certa NWOBHM più “funebre”. Buona la fisionomia del brano, un po’ meno il refrain, che non mi convince del tutto. In dimensione live risulta decisamente più trascinante. Veramente non male l’assolo con wah-wah, dal vago sapore TROUBLE (quelli più sulfurei dei primi tre dischi).
Campane sinistre e mortifere ci introducono alla seconda traccia, “Misery Serenade”, vero macigno doom! Zolfo puro, melmoso e rallentato allo sfinimento (tra “Skullkrusher” dei gloriosi OVERKILL e certi momenti mefitici cari ai CANDLEMASS di “Epicus Doomicus Metallicus”). Un monumento contrito alla sofferenza, con le vocals di James declamatorie ed aspre. Essenziale e sofferto l’assolo, su un tappeto raggelante e melmoso, seguito da una ripartenza virulenta e pompata dal basso corposo e roboante di Rich. Anche questo pezzo, suonato dal vivo, faceva veramente paura!
“From Hallowed Ground They Came” chiude brillantemente questo debutto. Mi riporta alla mente molti mid-tempos della prima ondata thrash: sempre macilenta, dall’incedere marziale ed epico, e comunque plumbea e metallica nel senso più ottusamente (e magnificamente) stretto. Buona ancora la visibilità del basso, arma importante in contesti oscuri come questi. Grande atmosfera e brillante assolo in crescendo, sempre e comunque sintetico ma bene inserito nel contesto.
L’aspetto più significativo di una prova come questo CD è che si può suonare doom senza annoiare (o perdere in dinamicità) esattamente come si può suonare puro e semplice metal senza ricorrere a trucchini da baraccone (che lascio stra-volentieri a maghi, cacciatori di draghi ed elfi in cerca di fittizia notorietà).
Un’ottima prova di onestà e sincerità musicale, nonché di attitudine. E visto che loro se lo scrivono pure sulle magliette, e garantisco che ci credono per davvero, gloria al loro “PURE FUCKIN’ METAL”!
Promossi a pieni voti, per chi non l’avesse capito. Già che ci siete, andatevi a leggere l’intervista, visto che i nostri sono anche dei personaggini tutti da scoprire, diciamo dei buontemponi!
PS.: James, in diciotto anni di onorata carriera metal, è l’unico al mondo che mi ha preso sul serio (dandomi pure ragione) quando, discutendo di anni ’80 dopo il concerto, gli ho confidato che secondo me in ogni true metaller che si rispetti si nasconde un poseur cotonato! Poi la conversazione si è spostata su “Shout At The Devil” e “Slippery When Wet”… Sarà perché entrambi siamo arrivati alla trentina e, si sa, la demenza senile colpisce sempre prima di quando te l’aspetti?
Per contattarli: http://www.centurionsghost.com e demonsgate777@yahoo.co.uk.
Etichette: Archivio Hammerblow, giornalismo, metal
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