BASTA TEOCRAZIA: fuori Dio dallo Stato e dalla Pubblica Istruzione!
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21 giugno 2006

Siena, anni dopo

Dopo tanto tempo sono tornato per una giornata a Siena, dove ho avuto la fortuna/sfortuna di fare l'Università. All'inizio ricordo che non volevo neppure saperne di fare su e giù con la Sita tutti i giorni, né mi interessava l'idea di trasferirmi là. Poi, beata inerzia, mi abituai ed iniziai a godermi i lati positivi della città: pulizia, tranquillità, ordine, tradizione, tutela dei beni "veramente comuni". Frequentai poco gli ultimi due anni, per motivi squisitamente passionali, tuttavia ho sempre conservato un bel ricordo della città e del modo in cui i suoi abitanti riescono a mantenerla (anche brutalmente) così com'è. Non si è trasformata nell'ennesima succursale di compagnie di telefonini e fast food, tanto per dare l'idea. Certo, un McDonald's in centro non manca e di vetrine futili se ne vedono, ma non è andato tutto a rotoli come qui a Firenze. La nostra città è imbacuccata sotto uno sciarpone di omertoso immobilismo: non progredisce socio-culturalmente e riesce anche a farsi devastare dal tremendo mix immigrazione/turismo/degrado senza muovere un dito (a meno che non ci sia da tirare su altri quattrini: vedi per i parcheggi a strozzo). L'unico signore di Firenze è il turista. Al limite il "cliente del centro commerciale". Al fiorentino non resta che ascoltarsi "Firenze Bottegaia" di Riccardo Marasco e, per dirla alla nostra maniera, attaccarsi al cinci. Perché del "salotto buono" dei caffè e delle botteghe è rimasto solo un "cesso pubblico", sudicio e a pagamento.
Va beh. In una giornata trascorsa bene ho, come al solito, fatto alcune considerazioni.
COSA HO VISTO:
- Il duomo di Siena. Se hai le spalle scoperte ti muniscono di scialle-moralizzatore all'entrata... ma l'entrata costa tre euro. Cosa è più immorale? La spalla scoperta o il dazio? Il lupo perde il pelo...
- Il nuovo Emporio Musicale. Una cattedrale nel deserto, in una orrenda zona industriale e servito poco e male dai mezzi pubblici. SonicSpeak ha coronato il sogno di tornarsene a casa con una bella Flying V. Io, indeciso tra una Jackson Warrior aerografata ed una Jackson (tipo Randy Rhoads) tigrata, ho realizzato che in tasca avevo 35 euro. E 35 eccede il numero di accordi che conosco di almeno 30 unità. Ergo ho glissato.
- I soliti due negozietti di dischi, uno dei quali sta seguendo l'iter già visto altrove: la riconversione da "negozio di dischi" a "negozio di DVD e (spazio permettendo) di dischi". Cosa ovvia, visto che il mercato video sta facendo delle scelte di prezzo che favoriscono l'espansione. Quando le case discografiche rinsaviranno e la SIAE chiuderà i battenti forse ricominceranno anche a vendere i CD...
- La mia pizzicheria preferita (Antica Pizzicheria Chigiana, in Via di Città), dove tra lombo, capocollo, pecorino di fossa e tante piccole -sanissime- ghiottonerie puoi permetterti il lusso di una merenda stratosferica. Alla faccia dei panini di gomma spacca-fegato degli yankee.
- Una pazza sul bus che, nel tentativo di aiutarci a trovare l'Emporio, si è trasformata in un cupo ma inarrestabile uccello del malaugurio.
- Un pazzo di quelli folkloristici: completo beige e cappellino alla francese rosso fuoco, telefonava ad imprecisati amici usando un metro di legno ed ammoniva platealmente i piccioni di Piazza del Campo, con cartellino giallo e fischietto. Il sole, come si può dedurre, era alto ed implacabile.
COSA HO IMPARATO:
- So ancora uscirmene con delle belle frasi: "Perdo così tanti capelli che in casa è il gatto a sgridare me". Licenza poetica: il mio gatto è trapassato nel 1997.
- I senesi invece non hanno senso dell'umorismo. Ma proprio per niente. Un conducente di autobus voleva farci la pelle perché non ha capito una battuta, una vecchietta mi ha visto e ha tirato diritto senza darci un'indicazione e un commesso dell'Emporio ha trattato SonicSpeak come un minorato mentale perché "la chitarra non suonava" (apostrofandolo saccente: "Ma cosa ti attanaglia? (...) Oh, allora vediamo perché non suonerebbe questa chitarra, via...". E bravo commesso: ci sta che la chitarra non "suoni" come deve quando l'ampli è alle barbe, cazzone incompetente).
- Non imparerò mai a suonare la chitarra. A meno che non ne trovi una rosa, trasparente, ripiena di vaniglia, con le punte e che prende fuoco quando fai fischiare le note. Ah, deve anche sparare fulmini dalla paletta (come in "Morte A 33 Giri").
- Siena rimane un posto magnifico. Da fiorentino invidio la sua chiusura: pur con tutte le mafie contradaiole e le dinamiche da città-stato retta da massoni, ritengo ancora che quello senese sia funzionale e legittimo istinto di sopravvivenza.
- Qualunque sia la temperatura in un posto che ritieni caldo, quando torni a casa scopri sempre che Firenze è più calda e più umida. Ieri si sono toccate vette impressionanti. Grazie, grandi signori inquinatori, per averci fornito un forno crematorio permanente: abbronziamoci fino all'aldilà.
- (UPDATE) ...Che se dimentichi di citare Hijacker, presente per motivi universitari a Siena e divenuta sua malgrado compartecipe di molte delle scenette vissute con SonicSpeak, poi magari lei se ne ha a male e ti senti in colpa! Giustizia è fatta. Scusami... giuro che è colpa del caldo, ok?

4 Comments:

Anonymous Anonimo said...

Ma io dico,come si fa a spendere 6.80E per 10 cantuccini di numero(in Piazza del Campo) che secondo Vendetta sono un prodotto tipico di Prato???
Ma siamo proprio sicuri che i cantuccini siano di Prato? E se si..perchè i senesi incazzosi ci speculano sopra?
Questi sono i grandi dilemmi della vita....

22 giugno, 2006 10:48  
Blogger JonVendetta said...

...Per lo stesso motivo per cui i senesi dicono che anche il panforte è un'invenzione loro (ed i napoletani la pizza)... :-)

22 giugno, 2006 11:27  
Anonymous Anonimo said...

Cavolaccio non avevo visto il post sulla gita a Siena! Ti sei dimenticato solo una cosa...
VIA DEGLI UMILIATI?

baci

SonicSpeak

25 luglio, 2006 20:25  
Blogger JonVendetta said...

Già!
Dopo cinque anni di tragitto universitario (almeno per me) con prima tappa in "Via della sapienza" ci siamo ritrovati, più vecchi e decisamente meno saggi, in "Via degli umiliati". Abbiamo fissato per un po' la placca col nome della via, poi ce ne siamo fatti una ragione...

25 luglio, 2006 21:09  

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