GOD.FEAR.NONE - "Envy" (Sonic Age Records, 2005)
Label greca, band greca. Ma stavolta niente classico power metal.
Il gruppo dei due ex membri dei SADWINGS (Chronis e Voutsas) offre un death/thrash moderno, debitore della scena di Goteborg e apparentemente affascinato dagli sviluppi di quella americana (SHADOWS FALL su tutti). L’opener non rende giustizia al disco: “Free Fall” è difatti poco incisiva e non ha quelle peculiarità necessarie per sollevare grande attenzione. Bisogna inoltrarsi nelle ritmiche ruvide e nervose delle successive “Idle Self” e “Eyes Of Hatred” per trovare maggiore coinvolgimento. Voce alternata (ma prevale il growl, a metà strada tra new school hardcore e death svedese), grande presenza ritmica e poche ma decisive sterzate melodiche nei refrain fanno la loro figura. Ottime le chitarre di Chris e Jim coi loro serratissimi muri di riff alla DEFACED, mentre un po’ di noia la arrecano gli evidentissimi trigger della batteria di Kostis. Vero è che, per sentire un drummer che suona “davvero” in questo tipo di uscite, bisogna sempre aspettare un nuovo ENTOMBED o THE HAUNTED, ma non guasterebbe se anche le bands emergenti iniziassero a puntare su suoni naturali.
Qualche sample e filtri vari (“Momentary Lapse” e “Sons of Insanity”) cercano di portare venti di attualità su un impianto sonoro che in realtà potrebbe funzionare a dovere anche senza adulterazioni. Difatti quando i ragazzi “partono” lo fanno davvero a modino (il potenziale singolo “Enemy Within” e la conclusiva e convulsa “Death’s Design”), mostrando tanto muscoli che cervello.
Altro pregio della release: non stanca velocemente. Il che sta a significare che del materiale buono c’è.
Il gruppo dei due ex membri dei SADWINGS (Chronis e Voutsas) offre un death/thrash moderno, debitore della scena di Goteborg e apparentemente affascinato dagli sviluppi di quella americana (SHADOWS FALL su tutti). L’opener non rende giustizia al disco: “Free Fall” è difatti poco incisiva e non ha quelle peculiarità necessarie per sollevare grande attenzione. Bisogna inoltrarsi nelle ritmiche ruvide e nervose delle successive “Idle Self” e “Eyes Of Hatred” per trovare maggiore coinvolgimento. Voce alternata (ma prevale il growl, a metà strada tra new school hardcore e death svedese), grande presenza ritmica e poche ma decisive sterzate melodiche nei refrain fanno la loro figura. Ottime le chitarre di Chris e Jim coi loro serratissimi muri di riff alla DEFACED, mentre un po’ di noia la arrecano gli evidentissimi trigger della batteria di Kostis. Vero è che, per sentire un drummer che suona “davvero” in questo tipo di uscite, bisogna sempre aspettare un nuovo ENTOMBED o THE HAUNTED, ma non guasterebbe se anche le bands emergenti iniziassero a puntare su suoni naturali.
Qualche sample e filtri vari (“Momentary Lapse” e “Sons of Insanity”) cercano di portare venti di attualità su un impianto sonoro che in realtà potrebbe funzionare a dovere anche senza adulterazioni. Difatti quando i ragazzi “partono” lo fanno davvero a modino (il potenziale singolo “Enemy Within” e la conclusiva e convulsa “Death’s Design”), mostrando tanto muscoli che cervello.
Altro pregio della release: non stanca velocemente. Il che sta a significare che del materiale buono c’è.
Le premesse per diventare una formazione di fascia superiore sono innegabili: basterà lavorare un po’ sulle composizioni, trovando quel quid che le renda meno omogenee e dia al prossimo disco una marcia in più. Le tre bands citate dalla loro bio (SOILWORK, NEVERMORE e KILLSWITCH ENGAGE) sono infatti un po’ fuorvianti. Di sicuro bisogna sempre sparare nomi grossi per creare interesse, ma i GOD.FEAR.NONE non hanno al momento né il piglio modernista dei primi, né le raffinatezze dei secondi, né tantomeno la capacità di sintetizzare SLAYER e potenziale commerciale dei terzi. Ora come ora sono semplicemente un gruppo promettente, soprattutto in virtù del fatto che questo è il loro esordio. Amanti del genere, fatevi sotto e sappiatemi dire.
Etichette: Archivio Hammerblow, giornalismo, metal
0 Comments:
Posta un commento
<< Home