A caval donato
Sere fa, come ogni tanto accade, io e Jac eravamo appiattiti in auto a sentire band degli anni '80. C'è in ballo un progetto niente male, "senza proventi e senza moventi" (come definisco tutte le idee che di solito naufragano prima ancora di aver svelato il loro potenziale), per il quale l'ascolto forzato di un po' di robetta vecchia poteva dare spunti interessanti. E un po' di motivazione, magari. Per scaramanzia non svelo il progetto e glisso al punto.
Constatavamo come anche band mediocri, derivative, (diciamo) banalotte degli anni '80 avessero più personalità dei corrispettivi attuali. Come oggi c'erano diversi sottogeneri, c'erano le band di punta (metti: SkidRow, Motley Crue, Cinderella, Poison, ecc.) e c'erano quelle che cercavano in tutti i modi di saltare sul carrozzone (metti: Wildside, Roxy Blue, Cats In Boots, Britny Fox, ecc.). C'era un piccolo abisso tra le due fazioni: tempismo, personalità, arrangiamenti, e le famose "hit" che servivano per accedere ai canali di promozione principali (MTV in primis). Però anche i gruppi di seconda schiera avevano una dignità e una "ragione d'esistere" che legittimanva i loro album. Rimanendo legati all'esempio dello street/glam, ma potendo estendere il ragionamento anche a power, thrash e death, ammetto di non poter immaginare una discografia senza perle di gruppi secondari come i primi di Tuff, Roxx Gang e Shotgun Messiah, o "Blindman's Justice" (Swedish Erotica) e "The Love Drag Years" (Star Star) a declino novantesco già iniziato. Non c'è verso. Sia i primi della classe che gli studenti volenterosi ma discontinui formavano un bel collettivo.
Abbiamo provato a vedere cosa succede oggi ed effettivamente ci sono sì dei bei gruppi, ma mancano quelli che Jac chiama "i cavalli". E' noto che, quando tutti spiccano, paradossalmente nessuno spicca; e questa pare la scena dai novanta in poi. Un livellamento. Che, a guardare (e sentire) bene, è avvenuto in basso. Quantità delle band sul mercato sconsiderata, produzione e suoni standard, rischi discografici zero, tecnica e arrangiamenti omologati, adesione agli stereotipi assoluta. Quello che manca per far alzare la testa dal branco è forse la personalità. Cosa distingue i Sonata Artica dagli Stratovarius? L'originalità? Nessuno di due conosce questa dote misteriosa. Eppure i secondi sono additati dai più come una delle band di punta del loro genere. Per non parlare di chi, dai novanta in poi, è andato ad aggrapparsi pedissequamente a quanto fatto dai "cavalli" del passato: Primal Fear/Judas Priest, Astral Doors/Black Sabbath, Persuader/Blind Guardian e via dicendo. I "cavalli" di oggi sono in pratica quelli che ieri sarebbero stati forse solo onesti comprimari. Hanno suoni migliori, maggior tecnica, trucchetti digitali per mascherare alcune pecche, e tanto, tanto sapore di cellophane in più.
Abbiamo provato a vedere cosa succede oggi ed effettivamente ci sono sì dei bei gruppi, ma mancano quelli che Jac chiama "i cavalli". E' noto che, quando tutti spiccano, paradossalmente nessuno spicca; e questa pare la scena dai novanta in poi. Un livellamento. Che, a guardare (e sentire) bene, è avvenuto in basso. Quantità delle band sul mercato sconsiderata, produzione e suoni standard, rischi discografici zero, tecnica e arrangiamenti omologati, adesione agli stereotipi assoluta. Quello che manca per far alzare la testa dal branco è forse la personalità. Cosa distingue i Sonata Artica dagli Stratovarius? L'originalità? Nessuno di due conosce questa dote misteriosa. Eppure i secondi sono additati dai più come una delle band di punta del loro genere. Per non parlare di chi, dai novanta in poi, è andato ad aggrapparsi pedissequamente a quanto fatto dai "cavalli" del passato: Primal Fear/Judas Priest, Astral Doors/Black Sabbath, Persuader/Blind Guardian e via dicendo. I "cavalli" di oggi sono in pratica quelli che ieri sarebbero stati forse solo onesti comprimari. Hanno suoni migliori, maggior tecnica, trucchetti digitali per mascherare alcune pecche, e tanto, tanto sapore di cellophane in più.
Vero è che molto è già stato sperimentato e col marasma discografico rimane difficile suonare particolari. Ma è anche vero che questi sono i discorsi che si fanno quando un genere sta morendo o è già morto e sepolto. Credo invece nei corsi e ricorsi musicali, con una ciclicità di 5/10 anni circa. Mi ostino a sperare che, non accorgendocene, abbiamo solamente saltato un turno o due, e qualche vera novità dietro l'angolo ci sia. Anche perché non c'è bisogno di essere "nuovi" in toto: si può tranquillamente percorrere sentieri già battuti, avendo qualcosa da dire, suonando freschi come ai tempi migliori. Sempre nel caso street/glam cito le due perle dell'anno: Zan Clan e Crashdiet. Mentre per i vecchi cavalli mai domi (almeno sul palco) basta assistere ad uno show dei Motley Crue, dei Twisted Sister o degli Hanoi Rocks per toccare con mano la qualità senza epoca. Ieri e oggi, un buon album di una buona band azzera il tempo, non lo rincorre. Questa è la differenza.
Poi accendo la radio, sento i Lacuna Coil (metteteci una grassona con la gamba di legno e ne riparliamo) o gli Hammerfall (il nulla fatto band) e capisco che la morte artistica è invece più vicina di quel che sembra.
Naturale che, cavalli per cavalli, nel 2006 la mia tris rimanga quindi Soldatino, King e D'Artagnan.
4 Comments:
quanto hai ragione giangio! Io almeno mi consolo pensando che ero abbastanza dentro la musica per beccarmi l'unica cosa buona degli ultimi anni, ossia la ventata scandinava di Hellacopters (ora disgustosi - il buono era tutto merito di dregen!!), Gluecifer, Turbonegro, Backyard Babies, Hardcore Superstar. Anche se pure in questo vecchio/nuovo genere non manca chi copia a pappagallo senza metterci niente di proprio, penso che sia stato veramente uno dei pochi momenti belli degli ultii 10 anni...che ne dici?
Sì, la scena rock scandinava ha prodotte ottime cose, pur limitandosi spesso a scaldar minestre. Se negli States ci sono stati giusto tre colpi di coda degni di nota (secondo Slash's Snakepit, primo Beautiful Creatures e primi due Buckcherry) il nord Europa ha quantomeno garantito più quantità. C'è stato una specie di "asse Stoccolma-Detroit" interessante che ha creato e stimolato buone bands anche altrove. Degli ultimi anni mi son parsi più che buoni i Bellrays, i Mooney Suzuki, i Savoy Brown, i Maryslim (già meno originali). Ma, soprattutto quest'anno, hanno visto la luce dischi spacciati per "must" che non hanno detto quasi niente (Tokyo Dragons, Black Halos ed Enemies Swe) o di band promettenti ma ancora immature (Crystal Pistol). Insomma: bisogna darci dentro con la freschezza, non solo coi proclami e con i cliché.
Non voglio fare il "vecchio" per cui solo ciò che c'era prima era buono. Di buono ora c'è molto: semplicemente è altrove! Nella scena sludge-doom, ad esempio. Scoria del ciarpame stoner ("stoner": una scena nata ufficialmente dopo che l'unico suo gruppo valido si era già sciolto... e parlo dei Kyuss!), ha generato realtà musicali intrecciate con lo space-rock, col noise, col doom Sabbathiano tradizionale e con l'hardcore più acido. Gli Ufomammut, i primi Electric Wizard, i Boris: questi e tanti altri hanno detto qualcosa di nuovo pur partendo dal vecchio. Dimostrazione che la minestra si può riscaldare, ma c'è modo e modo! Ripetere un riff dei Sabbath all'infinito non può e non deve bastare.
Uh :D
Ho trovato il tuo blog proprio mentre cercavo informazioni sulla dipartita del "comune conoscente" Dave, che spero non abbia deciso di suicidarsi per l'avvento incontrollabile della remix-mania che si sta diffondendo ultimamente... penso che ripasserò di qui!
;)
Torna quando vuoi! Hai in homepage una foto che mi suscita tanti ricordi (retrocopertina del debutto degli Shotgun Messiah). Questo ti attribuisce immantinente 5000 punti stima (traduco: devi fare meno di 2 con un dado da 20 per starmi sulle scatole)!
Ammetto però di non capire quale sia la remix-mania di cui parli.
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