Quando si dice Fede

E' inconcepibile (quanto tristemente prevedibile) come a pochi minuti dagli attentati di Londra il picciotto Fede avesse già ipotizzato il mandante no-global, riunendo al solito in un'area semantica TUTTA SUA i concetti di terrorista, no-global, black block ed anarco-insurrezionalista. "Ma no, ma no" -gigioneggiava tronfio e retorico- "Non penso poi che possa esserci la loro mano dietro a un attentato così. Non ne avrebbero le capacità né l'intelligenza". Ecco un uomo che orgasma al solo sentirsi parlare, che fa VERAMENTE un uso personale di un servizio sì (pretestualmente) privato, ma con la dicitura iniziale "TG", che qualcosa dovrebbe voler dire (forse servizio di pubblica informazione? Chissà).

Quanto durerà quest'uomo? Quando finirà questo regime in cui la pubblica informazione è stata soppiantata da questo nazistoide melange di DISINFORMAZIONE, PROPAGANDA POLITICA PERMANENTE e TERRORISMO PSICOLOGICO?
Perché certe strategie non si dimenticano. Perché certe strategie fanno parte del DNA di un governo, di una maggioranza politica e, ahimé, civile che traduce "legittimazione popolare" con "licenza di uccidere". Uccidere esseri umani, uccidere il buon senso, uccidere le libertà civili ed uccidere il diritto d'informazione, essenziale cartina tornasole di ogni repubblica democratica. Come giustamente apostrofò in tempi "fiorentini" la Signora Franca Rame (riferendosi a quella pessima imitazione di essere umano, nonché di scrittrice, chiamata Oriana Fallaci): "(...) e come si chiamano quelli che seminano il terrore? TERRORISTI!"

Manca meno di un anno, ma serviranno lustri per scrostarci la merda dalle orecchie, dagli occhi e dal cuore. Intanto bisogna... avere fede.