Rocky Bilboa

Sono successe alcune cose nell'ultima settimana, ma come spesso accade ho poca voglia di chiacchierare. Tra l'esecuzione di Saddam e degli altri (sempre, comunque e per chiunque ribadisco un concetto semplice: NO alla pena capitale), i soliti ammazzamenti di cronaca locale e la squallidissima resa del governo di fronte all'insistenza yankee sull'ampliamento della base militare a Vicenza (a quando un segnale di rottura con il quinquennio di mafiosa sudditanza?) c'è stato di che divertirsi. Sempre che guardare i telegiornali sia un'esperienza divertente.

Essendo al momento diviso tra grafica (retribuita!), scuola e Combo De La Muerte stasera ho optato per della giovinezza a buon mercato, andandomi a "divertire" dove e come avrei fatto quando ero un metallaro implume. Ho appena finito di vedere al "cine" (passatemi l'espressione un po' ye-ye) un capolavoro di fumo: "Rocky Balboa". Laura, il Cannelli e Kabal hanno degnamente retto il colpo, va detto.

Non ho parole che non siano già state pronunciate dopo la visione dai presenti in sala. Se le avessi finirebbero tutte con "issimo". Quello che ricorderò più vividamente sono le vene ingrossate su una mummia pompata a forza di uova e anabolizzanti...

Rapidamente, le impressioni a caldo:

- La nuova fiamma dello stallone italiano è spiccicata alla Massironi.

- A sessant'anni i colpi si danno quasi tutti sotto la cintura.

- Lo sceneggiatore è pazzo.

- I dialoghi sono dei monologhi sovrapposti. Presi da film diversi.

- Compare Mike Tyson che interpreta Mike Tyson che fa il verso a Mike Tyson. Confuso ma soddisfatto, esce dall'inquadratura (i denti d'oro sparavano sull'obbiettivo).

- Il figlio di Rocky, benché non si capisca cosa faccia di lavoro, ha solo colleghi gay.

- Il figlio della ganza pare avere una funzione nella trama. Invece no. Comunque belle treccine.

- Mai fidarsi delle simulazioni al computer. Chi vincerebbe in un incontro tra Baron Karza e la Pimpa? Risposta: Galactus. Per insufficienza di prove.

- Mai visto tette così brutte (cosa che non si può dire delle vecchie pubblicità delle lozioni Bilboa).

Me la sono cercata, lo so. E mi sono anche divertito come poche altre volte.

Tornando alla mia vita in multitasking e alle mie coerenti prese di posizione, proprio dopo il mio recente sfogo sul "sono stufo di fare troppe cose": tra poco inizierò a dare ripetizioni di inglese a una tipa. "Devo" moralmente farlo, visto che la simpatica Ieia, che di solito se ne occupa, se ne è scappata in Svezia per l'ennesima volta. Più mi impunto sulle cose e più mi contraddico.

Ad ogni modo la pulzella paga, quindi viva le ripetizioni.

Proverò col metodo Hetfield, grazie al quale già in tenera età riuscivo a usare verbi come "to lurk", indiscutibilmente inutili a scuola come nelle conversazioni quotidiane ("Scusi signor gendarme, quanto devo strisciare fino alla stazione?"). Con me ha dato qualche risultato. Non so mai come andare alla stazione, ma per il resto sono autonomo.

Ok, taluni ancora mi coglionano perché nel 1988, a New York ed in compagnia di una amica (ebrea) di mio padre, chiesi ad un cameriere di colore un "ebreo all'arancia", ma la pronuncia non è mai perfetta da subito...

Incrociamo le dita.