BASTA TEOCRAZIA: fuori Dio dallo Stato e dalla Pubblica Istruzione!
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24 giugno 2006

This Is Spinal Tap

Segnalazione per Hijacker, più che altro.
Allo ZERO (Via dell'Olmatello, Firenze) mercoledì 28 giugno alle 22:30 proiettano il singolare "This Is Spinal Tap" (1984). Presumibilmente sarà una versione in lingua originale con sottotitoli in italiano.
Aggiungo un estratto dall'articolo-fiume su metal e cinema che non finirò mai di scrivere:
Uno “spoof” (termine anglosassone per parodia, fiction ironica o falso verosimile). Un regista gira un documentario su una vecchia e dimenticata heavy metal band inglese, di ritorno per un tour negli States dopo 17 anni di onorata carriera. Gli SPINAL TAP sono la band. Io, film a parte, non li ho mai capiti, né a livello di immagine né tantomeno a livello prettamente musicale. Ci sono o ci fanno? O meglio: c’erano o ci facevano? Nel rischio che altri “artisti” dello stesso calibro si cimentino in prove cinematografiche (The Darkness e Andrew W.K. su tutti), si può ingannare il tempo e provare ad esorcizzare tale eventualità sorbendosi queste tre sagome. Momenti ilari “all’inglese”, ovvero non pacchiani o volgari; ma non siamo neanche sul pianeta dei Monty Python, se è per questo…
Curiosità e cretinerie:
1) Il regista confida di aver visto la prima volta gli ST in un locale chiamato “Electric Banana”…
2) I tre in ogni intervista rivelano vecchi retroscena, conclusi sempre con la puntuale e misteriosissima morte del batterista di turno (uno dei quali soffocato dal vomito… di un altro!).
3) I live sets pacchiani (come le canzoni d’altronde), tra cui uno con dei bozzoli da crisalide: gli ST escono uno per uno dai bozzoli sulle note dell’intro. Il bassista rimane intrappolato…
4) Blackie Lawless e Cheri Curry (Runaways) compaiono in una delle scene finali (un finto siparietto pubblicitario).
Infoline: 055.2469353

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18 Comments:

Anonymous Anonimo said...

Grazie Vendetta...ho scaricato il film qualche settimana fa ed ho cercato di comprenderlo anche se è stato più difficile di quanto credessi!
Molto carino ed a tratti ilare tanto che non ho capito fino alla fine se si trattasse di uno scherzo o cosa...:un manager incapace,una fidanzata entrante,le assurde manie del chitarrista sclerotico.(indimenticabile la scena della crisi per le dimenzioni delle fette di pane)..insomma,ci stavano tutte!
Poi ho fatto una piccolissima ricerca su internet ed ho visto che il gruppo (album compresi) esiste davvero..da non credere!
Chissà che fine hanno fatto?
Purtoppo però causa impegni di scavo mi assenterò per un paio di settimane da casa,quindi non riuscirò a salire a Firenze per lo "spettacolo". Peccato,comunque consiglio a tutti la visione per passare un'oretta di crisi esistenziale (c'è sempre qualcuno che sta peggio di me!) :)

24 giugno, 2006 15:41  
Anonymous Anonimo said...

In realta' la questione e', ad un tempo, piu' semplice e piu' complessa. Gli Spinal Tap non esistono: furono una fittizia band per un fasullo documentario in cui si celebrano e smitizzano tutte le glorie e le miserie dell'Heavy Metal. In inglese dicono infatti che "This Is Spinal Tap" e' un "mockumentary"! Visto peroì il successo strepitoso ottenuto dal film in terra anglosassone, Michael McKean (che interpreta il cantante/chitarrista Derek St. Hubbins) e soci decisero, visto che tanto avevano effettivamente scritto e suonato le canzoni, di partire davvero in tour e fare conferenze stampa attenendosi ai loro personaggi del film. E poi usci' anche l'album... Il film e' un cult in terra anglosassone e molto amato dai musicisti inglesi, a cui sono capitate molte delle cose accadute li' dentro... Posso citare quel che mi disse Rob Halford: "Ora che ci siamo riuniti, possono pure chiamarlo 'This Is Judas Priest'!" :)

24 giugno, 2006 16:33  
Anonymous Anonimo said...

Noi "This is Spinal Tap" l'abbiamo visto qualche mese fa, e lo riteniamo la più bella e divertente presa in giro del (a volte) sin troppo "serio" mondo dell'heavy metal, decisamente superiore a fesserie colossali come "Rockstar" (inguardabile) o "Almost Famous" (film inutile). Inoltre, vorrei ricordare a tutti che gli Spinal Tap compaiono in un meraviglioso episodio dei Simpson, quello in cui Bart si fa regalare una chitarra elettrica dopo aver visto i Tap in concerto.
p.s.
tanto per restare in tema di demenzialità, vi informiamo che oggi abbiamo realizzato uno dei nostri sogni: avere il frigorifero accanto al letto, e poter così afferrare una birra senza doversi prendere la briga di mettere i piedi a terra. Ci invidiate?

24 giugno, 2006 18:16  
Anonymous Anonimo said...

e pensare che degli Spinal Tap possiedo addirittura un rarerrimo 45 giri. Chissà se ha un valore sul mercato collezionistico .... ci vorrebbe il dittatorucolo di Hammerblow per saperlo.

Jon sono di ritorno da una settimna viennese nella quale anche tu avresti trovato pane per i tuoi denti. Pensa che mentre ero a razzolare in un negozietto di vinili, il padrone, adocchiato il mio interesse per il settore Evi Meta, mi ha prontamente dotato di orario ed indirizzo al quale trovarmi il successivo giovedì nel caso mi fossero interessati "migliaia e migliaia e migliaia" di titoli metal.
Così ho fatto, ed invece di venire picchiato, derubato, denudato e legato ad un palo dei filobus viennesi, ho effettivamente scoperto che la cosa era vera. Praticamente ho raggiunto il garage del tipo che era letteralmente zeppo stracolmo di cassette della frutta e scatoloni di cartone marcio contenenti cd e vinili di qualsivoglia genere musicale, ma con netta prevalenza del metal.
Lì dentro gente ho visto cose che voi umani ....! Risultato, circa 150 Euro di spesa totale al ritorno da Vienna (compresi ri-acquisti di titoli già in mio possesso in quanto trattavasi di originali super leggendari, magari con poster interno!).
Incredibile, un'esperienza trascendentale!

24 giugno, 2006 18:48  
Blogger JonVendetta said...

Per Hijacker:
Buono scavo! Occhio a non fracassare qualche vaso e mi raccomando: se trovi la spilla di "Morte a 33 giri" ricordati che è mia!

Per Niccolò:
Innanzitutto complimenti anche solo per aver parlato con Rob. Uno dei pochi defenders con cui farei volentieri due chiacchiere "sopra le righe". Me lo descrivono come una persona interessante e affatto banale. Concordi?

Per Aldo e Fra:
Ahia, ho una sorta di amore-odio per "Rockstar". E' un filmetto senza pretese e zeppo di assurdità storico-musicali, ma ci sono tante di quelle situazioni "veramente" metallare che non posso fare a meno di riguardarlo, ogni tanto. Ok, avrebbero dovuto usufruire di un consulente musicale prima del ciak iniziale e sicuramente evitare l'impossibile finale grunge, ma come rinunciare a vedere Zakk Wylde a gambe larghe e a quel po' di sana autocritica suggerita dallo "squallore da cover band"? Dai, c'è del vero, purtroppo...

Per Marco:
Taglio corto. Diamoci un appuntamento. Tu ti presenti nel luogo prestabilito ed io ti svaligio la casa. Maledetto!
P.S.: Su certe cose so che siamo d'accordo, ma è bene farlo presente anche agli altri: "Se un disco ti piace, per te vale. Se è raro vale solo per chi non lo ascolterà mai, sebbene lo abbia in bella vista su uno scaffale.". Right?

25 giugno, 2006 15:32  
Anonymous Anonimo said...

Si, concordo. Rob Halford e' una persona estremamente educata, dai modi signorili ma con lo humor tipico da inglese. Quando sono entrato nella stanza dove c'era da fare l'intervista, per la prima volta ho avuto un attimo di sbandamento: lui, un mio idolo da anni, seduto li' sul divano. La prima cosa che ha fatto, dopo i saluti, e' stat offrirmi da bere dal megabuffet che c'era li'. In quell'occasione c'era l'uscita di "Crucible", io ad un certo punto gli dissi che il precedente "Resurrection" era un disco merdoso e ruffiano (beh, non esattamente in questi termini s'intende), lui non si e' scomposto minimamente ma ha fatto un sogghigno e ha detto che non importa... ha venduto un sacco lo stesso (in sostanza fra le righe ha ammesso la montatura assoluta del suo ritorno metallico, montatura per poi "tornare a casa"). Se e' "defender" in quanto creatore e simbolo vivente del metal, non lo e' assolutamente se si intende come tale... beh, tutte le cose brutte da defender. Ad aprile ho avuto a che fare con Glenn Tipton, ora tutti i Judas storici li ho conosciuti (e son tutti ganzi), ale'! :)
Scusa la spaccheria, m'era presa!

25 giugno, 2006 19:07  
Blogger JonVendetta said...

Immaginavo. E poi si sa che tutte le grandi reunion son delle farse: Kiss, Judas, Maiden e via dicendo. Sono solo stunt pubblicitari per chiudere le carriere battendo cassa. Non che ci sia mai stata molta serietà nel rock (nel metal poi...), ma a volte mi farebbe piacere che le mosse pubblicitarie fossero meno palesi.
Mi fa piacere constatare (sempre tra le righe) che ambedue amiamo il metal e ambedue, al tempo stesso, detestiamo certe "truezze" da defender, rintracciabili nei fans prima ancora che nelle bands che questi osannano.
:-)

27 giugno, 2006 18:10  
Anonymous Anonimo said...

Il metal mi piace moltissimo e ritegno sia realmente grande musica, quando e' grande. Le truezze sono cose tristi: c'e' gente (sentita con le mie orecchie) che, quando sente Steve Harris o Joey De Maio fare commenti positivi su Rammstein o Cradle Of Filth, dice di aver avuto "un brutto colpo". I true ammantano di un rigore morale demente i loro idoli, e pretendono che ascoltino per forza musica identica a quella che suonano. Questa fra le tante cose deficienti che fanno, s'intende. Una delle altre e' non avere la benche' minima prospettiva storica proprio della musica che, a sentir loro, amano tanto... bah. Ora ci rido, ma spesso mi fanno incazzare ancora certi discorsi a bischero. A proposito di reunion: che dire dei metallari quindicenni-diciottenni che vivono col mito dell'Eldorado metallara (gli anni '80) e quindi sbavano per le reunion e i ritorni di gente che gia' allora faceva cagare (tipo Doro e i Warlock, gli Hirax, i vari gruppacci tristi che suonano per un piatto di semolino ai vari Wacken etc.)?

27 giugno, 2006 23:27  
Blogger JonVendetta said...

Parole sacrosante le tue. E sono sicuro che anche l'amico Marco Invaders le sottoscriverà (e forse anche il più pigro =S=, che non scrive da un po'), avendo anche lui avuto a che fare con gente che nei "mitici anni '80" non andava ancora all'asilo e oggi li difende a spron battuto e li vorrebbe cristallizzati nei secoli dei secoli. L'esempio di Rammstein e Cradle calza alla perfezione: io ad esempio li detesto entrambi ma che male c'è se un musicista che seguo li apprezza? Quello del "metallino deluso" è un atteggiamento infantile quanto quello dell'ultrà che sputa sul suo idolo dopo che quest'ultimo ha deciso di cambiare casacca. Ridicolo.

Quanto alle reunion so che il già citato Marco Invaders trasalirà nel vedere il nome di Doro incluso, ma a sua difesa posso già dire che a lui piaceva già prima...
Per me, ti dirò, c'è sì tanta fuffa riciclata in giro (il Keep It True batte il Wacken a mani basse, in questo senso: pare un reparto geriatrico per perdenti del passato), ma qualche ritorno può fare piacere. Gli Hirax non mi dicevano niente di speciale, ad esempio, però capisco che a qualche thrasher possa far piacere rivederli.
Io preferirei fare a meno di gruppi stra-pallosi che (anche senza reunion, ma semplicemente andando avanti da una vita a suon di dischini-ini-ini) continuano a far parlare di sé sedicenti "zoccoli duri di VERI intenditori" (quelli con trecento toppe addosso e tutte di gruppi pacco rigorosamente eighties). Te ne dico un paio? Manilla Road e Helstar. Due palle allora, due palle ora. Ma sono bands "da culto", come dicono gli "intenditori", e non si possono toccare...
Com'è che gruppetti di nicchia come i primi e mezze calzette come i secondi adesso sono considerati degli eroi?

28 giugno, 2006 00:32  
Anonymous Anonimo said...

Oltre ai due che citi, sparo un altro nome: gli Omen, autentico gruppo di merda.
Riguardo agli Helstar ho un aneddoto divertente: lo scorso 10 novembre suonarono qui in Toscana (in un posto in provincia di Pisa di cui ora non mi viene il nome), di fronte ai soliti dieci o venti - io non ci andai perche' era infrasettimanale e mi tornava male col lavoro, er ail mio compleanno e preferivo starmene a mangiare & bere e soprattutto non me ne fregava niente. Cmq uno che conosco pochi giorni dopo, tutto tronfio e fiero, mi dice che James Rivera (il mitico, eh, proprio come Rob Halford o Ian Gillan) dal palco aveva detto che "il metal e' sempre vivo, mentre il grunge e' morto, ahr ahr ahr!" Bravo genio... il grunge spazzo' via l'underground sovraccarico di merda dell'heavy metal, fra cui gli helstar, e diciamo anche che ci voleva. Rivera e i suoi tristi sostenitori non si rendono conto che, se per es. i Soundgarden si riformassero, non suonerebbero nei buchi a Pontedera ma al Mazdapalace; i dubbissimi Alice In Chains di ora, per quanto discutibili, fanno un tour di rilievo. Questo perche' sono nomi e gruppi che hanno realmente significato qualcosa. Rivera e gli Helstar (e tutti gli altri "del mucchio") no.

28 giugno, 2006 09:33  
Blogger JonVendetta said...

Ci credi che volevano trascinare anche me a vederli? Sarei anche andato se fossero stati dietro casa mia, ma non avevo voglia di andare fino laggiù per un gruppo di cui non mi importava niente (se la cassetta di "A Distant Thunder" è lì a prender polvere ci sarà pure un motivo, no?). Ebbene, mi sono state raccontate le stesse cose.

Sul grunge si può dire tutto il bene e il male che si vuole, ma di innegabile c'è che, tra chi si è fatto portare via e chi è stato portato via, c'erano purtroppo anche gruppi buoni. Alcuni allo sbando, altri semplicemente cassati dalle labels o costretti a snaturare il proprio sound per tentare l'impossibile (vendere ai giovani una cosa di base malriuscita e non vendibile, vedi terzo album degli Skid Row). Molti per fortuna sono rimasti quello che erano e hanno semplicemente tirato diritto, anche incidendo album magari non memorabili (Overkill, W.A.S.P., Testament, Savatage. L.A. Guns, Tuff) ed accettando il fatto che i riflettori si erano spostati e sarebbe stato inutile inseguirli.
Il grunge è morto e anche io ne sono felice, in realtà. Ma la "vittoria" del genere non fu quella di una musica su un'altra: fu solo la naturale successione da una moda imposta a colpi di pubblicità (Guns N'Roses, Metallica e Bon Jovi) ad un'altra (Pearl Jam, Soundgarden, Nirvana). Più che la musica (che tuttora non mi piace) mi disgustò la naturalezza con cui tutti (vecchi compresi) si piegarono supini al volere del music business ESATTAMENTE come le teenagers quando si tratta di passare dalle scarpe con le zeppe a quelle con le punte...

28 giugno, 2006 10:21  
Blogger JonVendetta said...

P.S.: Ovvio che gli Omen fanno cacare anche a me... Non mi piacevano allora e dopo aver comprato recentemente il cofanetto con i primi "inossidabili capolavori" (???) confermo che non mi piacciono neppure ora. Quanti Omen ci vogliono per fare, che so, un solo Voivod? Seimila?
A volte pare che la personalità sia un optional, nella musica.

28 giugno, 2006 10:24  
Anonymous Anonimo said...

I Voivod sono uno dei dieci migliori gruppi di sempre mai partoriti dal metal. Figuriamoci se quei caproni degli Omen possono anche solo lontanamente avvicinarsi! :)
Riguardo al grunge, ci fu la riconversione del mercato dopo l'inaspettato botto di Nevermind, e da li' in avanti le concezioni di "mainstream" e "alternativo" si sono invertite: oggi la roba(ccia dico io) aor esce su Frontiers quando una volta era su major, e la roba da SST e Sub Pop ha marchiato a fuoco il carattere del rock mainstream. Concorderai appunto che oltre a tanti opportunisti e cavalcaonda maldestri c'erano anche i gruppi sinceri, no? Vedi quelli gia' in giro a fine anni '80.
Infine, i metallari non meritano difese: sono un gregge e si comportano esattamente come i "commerciali" (ahahaqha!) che tanto criticano. Cambia solo la scala, ma poi sia loro che le etichette specializzate (soprattutto dall'esplosione del power merdal in avanti) vivono in un processo delirante secondo cui:
1)il pubblico vuole il gruppo TRUE certificato ISO 9000;
2)l'etichetta mette sotto contratto gli ISO 9000 o chi cambia per adeguarsi allo standard.
3)contando che ormai fare i dischi costa poco...
Sono dell'idea che il terribile regresso mentale degli ultimi dieci anni sia da imputare a Hammerfall, Stratovarius e compagnia. Hanno tirato fuori il peggio. Io ascolto metal da soli quindici anni, ma ho notato un regresso clamoroso.

28 giugno, 2006 10:41  
Blogger JonVendetta said...

Io faccio vent'anni di metal proprio ora (minchia com'era tutto più semplice nell'86...) e non posso che essere d'accordo con te.
Ai Voivod aggiungo Watchtower, Celtic Frost e Slayer. Signori musicisti che hanno fatto ciò in cui credevano e hanno lasciato un segno chiamato "personalità".

28 giugno, 2006 11:21  
Anonymous Anonimo said...

... e non dimentichiamoci di Coroner e Prong! :)
Perche' poi, di tutte queste mille band di metal classico, diciamoci la verita': bravi, bravissimi, ma alla fine credo che tolti i grandi demiurghi Judas Priest (indispendabili per comprendere il metal, anche e soprattutto avvicinandosi dall'esterno, e quindi rappresentativi complessivamente a livello di "pezzo di storia del rock tutto"), i popolarissimi Iron Maiden e volendo gli Accept (la via tedesca, peraltro li preferisco assai agli Iron), il resto e' sempre una variazione sul tema. E con questo lascio fuori anche gruppi che amo moltissimo come i Rage per es...

28 giugno, 2006 11:30  
Blogger JonVendetta said...

Ma, vedi, è naturale "lasciare fuori" qualcuno. Sta qui la maturità dell'ascoltatore che ha il senso delle proporzioni e si rende conto che alcune bands sono state fondamentali, altre significative ma sfortunate, altre ancora dei semplici signori-nessuno.
Il mio esempio con il thrash (di cui sono sempre stato cultore): gli Slayer sono fondamentali, i Death Angel bravissimi e meno fortunati di altri, gli Xentrix dei signori-nessuno. Il fatto di amare un genere non dovrebbe portare a "venerarlo" e prendere per buono tutto a priori: è infantile ed inutile. O meglio, utile solo a rimpinguare le tasche degli strozzini da mostra mercato, che con i metallini vanno sempre a nozze.
Sennò mi tocca dare ragione a quello stronzo incompetente di Giancarlo Trombetti (del Metal Shock già illeggibile di fine '80). A un susseguirsi incredibile di recensioni negative di dischi thrash belli e fondamentali mi incazzai e scrissi chiedendo che almeno non li recensisse lui quei dischi, visto che si capiva da come recensiva che il genere non gli piaceva affatto. Pubblicarono la lettera e Mr. Trombone Trombetti ebbe il coraggio di rispondere così: "Se i dischi thrash venissero recensiti da chi ama il thrash avrebbero tutti 5 pipistrelli, non ti pare?" (i pipistrelli erano il metro di giudizio di MS).
No che non mi pare. Quella risposta era un insulto all'intelligenza e mi dette la misura di scribacchini che rispecchiavano fedelmente molti dei loro lettori: "mi piace" = "mi piace tutto" = "mi piace a prescindere". In barba al senso critico e alla maturità.
Sarò presuntuoso, ma non mi sento così.

28 giugno, 2006 14:29  
Anonymous Anonimo said...

ragazzi...è ovvio che è una critica allo stereotipo ridicolo dei gruppi metal anni 80...il film è grandioso, è classificato come uno dei film comici più belli della storia...ed hanno ragione :)

MITICO NIGEL!

P.S.
Nigel (ovvero l'attore Christopher Guest) l'ho trovato anche in un video didattico di Joe Satriani (scaricato solo per le comparsate di Nigel) nel quale afferma che i suoi amplificatori sono stati potenziati ulteriormente...ora i potenziometri, invece che ad 11, arrivano a...INFINITO!

02 luglio, 2006 02:07  
Blogger JonVendetta said...

In effetti riguardandolo mi son fatto delle grasse risate. Probabilmente lo avevo sottovalutato la prima volta.
La gag del concerto alla caserma di aeronautica è spassosissima (benché mi abbia riportato alla mente i Blues Brothers nel localaccio country...)!

05 luglio, 2006 01:03  

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