Prima è finito il
semestre di spring a scuola, e dovendo correggere le solite caterve di compiti e compitini avevo le mie buone scuse per non postare niente.
Poi ho avuto ancora di che incazzarmi con
Tiscali. Storia mooolto lunga: bollette riscosse
due volte e
non rimborsate, nuovo piano tariffario richiesto
a febbraio e
mai divenuto attivo, call center
allucinante con i soliti
ceffi sardi che
ti attaccano in faccia, ecc.. Anche qui, sgomento e poco più.
Volevo almeno prendermi un po' di pausa per il mese di giugno, subito arginato nei miei propositi dalla tipa a cui do
ripetizioni, che ha deciso di ciccare un compito e fare scena muta all'ultima interrogazione, incorrendo nell'inevitabile
debito (traducendo: devo ancora darle lezioni e
due volte a settimana anziché una).
Quindi volevo fare il punto della situazione con il
Combo De La Muerte, ma gli impegni dei vari membri hanno fatto sì che, a parte qualche intervista in radio e su Internet, niente di nuovo si muovesse per il prossimo CD. Quantomeno stiamo pianificando delle sortite
live e pare che abbiamo trovato un
batterista. Non credo che farò parte dell'assetto dal vivo, ma sono contento per gli altri.
Insomma, tra un nulla di fatto e l'altro non ho mai niente che abbia senso liquidare in due righe. Quando finalmente mi decido, ovvero ora, mi accorgo che è arrivato il momento di preparare le classi che avrò a
luglio (due al giorno tutti i giorni) e mi viene un
nodo alla gola. E no, non è una romantica emozione, ma bile che sale.
Peccato, perché di cose da commentare ce n'erano. Rimandavo sempre per futili motivi, ma volevo dire due parole sulle quotidiane tristezze che mi è capitato di leggere, commentare e sentir commentare ultimamente. Di tutto un po'.
Squadristi in pettorina in giro per
Firenze in preda all'euforia post elettorale,
nani che fanno
sparire l'immondizia partenopea con la
bacchetta magica,
ospedali che
finiscono quello che le malattie hanno iniziato, prevedibile
clima di epurazione in Rai (vedi caso
Travaglio) e via dicendo.
Ecco, almeno la scemata (perché questo è, e minimizzando) dei
vigilantes fascistoidi assoldati da
Nuova Destra Sociale che minacciano di pattugliare Firenze per
arginarne il degrado merita forse una riflessione. Breve, perché a dare importanza ai babbei si fa solo danno.
Riassumo così: "
essi" sostengono di espletare il loro
dovere di onesti cittadini andando in giro a
squadre ("
gruppi di almeno 4 persone", parole loro) per la città in cerca di malfattori (chiaramente
non ariani). Cosa fanno, in caso avvistino il furfante? "
Avvisiamo le forze dell'ordine", dichiarano pomposi presumendo di mettere in fuorigioco i massimalisti "
fronti del no". Bravi. Minchia, dei
geni. Allora fatemi capire,
camerati della domenica: per chiamare il
113 se assistete ad uno scippo c'è bisogno di fare le squadre? Uno regge il cellulare, uno compone il numero e uno parla?
Si parano il culo -programmaticamente parlando- con poche parole vaghe a
chiosa rassicurante: le squadre "
potranno occuparsi, anche della pulizia di parchi pubblici e giardini, della salvaguardia di opere e luoghi d'interesse artistico, eccetera.". Passi per la virgola posta a casaccio. "
Potranno", "
anche", "
eccetera": imperativi inderogabili e studiati evidentemente al millesimo! Mamme, tranquille: i vostri figli sono fuori a
spazzare il cortile, non a
pestare magrebini.
Innumerevoli volte ho avvertito le forze dell'ordine, perché ritengo di
avere un senso civico e di
avere a cuore il posto in cui vivo: scazzottate in Piazza dell'Unità, un ubriaco che danneggiava le auto in sosta sotto casa mia, un camionista impazzito sui viali, un cretino in scooter che tentava di piazzare un portatile -evidentemente rubato- fermando i passanti uno ad uno e altri casi ameni. Ho composto i tre numeri magici e ho fatto il mio dovere. Che
non è un dovere "di destra" e
non necessita arditi reggimenti (ma sarebbe meglio dire "
branchi", perché la logica che sta trionfando, dalle scuole alla politica alle strade, è quella dell'
individualismo sfrenato da una parte e del gruppo visto solo come "
branco" -con cui imporre, non creare o discutere- dall'altra). Punto.
Che viviate a Firenze o no, cosa ne pensate voi di queste estemporanee boutade repubblichine? Provocazioni fini a se stesse o concrete risposte al problema (innegabilmente presente)?