Iperreale catodico autofago
Non riesco a pensare. Alzo il volume e lo azzero immediatamente. Provo ad ascoltare. Provo a vedere senza ascoltare. Mi ritrovo a non vedere e non ascoltare, ma lascio acceso convinto che debba "essere" comunque, indipendentemente dalla mia volontà. Perché devo trovare la forza di "accettare" lo schifo ininterrotto del circo telepolitico, giunto stasera all'apoteosi del triangolo Berlusca-Bertinotti-Bonino in quel di Ballarò.
E' pura follia. Non esiste eppure c'è. Non lo vedo e non lo sento, eppure lo capisco, nel suo non-sense.
Siamo merce, di quella da hard discount. Poco pubblicizzata e spesso scadente, se non già scaduta. Abbiamo meritato questo. Volendo, gridando, godendo, sudando, scalpitando come mocciosi con la cacca al culo e i denti da latte ancora in bocca. Questa Italia politica siamo noi: non è Berlusconi. Questa Italia che sbotta e sbatte, urla e burla siamo noi. Noi con la soglia attentiva ridotta a 5 minuti, con la pausa pranzo modellata su un fast-food, con il sesso basato sulla non-contaminazione (anziché sul desiderio), con auto da 300 all'ora per marciare a 9 all'ora in ragnatele tossiche. Siamo i cani di Pavlov di noi stessi e produciamo bava della peggior specie: indotta, appiccicosa, servile. Signori del tempo e dello spazio, il tempo e lo spazio ci hanno reso così, dopo che noi li abbiamo stuprati in gruppo. Pariglia resa. E siamo ciò che avanza di un cervello, di un corpo, di un'anima. Deleghiamo aborti umani per rappresentare noi, o meglio, l'immagine di noi. L'immagine politica, televisiva, popolare. Tutto è mediato ed immediato. Non abbiamo tempo, non abbiamo spazio, se non per farci offendere, deridere, rapinare e rapire.
Il bordello della politica televisiva rappresenta bene il nostro impegno e la nostra capacità analitica: sindrome di Stoccolma, niente di più. Carcerati da politici scelti da noi, frustati quotidianamente dalle loro ovvietà, sodomizzati da pesanti doni di democrazia, bastonati da turgida sostanza intellettuale. Siamo noi i carcerieri, non loro. Chi SCEGLIE di abbrutirsi è l'unico responsabile. Loro sono gli "idoli del foro", ma le loro parole sono le NOSTRE. Noi le accettiamo, dopo essercele fatte rubare, e ci diciamo ciò nonostante esseri umani.
Non lo siamo. Questa è follia. E' un incubo che non voglio più fare, nel MIO spazio e nel MIO tempo.
Sogno. E son desto.
E' pura follia. Non esiste eppure c'è. Non lo vedo e non lo sento, eppure lo capisco, nel suo non-sense.
Siamo merce, di quella da hard discount. Poco pubblicizzata e spesso scadente, se non già scaduta. Abbiamo meritato questo. Volendo, gridando, godendo, sudando, scalpitando come mocciosi con la cacca al culo e i denti da latte ancora in bocca. Questa Italia politica siamo noi: non è Berlusconi. Questa Italia che sbotta e sbatte, urla e burla siamo noi. Noi con la soglia attentiva ridotta a 5 minuti, con la pausa pranzo modellata su un fast-food, con il sesso basato sulla non-contaminazione (anziché sul desiderio), con auto da 300 all'ora per marciare a 9 all'ora in ragnatele tossiche. Siamo i cani di Pavlov di noi stessi e produciamo bava della peggior specie: indotta, appiccicosa, servile. Signori del tempo e dello spazio, il tempo e lo spazio ci hanno reso così, dopo che noi li abbiamo stuprati in gruppo. Pariglia resa. E siamo ciò che avanza di un cervello, di un corpo, di un'anima. Deleghiamo aborti umani per rappresentare noi, o meglio, l'immagine di noi. L'immagine politica, televisiva, popolare. Tutto è mediato ed immediato. Non abbiamo tempo, non abbiamo spazio, se non per farci offendere, deridere, rapinare e rapire.
Il bordello della politica televisiva rappresenta bene il nostro impegno e la nostra capacità analitica: sindrome di Stoccolma, niente di più. Carcerati da politici scelti da noi, frustati quotidianamente dalle loro ovvietà, sodomizzati da pesanti doni di democrazia, bastonati da turgida sostanza intellettuale. Siamo noi i carcerieri, non loro. Chi SCEGLIE di abbrutirsi è l'unico responsabile. Loro sono gli "idoli del foro", ma le loro parole sono le NOSTRE. Noi le accettiamo, dopo essercele fatte rubare, e ci diciamo ciò nonostante esseri umani.
Non lo siamo. Questa è follia. E' un incubo che non voglio più fare, nel MIO spazio e nel MIO tempo.
Sogno. E son desto.
Etichette: TV
5 Comments:
Non ho capito una sega di quello che hai detto (il gergo un pò poetico non è il mio forte..), però ho colto il senso, e lo condivido.
Continuo comunque ad essere fiducioso che qualcosa, se tutto va bene, cambierà dal prossimo mese :)
ps:stasera mi son fatto delle grosse risate.....;)
ah: molto bravo il moderatore. Mi piace.
Io so solo che non ho digerito la cena, non li devo vedere più questi comizi elettorali subito dopo mangiato, tra la faccia da schiaffi - ed è troppo da schiaffi - del Berlusca, con quella dentiera luccicante sempre in mostra e lo sguardo con cui guarda tutti dall'alto al basso (ma come..dovrebbe essere il contrario vista la sua altezza...uhm..), quell'aria di sufficienza da "vi sto prendendo per il culo e lo sto facendo bene come sempre".. quell'altro burattino di Rotondi che parlava ammiccando e sghignazzando, non ci credeva nemmeno lui alle cose che stava dicendo..non guarderò mai più queste cose dopo mangiato, deciso. Peccato solo che il problema rimanga.
rotondi in effettimi ha infastidito non poco...
Mi sono rifatto andando a vedere "Il Caimano"...
Buon Moretti, grande Silvio Orlando.
A chi l'ha visto dico solo che, se butta male, prenderò cittadinanza polacca. :-)
Posta un commento
<< Home