La Terra Dei Morti Viventi
Pollice in alto. Come da aspettative il buon Romero ha colpito ancora. Se ne è strafregato degli zombie "moderni", velocissimi e dalla regia impazzita (che più che paura fa spesso venire il mal di testa) e riparte da dove era rimasto con i "suoi" morti.
Oddio, alcune perplessità le ho dopo aver visto il film. Come sempre. Francesco mi chiama "il gatto che odiava gli uomini", riferendosi al fatto che non mi piace mai nulla e paragonandomi a un cartone di Tex Avery. Il bello è che sono d'accordo con lui...
Comunque, facciamo gli elenchini, così io mi diverto e voi avete qualcosa da leggere mentre bevete il vostro succo ACE.
Lavagna dei (particolari) buoni e cattivi:
- BUONI
- Mi è piaciuto aver ribadito l'elemento del ricordo ipnotico che mostra tutto il contrasto catarsi/compulsione della moderna società consumistica. Lo shopping in "Zombi", qui i fuochi d'artificio (futile divertimento per bambini? Inattese luci nelle tenebre? Allusione alla guerra? Qualunque sia la lettura, i morti stanno a naso in su e cadono in catalessi).
- Citazioni/omaggi a pellicole del passato. Su tutte direi "L'occhio nel triangolo" (le teste degli zombie che emergono dall'acqua una ad una) e "Horror in Bowery Street" (anfibi che contengono gambe masticate...)
- Dirty touch 100% Romero, che non perde l'occasione per NON dimostrarsi leccaculo come certi suoi compatrioti. Vedasi frase a effetto dello spietato e dittatoriale Dennis Hopper, che dalla sua torre d'avorio spadroneggia su vivi (asserviti o ostracizzati) e morti (schiavizzati per diletto) sentenzia: "Non accetto ricatti dai terroristi."... E infatti schiatta! I patriottismi e le ipocrisie politically correct viste e sentite pochi giorni fa nella "Guerra dei mondi" sono stati scongiurati! Grazie Giorgino. ...Romero, s'intende. Perché, a quale George pensavate? ;-)
- Asia Argento. Purtroppo non muore dilaniata dagli antropofagi come il pubblico in sala vorrebbe, ma almeno non fa la figura di Valeria Golino in "Fuga da Los Angeles". Di più PROPRIO non le si può chiedere.
- Se remake e film affini avevano recentemente riletto quanto fatto da Romero, il maestro ha ripreso il bandolo della SUA matassa e l'ha svolta ulteriormente. Ha creato un mondo dai ruoli ribaltati, in cui sono gli umani a disgustare per inutili barbarie e cieco egoismo. I morti fanno quasi tenerezza e... (vedere oltre)
- ...E giunge a puntino l'erede di Bub (il morto "ammaestrato" del "Giorno degli zombi"): il leader nero degli zombie. Dall'intelligenza individuale (residuale) del primo qui si arriva a tratteggiare una vera coscienza collettiva, sociale, dei morti. Che non faticano, appena trovato un capo, a risalire lentamente la scala evoluzionistica abbandonando il ciondolante comportamentismo dei loro predecessori. Il loro leader è nero, come lo fu il protagonista, ucciso per errore (fu davvero un errore?) alla fine del primo indimenticabile "La notte dei morti viventi". Ed è una figura, accennava Francesco, affine a quella di Mosè, che guida la sua gente verso la libertà attraverso le acque. Interessante.
- L'abbigliamento degli zombie è come sempre ironico. In passato abbiamo visto hare krishna, cuochi, giocatori di football, spose; anche qui qualcosa fa la sua figura.
- Un simpatico cameo di Tom Savini in veste di zombie.
- Last but not least: il sempre più antipatico Dennis Hopper che (GIURO) si scaccola in uno smagliante 16/9! Una scena da "antoniologia", direbbe Guzzanti in veste Ghezziana.
- CATTIVI
- Sensazione che i molti personaggi siano effettivamente "troppi" per uno zombie movie. Si fa fatica a inquadrare che peso abbiano alcuni ai fini della trama. Senso conseguente di sfilacciamento nel seguire l'azione.
- Le diverse location, in contrapposizione con le ben più ristrette e definite aree del passato (catapecchia, centro commerciale, bunker) tolgono quella pesantissima cappa di claustrofobia che aveva reso magici i tre flm precedenti.
- Livello di gore più basso del solito. Difficile, nonostante i venti anni trascorsi, eguagliare l'ultimo lavoro, ma forse si poteva (s)premere di più il tasto del sanguinaccio.
- Un paio di cadute di tono. Il tizio che esplode sulla sua stessa bomba a mano fa sorridere, ma stona.
- Il ritmo tarda a salire e il primo tempo non si conclude con quel senso di ansia in cui speravo.
- La colonna sonora indugia in inutili chitarre metal (quando finirà? E ve lo chiede un metallaro), quando recuperare un concetto di "colonna sonora" più anni '70 avrebbe magari giovato maggiormente.
Io non l'ho trovato affatto brutto. E voi?
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10 Comments:
Uè, poi ieri sera sono riuscita anch'io ad andarlo a vedere... Dopo la pizza ho *insistitoinsistitoinsistito* e alla fine ho convinto il mio amico ad andare a vederlo al Vis (visto che non eravamo lontani).
Allora...... che dire..... bellissimo!! E ti dirò di più: AAAAARGH! Vendetta!!!! Tu mi deludi!!! Nella tua analisi hai tralasciato un sacco di punti!!!! ;o)
La cosa che più mi ha colpito è che dietro al classico splatterone horror col morto che banchetta con budella e dita mozze manco fossero patatine fritte, c'è tutta una simbologia fortemente antiamericana che segue il film passo per passo. Non c'hai fatto caso che lo zombie che guida la *rivolta* (giustamente nero, fra l'altro) prende le armi dai *soldati buoni*, da loro impara ad usarle per poi puntargliele contro e seminare il terrore? Un po' come quelle popolazioni sfruttate, armate e addestrate dal governo americano che ora si sono incazzate e gli stanno mordendo il culo.... e molto carino è il marines difensore della patria che salta in aria sulla sua stessa bomba. Farà sorridere, ma è un gran bel simbolo! ;o)
Bello il fatto che il *tipo che si scaccola in 16/9* vive in una torre che guarda caso ricorda tanto una delle torri gemelle, sguazzando in una finta gabbia dorata (c'ha pure la gabbia con i finti uccellini!) mentre fuori la maggior parte della gente *vera* vive in un ghetto senza avere soldi neanche per comprarsi gli antibiotici per curarsi l'influenza. Altrettanto carino il fatto che lo stesso filo spinato ed elettrificato, che lo avrebbe dovuto difendere dal *terrore* esterno che lui stesso aveva creato, diventa all'improvviso una trappola che lo condanna a morte.
La faccenda dei fuochi d'artificio poi è in assoluto geniale. Ricordi quando i primi esploratori (che io più che altro chiamerei invasori) approdarono in America e ingannarono i nativi con specchietti, pietruzze che non valevano un accidente ed altre bischerate del genere, offerte in cambio dei loro tesori, delle loro terre e, alla fine, della loro libertà, accettate dai nativi nella loro ingenua ignoranza (nel senso di mancanza di conoscenza)? E poi non importa neanche andare tanto lontano con la memoria, basta guardarsi intorno, la storia è sempre quella... Offri specchietti luccicanti al popolo ignorante e gli sembrerà che tu gli abbia offerto un tesoro. Gli zombie se ne stavano immobili come vegetali a guardare i fuochi d'artificio... e la maggior parte di noi se ne sta come un vegetale davanti alla tv a bersi come un beota quello che i mass media gli vendono per buono. Però se un giorno la gente si svegliasse e prendesse coscienza delle stronzate che gli vengono propinate (e soprattutto negli States sono dei maghi in questo), allora sarebbero dolori per uno stato che pensava di essere riuscito ad ammaestrare una popolazione di morti viventi.
Ho trovato bello anche il finale, dove anche ai poveri zombie (fra l'altro pure simpatici! Lo zombie macellaio che andava a giro con il camice e la mannaia era troppo bellino!) *seminatori di terrore* viene riconosciuto il diritto di avere una terra dove vivere in pace... Che prima o poi anche il governo americano e i suoi alleati si decidano a fare lo stesso e a lasciare gli altri liberi di vivere in pace e come gli pare nella LORO terra?
Bello andare a vedere un semplice film horror e ritrovarsi a usare il cervello e pensare, eh? :o)
*R*
Grande come al solito, *R*!
Che bello sapere che c'è chi riesce a trovare qualcosa da dire su un film che non sia "Che figo il tipo all'inizio" o "Sì, ma gli effetti speciali erano brutti", oppure (QUESTA L'HO SENTITA PER DAVVERO AL CINEMA GROTTA) "Oh, ma che son tutti cinesi in questo film?"...
Sì, ho tralasciato molte cose, il 90% delle quali "antiamericane", perché sono già stato tacciato di antiamericanismo preventivo (contesto solo il "preventivo") e di postare messaggi troppo lunghi. In più ero stanco ed era tardi, quindi ho solo fatto un elenchino delle cose che mi erano rimaste più impresse.
Sottoscrivo tutta la tua analisi. All'uscita ieri abbiamo più o meno riletto quanto visto con lo stesso metodo impietoso da te adottato... ed è stato uno spasso!
La tua conclusione riassume la poetica di Romero. Raimi faceva horror per divertire e provocare, Jackson faceva horror per divertire e shockare, Craven fa(ceva?) horror per divertire e basta. Romero fa, ancora, CINEMA.
Sempre meglio che la gente si lamenti che in un film ci son tutti cinesi (o che film era? :oP)che sentir dire, come alla tipa seduta dietro di me ieri al cine, che se *quella coppia di cinesi lì* si fosse seduta lì accanto, lei avrebbe cambiato posto nonostante le sedie numerate, perchè va bene tutto, ma i cinesi seduti accanto proprio no!... Che tristezza la gente.... :o(
Ovvia, vado a far finta di lavorare un pochino... Baciotti! :o)
*R*
P.S.: Post troppo lunghi? Bravo! Fallo usare il cervello alla gente! ;o)
No, vi prego no!! Anche voi convinti che l'America sia stata "invasa" e non scoperta! Andiamo!! Credete davvero che si possano adoperare categorie intellettuali e culturali proprie del XXI secolo e della (nostra) modernità in generale per descrivere, studiare ed analizzare scientificamente, storiograficamente, razionalmente l'Anno del Signore 1492?!
Come se si trattasse semplicemente di vestiti interscambiabili?
Se "invasione", "colonizzazione", "sterminio", "schiavismo" e "segregazione" sono "categorie intellettuali e culturali proprie del XXI secolo" allora no, proprio non si può. A me francamente sembrano categorie molto più antiche (e sempre pericolosamente attuali; quando vedrò un presidente cherokee magari sarò d'accordo).
Scusa ma al mito della terra delle opportunità non ci credo da quando ho scoperto che Babbo Natale col vestito rosso ce lo ha confezionato la Coca Cola...
P.S.: In realtà quello era uno dei modi in cui veniva raffigurato Santa Claus fino agli anni '30. La Coca Cola l'ha semplicemente "canonizzato". Ma rimane il fatto che anche i sogni dei bambini si vendono in lattina al supermarket.
Forse dovresti andare a parlare con qualcuno degli ormai pochi nativi rimasti, che vivono in finte e ipocrite *riserve indiane*. Chiedi a loro se si è trattato di invasione oppure no. Per invasione si intende entrare di prepotenza in una terra dove c'era già qualcuno insediato e scacciarlo e ammazzarlo per prendere possesso del suo territorio. Leggendo i libri di storia a me sembra che sia successo proprio così, non so a te... Oltre alla lettura di testi come *Bury my heart at Wounded Knee*, dal momento che di nativi ce ne sono ancora, potresti fare qualche ricerca su internet e contattare qualcuno di loro per parlarne con i diretti interessati. Andando direttamente alla fonte si scoprono un sacco di cose e, come dice il Vendetta, si smette di credere ad un certo Babbo Natale. Anche se rimane chiaro che ognuno è libero di credere in quello che vuole, comprese le favole ;o)
Beh, onestamente mi rimane difficile pensare che per la forma mentis di un uomo della borghesia o aristocrazia europea del '500, i concetti di "invasione", "colonizzazione", "sterminio", "schiavismo" e "segregazione" fossero i medesimi che intendiamo noi oggi, con oltre 500 anni in più di storia e cultura sulle spalle.
Non sto giustificando massacri e schiavismo, per carità, ma vorrei mantenere un approccio storiografico e scientifico corretto. Per altro una cosa è l'apporodo al nuovo mondo di Colombo, secondo me, altro conto è cosa le corone europee hanne deciso di farne. Da ciò la mia perplessità sull'idea di "invasione", anziché scoperta.
Comunque, come avete detto voi, continuerò a credere alle favole.
Siamo entrambi reduci da quella gabbia di matti chiamata Hammerblow. Per favore non ricominciamo. La frase "come avete detto voi, continuerò a credere alle favole" non mi piace.
Quella della Coca Cola, peraltro cosa vera, è un "mio" esempio pratico per dire come "io" sia stato "sverginato" da certe idee facili e felici. E' un esempio, un'allegoria, un paradigma se vuoi. Ma NON E' un modo per dire "tu sei un babbeo infantile e credi ai Puffi". Con questo chiuderei l'argomento, perché (twe lo dico col cuore in mano) non voglio che le discussione riprendano pieghe già viste. Certo, meglio prendersela per cose serie piuttosto che per "quante borchie ci sono sul giubbotto di Rob Halford", ma preferirei che non ce la prendessimo affatto. Ho tanti amici che credono in Dio, altri che sono al mio opposto politico e uno che crede addirittura che Hitler fosse una gran persona. Se riesco ad andare d'accordo con loro, non vedo perché litigare con voi...
Qui NON CI SI OFFENDE (nel senso di "non ci si sente offesi"), ok? Ognuno dica quello in cui crede ma se ne assuma anche la responsabilità (possibilità che gli altri credano in cose/fatti/persone diametralmente opposti).
La frase "come avete detto voi, continuerò a credere alle favole" a te non piace.
Beh, a me non piace tanto nemmeno "Anche se rimane chiaro che ognuno è libero di credere in quello che vuole, comprese le favole ;o)" pota al termine di un legittimo dissenso da ciò che avevo scritto. Visto che siamo in clima di obbiettività, a te come suona?
Giusto per non farsi metter i piedi in testa, dal momento che la mia opinione può tranquillamente non essere condivisa (me ne assumo la "responsabilità") ma a me non risulta di aver affibbiato patenti favolistiche.
Per me è tutto a posto comunque. Come ho già ribadito, ho solo qualche problema con le opinioni troppo nette.
Guarda che la mia frase *Anche se rimane chiaro che ognuno è libero di credere in quello che vuole, comprese le favole* era generica e faceva riferimento solo al Babbo Natale citato dal Vendetta. Lungi da me l'offendere qualcuno. Ma ecco perchè di solito mi tengo abbastanza alla larga dai forum (o simili). Un conto è parlarsi faccia a faccia in una conversazione botta e risposta, un conto è leggere delle frasi isolate che possono essere facilmente male interpretate.
*R*
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