BASTA TEOCRAZIA: fuori Dio dallo Stato e dalla Pubblica Istruzione!
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18 novembre 2005

Punirne uno per educarne cento

A parole siamo tutti laici. Esserlo anche nei fatti porta a queste conseguenze: la persecuzione. Tu chiedi di togliere il privilegio di una croce e loro hanno il diritto di mettertici sopra.

Atei, agnostici, musulmani, buddisti, raeliani, fantozziani... chiunque non sia cattolico immagino debba SDEGNARSI e cominciare a reagire. Che schifo di Paese: dopo le Madonnine che piangono sangue, tanto per rimpolpare i sondaggi della domenica, ora abbiamo anche i giudici che vengono crocifissi per aver voluto rispettare un principio costituzionale. Speriamo che abbiano magari meno successo ma più utilità del loro "illustre predecessore".


Venerdì 18 Novembre 2005 14:40
CROCIFISSO: 7 MESI DI CARCERE AL GIUDICE TOSTI

Il giudice di Camerino Luigi Tosti è comparso questa mattina di fronte al Tribunale Penale de L'Aquila per essersi rifiutato di celebrare i processi in aule con affisso un crocefisso; è stato condannato come colpevole.

L'AQUILA - Sette mesi di reclusione e un anno d'interdizione dai pubblici uffici. E' questa la condanna emessa questa mattina dal Tribunale Penale de L'Aquila nei confronti del giudice Luigi Tosti, accusato di omissione di atti di ufficio per essersi rifiutato di celebrare i processi nel tribunale di Camerino.
Da giudice a imputato, in nome del principio di laicità e uguaglianza. E' questa la storia del giudice Luigi Tosti, che ormai da mesi porta avanti una personale battaglia contro la presenza nei luoghi pubblici del crocifisso, che oggi l'ha portato davanti al giudice del Tribunale de L'Aquila. Dal 9 maggio scorso, infatti, il magistrato ha incrociato le braccia e si rifiuta di tenere le udienze nelle aule in cui è esposto il crocifisso.

La sua battaglia, andata avanti anche a colpi di lettere alle istituzioni, è iniziata nei seggi elettorali della sua città d'origine. Dal 9 maggio la sua protesta si è spostata all'interno del Tribunale di Camerino dove il giudice lavora: qui il ministero della Giustizia gli impedisce di esporre la menora' ebraica a fianco della croce.

Per farlo recedere dal suo sciopero, l'amministrazione giudiziaria pensa anche di allestire all'interno del Tribunale di Camerino un'apposita aula senza crocifisso. Questa proposta, però, non piace al giudice che la respinge immediatamente, bollandola come "un'intollerabile ghettizzazione ai danni di un dipendente che non si identifica nel crocifisso dei cattolici".

Ha così iniziato a rifiutarsi di tenere le udienze: "l'amministrazione giudiziaria si rifiuta di rimuovere i simboli religiosi di parte dalle aule giudiziarie e comunque non mi autorizza ad esporre i miei simboli, così violando il principio supremo di laicità ed altri diritti soggettivi assoluti di rango costituzionale".
"Nell'esercizio delle mie funzioni" continua il giudice "io mi identifico nel popolo italiano e nei simboli che identificano l'unità nazionale, e cioè nella bandiera tricolore e nel ritratto del Presidente della Repubblica, ma paradossalmente nessuno di essi è presente nelle aule giudiziarie".

2 Comments:

Anonymous Anonimo said...

Cosa possiamo dire di fronte alla dilagante "(ri)presa di coscienza cattolica"?!Non se ne può più!Oramai non esiste più il principio della libertà di confessione o di non confessione:come italiano devi essere cattolico!Ma io sono atea e sempre più spesso vengo critica (anche da docenti universitari) per la mia scelta!La chiesa cattolica si concentra sempre di più sulla politica italiana, pretendendo di dettare legge con la sua moralità (a volte anche discutibile:è di oggi la notizia di un alto prelato americano condannato per pedofilia) e tralascia i problemi internazionali, i fedeli di tutto il mondo!Ora vogliono mettere mano anche all'aborto, cosa pensabile dopo il referendum sulla fecondazione assistita.
Insomma ci dobbiamo svegliare e darci una mossa se non vogliamo ritrovarci in una teocrazia.

22 novembre, 2005 19:42  
Blogger JonVendetta said...

SI può iniziare dalle piccole cose: ad esempio rifiutarsi di votare in un seggio elettorale che esponga il crocifisso, nel caso non lo volessero rimuovere sotto nostra esplicita richiesta.
E bando ai buonismi e ai qualunquismi del tipo "Ma non ti fa nulla, se non ci credi" oppure "ma sai, la maggioranza è cattolica".... C'è anche una maggioranza di DONNE in Italia, se non erro, ma non ho mai visto uno SPECCHIO affisso in un seggio elettorale.
Mi spiego?
PS: Ok, ora le donne mi odieranno, ma sappiano che combatto anche per loro... Anche per quelle che al referendum avevano di meglio da fare che andare a votare...

23 novembre, 2005 13:45  

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