BASTA TEOCRAZIA: fuori Dio dallo Stato e dalla Pubblica Istruzione!
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17 marzo 2006

Cinefollie

Quattro visti e due rivisti:
Wallace & Gromit - La maledizione del coniglio mannaro
Delizioso. Ad eccezione del tutto sommato inutile alter ego conigliesco di Wallace, tutto perfetto. Viva il pongo.
Ercole a New York
Arnold Schwarzenegger come tutti vorremmo vederlo: esiliato dall'Olimpo e preso per i fondelli da chiunque incroci per le strade di un'inebetita e fumettosa New York. Trama indegna e recitazione spaventosa. Grandi tette, ma sono quelle di Arnold. Dialoghi di spessore: ogni volta che Arnie combina un pastrocchio qualcuno glielo fa notare e lui risponde "Ma io sono il figlio di Giove!". Due euro oculatamente investiti in cultura ai massimi livelli.
Garuda
La risposta tailandese alla domanda (che nessuno ha mai posto) "Perché non fate una versione economica e priva di sviluppi del Godzilla di Emmerick?". La risposta è degna della domanda. Pare che tutti i personaggi si muovano a caso, "cercando" di essere uccisi. La storia non ha articolazioni di sorta ed i tentativi di rendere il film emozionante attraverso luoghi comuni da "squadra speciale di soldatoni disposti a tutto" sono vani. Il mostro è carino, ma tutto è fatto a computer. Complessivamente insulso, a meno che uno non sia appassionato di monster movies. Io lo sono, e ritengo che non si debbano spendere più di tre euro per film del genere.
Fuga dal Bronx
Un famelico Henry Silva ed il solito Mark Gregory (chi ricorda "Thunder", il Rambo "de noartri"?), impegnati in un discreto action all'italiana, come non se ne fanno più. Tra "I guerrieri della notte" e "1997: Fuga da New York". Un onesto piatto di maccheroni con salsa americana. Clamorosa Moana Pozzi (ebbene sì) in uniforme di pelle nera, ma con una pettinatura poco credibile per un personaggio che vive nelle fognature di New York.
1975: Occhi bianchi sul pianeta Terra
"L'ultimo uomo della terra" (sempre tratto da "I am legend" di Matheson, e con Vincent Price) era più tetro e vicino allo zombie movie, ma anche questo non è male. Colorato e seventies, sfoggia un Charlton Heston meno macho del solito. Rispetto al predecessore approfondisce certe allegorie sui ruoli della scienza e della civiltà. Precursore per certi versi di "28 Giorni dopo", che non esaurisce le sue radici al solo universo Romeriano, come spesso viene erroneamente scritto (tanto più che i primi "zombie che corrono" sono stati squisitamente italiani: vedasi a tal proposito "Incubo sulla città contaminata", di Umberto Lenzi). Adoro i romanzi ed i film di fantascienza post-nucleare e post-apocalittici in genere, quindi non posso che rivederlo con somma soddisfazione. Thumbs up!
Coffee and cigarettes
Jarmusch per me rimane indecifrabile. Benigni inutile. Murray decoroso. Iggy Pop sorprendentemente vispo. Il resto credo di averlo sognato, visto che mi sono addormentato al quarto sketch, risvegliandomi qua e là per vedere che ore fossero. Da rivedere. Con MOLTO caffè a disposizione.

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