BASTA TEOCRAZIA: fuori Dio dallo Stato e dalla Pubblica Istruzione!
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31 luglio 2005

"Slowly Cafè" CD / Aquarama promo

Faccio anche lavori per il "nemico", che vi credete? Mica solo brillantini e borchie...
Qui abbiamo due cose decisamente non adatte ai metallari coatti alla Manowar:
1) Compilation uscita quest'anno per lo Slowly Cafè. Digipack riuscito abbastanza bene (la serigrafia sul CD stile 45 giri è venuta meglio del previsto) e lavoro agganciato grazie alla conoscenza dell'immarcescibile dj Corazza. Un altro che di rock se ne intende, tra le altre cose!
La foto in copertina è di Andrea Varani.
2) Promo per Aquarama. Stiloso quanto basta per sentirsi giovani e cool. Benché io sia nato vecchio e decisamente uncool...
Entrambi i CD sono targati Silence Records e prodotti da Marco Lamioni. Il primo ha distribuzione Audioglobe.

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30 luglio 2005

Coniglietti!

Vi girano le scatole e avete 30 secondi per riprendervi? Se il boss non vede cliccate qui e godetevi grandi successi cinematografici, compressi appunto in 30 secondi ed interpretati da... coniglietti!

Imperdibili ALIEN, LO SQUALO, SHINING e PULP FICTION.

Grazie a Costy per la segnalazione. Buona visione e non scordate i popcorn!

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29 luglio 2005

The Shakedowns - "Le Trash"

Anteprima che anteprima non è. Perché "Le Trash", debutto dei fiorentini Shakedowns su Number9 Records, è uscito da tempo. Su questo artwork mi sono divertito da matti, specie nei collages all'interno dell'esiguo booklet (mai usati tanti livelli in Photoshop per una sola pagina). Lo scopo del gioco era fare qualcosa di estremamente "plasticoso". Una specie di "Mariah Carey incontra Barbie Raperonzolo"...
Per la cronaca, Nick e Dallas stanno cercando un nuovo batterista: se volete suggerire qualcuno (magari voi stessi?) li trovate qui! I requisiti sono ovviamente attitudine rock'n'roll a duemila e voglia di fare. O, come hanno scritto loro stessi su un annuncio, "che, se si fissa una sala prove, ci si vada!"...
Per fans di HANOI ROCKS, DICTATORS, CHEAP TRICK e NEW YORK DOLLS.

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Anteprima Jaws Of Fate

Il lavoro grafico per i Jaws Of Fate è stato particolarmente piacevole: gente alla mano, che sa che cosa vuole e come darti gli spunti per realizzarla! Blaster poi è stato fondamentale nella ricerca/scrematura/modifica di immagini. L'anteprima è relativa alla cover di "Descent", primo CD autoprodotto della thrash metal band fiorentina. Uscita prevista: entro la fine del 2005. Ho sentito il promo e vi consiglio di segnarvi il loro nome da qualche parte se vi piace l'old school thrash e apprezzate allo stesso tempo certe cose dei Nevermore!

Qui il loro quartier generale per info e news!

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28 luglio 2005

Artwork in corso d'opera, scartati o inutilizzati





Negli ultimi mesi i cassetti traboccano di scritte e scrittine più o meno malriuscite: alcune fatte a mano, altre sbudellando fonts stra-conosciute, altre ancora combinando le due pratiche più o meno a caso.
Riesumati i tre tentativi per i grinders GOREFUCK (non mollare Marchino, stay brutal!), il bozzetto per i RENEGADE (hard rock/HM), il logo approvato ma ancora inutilizzato dei THE DIRT (hard rock'n'roll) e quello che per ora mi ha dato più "soddisfazione": NURSERY CRYME, per l'omonima e celebre GENESIS/PETER GABRIEL cover band. Lo stile dei caratteri riprende le font usate per il logo GENESIS sull'album "Nursery Cryme", appunto. Già visto stampato su un bel telone di 4 metri e mezzo e... una volta tanto mi son detto "bravo".
Varie ed eventuali: artwork completato per i CD di debutto dei JAWS OF FATE (ancora in attesa della release ufficiale), stesso dicasi per i logo dei melodic/death PROPINQUITY'S VISION (scusate se sono sparito, ragazzi!) e per tre bozze di flyer riservati alla REPVBBLICA POPOLARE DEL ROCK'n'ROLL.
A proposito di quest'ultima, si tengano forte i repvbblicani: in arrivo a breve (seeeh) i PASSAPORTI della Repvbblica! :-)

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Debut CD per i Centurions Ghost

I simpatici doomsters londinesi Centurions Ghost (già intervistati e recensiti su Hammerblow) approdano finalmente al CD d'esordio: "A Sign Of Things To Come" vedrà la luca alla fine d'agosto per l'etichetta svedese I Hate Records.
Previsto tour promozionale anglo-europeo con gli scandinavi Burning Saviours.
Disponibile qui la versione demo della melmosa "Requiem For The Haunted Heart".
Per info e aggiornamenti:
DOOM OR BE DOOMED!
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27 luglio 2005

Taccuino della Repvbblica

Sabato caliente per gli aficionados della REPVBBLICA POPOLARE DEL ROCK'N'ROLL. Di cui, se non si fosse capito, Jon Vendetta è MINISTRO DELLA PROPAGANDA E DEL PUBBLICO LVDIBRIO CON DELEGA SVL FVTILE. Per info sempre aggiornate cercate il link a destra, perché mi fa sinceramente fatica scriverlo... In ogni caso, ecco le alternative live che la Repvbblica propone per questo fine-settimana:
SABATO 30/07
The Modern Gloves + Rodeo Activity @ Festa dell'Unità a Firenze, caffè Melkweg. Dalla mezzanotte dj set della Repvbblica. >> http://www.sgfirenze.it/
DRINKIN' & DRIVIN' Scooter Club presenta: 2° Drinkin' & Drivin' Scooter Rally @ Mulligan's Pub, Montespertoli. >> www.drinkindrivinscooterclub.com
VENICE AIRPORT FESTIVAL Forte Bazzera, Venezia: THE MONSTERS (Svizzera) +HORMONAS (Ve) +SUPER SEXY BOY (Vi). >> http://www.jamclubvenice.com/
50's STYLE, Festa Rockabilly @ Negrita, Ponsacco (PI): Expo auto e moto d'epoca, Tattoo Contest, Performance acconciature anni '50. Dj Superstella Jungle Surf e Dj Sassicaia Molotov.
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26 luglio 2005

2005: Odissea nello strazio

'La Madonna si muove' - Continua ancora il pellegrinaggio dei fedeli
Acerra (Napoli), 26 luglio 2005 - Continua il mistero della Madonna all'interno della chiesa di San Pietro Apostolo ad Acerra, il comune in provincia di Napoli dove, da due settimane la statua della vergine si animerebbe e si muoverebbe. Anche ieri alcuni fedeli, per ben due volte, avrebbero visto la Madonna muoversi. 'La Madonna - racconta Francesco Barbetta, un volontario della protezione civile che da ieri presidia la piazza antistante la Chiesa per motivi di ordine pubblico - si è mossa la prima volta a mezzogiorno e una seconda volta intorno alle 20'.

(se proprio non potete farne a meno, continua qui...)
________________________________________________
Anche se credessi al Signore e tutto il resto, penso che mi verrebbe da vomitare ugualmente. Orsù, chi viene con me a farsi riprendere dal TG5 mentre si fa le foto alla Madonna col telefonino? Oh, il mio le fa da Dio...
VERGOGNA!
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24 luglio 2005

Fatemi passare, sono un dottore

Da un'intervista a Johnnie Holliday, cantante degli STAR STAR:

"In passato avete avuto problemi di alcol e droga, come va ora?"
"Non ho nessun problema con l'alcol. Bevo, mi ubriaco e cado senza problemi."

Impagabile.
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23 luglio 2005

Beatallica in Europa

Finalmente arriva in Europa un gruppo degno di questo nome. Esagerazioni a parte, se avete letto le recensioni ex-Hammerblow postate di recente li avrete incrociati. Si tratta dei BEATALLICA, una cover band un po' particolare: mescolano musica e testi di BEATLES e METALLICA, ma suonando e cantando in modo incredibilmente simile alla band di Frisco. Il risultato sono canzoni dai titoli inverosimili ("The thing that should not let it be" o "Leper Madonna"...) e molto divertenti. Sul loro sito i due album autoprodotti sono scaricabili per intero e gratis, cosa che mesi fa ha fatto incazzare le major, subito riuscite ad oscurare il sito. Dopo una petizione firmata da migliaia di utenti (me compreso, ovviamente!), dichiarazioni di stima e solidarietà dei Metalllica stessi (questa poi) ed essersi resi conto che si tratta di "tributo" e "parodia", non "plagio" o "diffamazione", tutto è tornato fortunatamente online...
Il loro cocktail è affine, nelle intenzioni dell'ardito mix, a quello dei vecchi DREAD ZEPPELIN. Con la differenza che in quel caso si trattava di unire ELVIS e LED ZEPPELIN.
Ad ogni modo, se passate dalla Germania o dall'Austria quest'estate, controllate la sezione "shows" del sito di Jaymz e soci per sapere dove faranno tappa!

Direttamente dalle "news" di www.beatallica.com
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7/21/05
It's official! Beatallica will be touring Europe this October.
Dates will be posted next week after all the bookings are finalized. The band will be playing mainly in Germany and Austria with our brothers-in-armbands
The Punkles, and possibly other countries as well. Check back for more updates!
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Turbulence 3: Heavy Metal

Lo, lo so.
In fatto di film oggi ce n'è per tutti i gusti, da LA7 alle reti Merdaset...
Alle 16:00 su LA7 avrete notato la presenza dell'immortale capolavoro dei fratelli Zucker TOP SECRET. Per inciso, l'UNICA VERA GRANDE INTERPRETAZIONE di Val Kilmer...

... Ma alle 22:45 circa, su Italia1, vi consiglio di non perdervi il DELIRANTE "Turbulence 3: Heavy Metal".
Vedrete:
  1. Come si sono ridotti ex-attori modesti ma rispettabili come Rutger Hauer e Joe Mantegna. Il primo sfoggia un faccione sornione ed inebetito pericolosamente simile a quello di Amedeo Minghi. Il secondo ricicla le sue solite espressioni marmottesche.
  2. I mirabolanti imprevisti che si verificano in volo: un concerto "death metal" (che tale non è, essendo il protagonista un simil Marylin Manson...) su un aereo di linea, trasmesso in diretta web ed interrotto da un dirottatore terrorista nonché satanista. Non dite che con la Meridiana non vi è mai successo!
  3. Come sia possibile mettere cento cose nello stesso film. E tutte sbagliate.
  4. Belle parrucche.
  5. Trama, dialoghi e recitazione aldilà dell'immaginazione umana.
  6. (con un po' di ottimismo) Qualche interruzione pubblicitaria.

Se esitate a guardarlo perché temete si sappia in giro, tenete presente che il sottoscritto se l'è comprato in videocassetta, usato, alla cifra insanguinata di 4 euro pur di averlo...

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22 luglio 2005

Guido male

...Ma se proprio devo morire in un incidente, voglio che sia un frontale con una SMART.
Esigo che l'ultima immagine impressa sulla mia retina sia una di quelle auto da stronzo avvolta da una palla di fuoco.
Mentre lo stereo esala l'ultimo respiro sui Black Label Society a volume 12.
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21 luglio 2005

Morte a 33 giri

Segnalo due eventi di spessore in quel di Novoli, per la precisione allo ZERO (viale dell'Olmatello 2/2, angolo viale Guidoni):

sabato 23 luglio

Si esibirà nientepopodimenoche ALBERTO CAMERINI. A seguire Selene dj.

domenica 24 luglio

Cinema "a luce rock". Charles Martin Smith: "Morte a 33 giri" ("Trick or treat"). A seguire Candyman dj. Avremo/avrete l'occasione di rivedere le gesta del perfido Sammi Curr e dell'imbranato Eddie Weinbauer. Inutile aggiungere (lo sapete già) che nella pellicola compaiono GENE SIMMONS nel ruolo di dj radiofonico e OZZY OSBOURNE... in veste di predicatore televisivo! Grandiose poi le musiche dei FASTWAY per la colonna sonora. Buona visione.

Per info: 055.435458 - 055.2469353 - info@tea4one.com

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Camilla

Vecchia ma sempre efficace.
La vignetta, intendo.
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Uff...

Scusate l'assenza.
Postata quasi tutta la "robaccia". Rimangono alcuni report di concerti, ma ora come ora mi fa VERAMENTE fatica...
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18 luglio 2005

Intervista PHANTOM BLUE (novembre 2004)

Metal femminile: passione e missione!

Intervista con Linda McDonald (batteria)

Realizzata da Jon Vendetta (JV) e Wild Cat (WC)

Tradotta da Jon Vendetta

WC & JV) Un caloroso benvenuto su queste pagine! Dunque, partiamo da lontano… Siete attive dall'87 e all’epoca del vostro debutto (1989) l’ambito hard rock e metal era popolato da diverse band al femminile o con elementi femminili al proprio interno (VIXEN, LITA FORD, WITNESS, LAOS, GIRLSCHOOL, LISA DOMINIQUE, BITCH, SMASHED GLADYS, LEE AARON, PRINCESS PANG, WENDY O’ WILLIAMS, etc.).
Esisteva davvero una forma di rivalità tra queste bands o si trattava unicamente di notizie maliziose create dai mass media? Quale di questi gruppi/artisti dell'epoca oggi scomparsi nel nulla avrebbe secondo voi meritato maggior fortuna?
Linda McDonald) Non c'è mai stata assolutamente alcuna rivalità tra le PHANTOM BLUE e queste altre bands, almeno non da parte nostra, che io sappia! Mai alcuno screzio con le altre "metal ladies", poiché eravamo essenzialmente tutte parte di un fenomeno teso a valorizzare le donne come parte attiva della scena metal di allora, anziché relegarle al mero ruolo di groupies. Vorrei aver conosciuto le GIRLSCHOOL, realmente tra le prime bands femminili a sfondare e farsi un nome, incrinando lo stereotipo imperante del metal come genere suonato solo dai maschietti. Abbiamo conosciuto le VIXEN, DORO, LITA FORD e LORRAINE LEWIS (cantante dei FEMME FATALE, oggi dedita al country - NdJV) ed era tutta gente a posto. Era un mercato in salute e molto competitivo, ma tutte noi ragazze dovevamo tenerlo su. Fu difficile all'inizio convincere l'industria discografica a prenderci sul serio, ma sento che abbiamo effettivamente aperto le porte al futuro delle donne nella musica aggressiva. Se avessimo passato il tempo ad accapigliarci (devo citare il termine esatto usato da Linda: "catfighting", tipico delle scaramucce femminili e caro ai cultori di certo soft porno di nicchia… J - NdJV) ne sarebbe uscito il miglior incontro degli anni '80, non trovate?
Per quanto riguarda le "sfortunate", beh… penso che le PHANTOM BLUE avrebbero meritato qualcosa di più! (ride)

WC) Un brevissimo commento su ogni vostra passata release, per aiutare chi non dovesse conoscere le PHANTOM BLUE.
LMcD) "Phantom Blue" - 1989, Shrapnel/Roadrunner Records: Prodotto da Steve Fontano e Marty Friedman.
Questa fu la nostra prima avventura nel mondo delle incisioni. Un elegante CD dai contenuti più melodici dello standard Shrapnel dell'epoca. Ottimi assoli.
"Built To Perform" - 1993/4 Roadrunner/Geffen Records: Prodotto da Max Norman. Songwriting ed attitudine su questo album erano più duri che nel debutto ed il risultato fu più grezzo e naturale. Guest solos di Marty Friedman e John Norum.
"My Misery" - Maxi Single, 1993 Roadrunner: Include il singolo "My Misery", una versione acustica dello stesso e due brani non inclusi in "Built To Perform".
"Prime Cuts & Glazed Donuts" - 1996, Marlin: Biografia a fumetti della band con bonus CD in regalo (registrazioni di brani inediti, dalle session dei primi due album).
"Caught Live!" - 1998, DRZ: Una raccolta live direttamente dalle date dl tour europeo delle PHANTOM BLUE.
"Full Blown" - 1999, 5 Song Demo EP: Il titolo dice tutto! Cinque nuove canzoni in versione demo per la gioia degli ascoltatori.

WC) Cosa successe esattamente nel 1993? All’epoca eravate al secondo album, discreto successo e, reduci da un tour di gran successo, la Geffen vi scaricò. Sappiamo dei numerosi cambi di line-up che sono poi avvenuti (Dyna Shirasaki, Gigi Hangach, Nicole Couch, Kim Nielsen, Mary Jo Godges, Tina Wood, etc.), ma cosa vi ha effettivamente "bloccato" per tanto tempo?
LMcD) Già, la Geffen pareva non sapere cosa farsene di noi, così tennero il secondo album sui loro scaffali, mentre la Roadrunner fece tutto quello che poteva per promuoverlo (grazie Roadrunner!).
Penso fu colpa del litigio interno tra l'etichetta e il nostro addetto Relazioni e Pubblicità. In ogni caso noi volevamo andarcene, loro volevano che ce ne andassimo, così ne è seguita un'ovvia e consensuale separazione, senza rimorsi o rimpianti. I cambi di fomazione furono dovuti a un po' di tutto: da problemi psicologici, di droga, conflitti di personalità, futili gelosie a semplici personalismi, negando tempo e sforzi che sono indispensabili in un'attività di gruppo come quella di una band.
Penso che il tempo di questa band non sia mai stato scandito in modo regolare, e non mi riferisco al mio modo di suonare la batteria (ride)! Eravamo sempre nel posto giusto al momento sbagliato, a quanto pare. La prima line-up era a mio parere quella perfetta; avremmo potuto essere una grande band ma, per un qualche dannato motivo, questo non è mai stato messo in condizioni di accadere e ormai me ne sono fatta una ragione.

WC) A conti fatti l’aspetto fisico in un mondo abbastanza sessista e maschilista come quello del rock vi ha aiutato ad emergere o vi ha invece penalizzato? Ovviamente è la più carina tra voi che deve rispondere! :-)
LMcD) La più carina purtroppo non è qui ora, quindi risponderò io! Penso che il nostro "look" sia stato una specie di valore aggiunto nel prodotto: una specie di bonus. Ma abbiamo sempre anteposto la musica, poiché senza musica non c'è band (già… vallo a raccontare ad autentici bluff come ROCKBITCH o EROCKTICA! NdJV).
Ci ha procurato una visibilità utile per iniziare, ma è toccato alla musica giustificare e mantenere viva quell'attenzione. E qui veniva il bello: alla gente pareva particolarmente intrigante vedere giovani musiciste sudate suonare musica aggressiva!

WC) Ti ci vedi a 50 anni a suonare hard rock in giro per i palchi di tutto il mondo?
LMcD) Continuerò a suonare la mia batteria finché sarò capace di farlo e finché ci sarà un mercato che me lo consente. Dubito che sarà sempre nel contesto live delle PHANTOM BLUE, ma forse mi beccherai da qualche parte su una di quelle navi da crociera, ad accompagnare un cantante di piano-bar! Sai, uno di quelli che si noleggiano per i matrimoni! (ride)

WC) Cosa pensate del fenomeno “nu metal”, soprattutto relativamente al fatto che la former guitarist delle PHANTOM BLUE, al secolo Michelle Meldrum, milita nella band MELDRUM?
LMcD) Apprezzo qualcosa e credo che molto altro sia robaccia, come in ogni genere musicale d'altronde. Pensa che ho attraversato una fase di depressione musicale stavo per vendere il mio drumkit (lo so… ti dirai "che razza di idiota!"). Non ero più sicura di ciò che volevo. Ascoltando DISTURBED, STATIC-X e SOD ho come ricevuto uno "schiaffo" che mi ha risvegliata dal torpore ed ho ricominciato ad ascoltare nuova musica.
Onestamente penso che molta di quella roba siano avanzi riciclati, ma ci sono buone bands là fuori. E soprattutto credo mi sia piaciuto il fatto che ci fosse qualcosa alla radio che tentava di essere nuovamente heavy, e che la batteria avesse ancora un ruolo importante: pesante e veloce!
Purtroppo le chitarre ed il basso stanno invece riducendosi all'osso e ormai quasi chiunque può imbracciare una sei corde e suonare quelle canzoni. E anche la voce non è sempre entusiasmante: ne ho abbastanza dei cloni di Cornell (bleah)!
Penso che le MELDRUM stiano facendo cose buone, nonostante le canzoni di Michelle siano cresciute in una direzione differente da quelle della sua militanza nelle PHANTOM BLUE.
In definitiva, tra pro e contro, il nu metal ha quantomeno riportato il metallo nel mainstream.

WC & JV) La vostra carriera ha intrecciato quella di molti grandi nomi. Che ricordi avete di personalità influenti del panorama metal come MIKE VARNEY (boss della Shrapnel Records, che pubblicò il debut album della PHANTOM BLUE) e MARTY FRIEDMAN (produttore del medesimo progetto)? E di JOHN NORUM (ospite su "Built To Perform" e marito di Michelle) e DON DOKKEN (che vi produsse i demo tra il primo ed il secondo album) che ci dite? E l'istrionico PAUL GILBERT (che fu istruttore di chitarra di Nicole e Michelle)?
LMcD) MIKE VARNEY: E' un sagace uomo d'affari. Ricordo uno stabilimento per l'allevamento dei polli trasformato in uno studio ed una casa meravigliosa con archi e scalinate… Ci ha impacchettate ben bene quando siamo state "prelevate" dalla Geffen (ride). Non avremmo avuto quella opportunità se non fosse stato per lui. Sono molto grata a Varney per questo, benché io voglia ancora indietro le mie dannate royalties!
MARTY FRIEDMAN: Una persona unica. Era sempre così concentrato, gentile, incoraggiante e con la pazienza di un santo. E' tutt'oggi un amico ed il suo talento, la sua spinta, il suo entusiasmo e la sua passione musicale mi hanno sempre ispirato. Andammo a trovare i CACOPHONY in sala prove e ti assicuro che fu un'esperienza da manicomio! Ricordo anche una jam mattutina con Marty, mentre lavoravo all'uso del click. Che spasso!
JOHN NORUM: Ricordo l'inizio della sua storia d'amore con Michelle (Meldrum)… Hanno avuto il loro primo bambino appena due mesi fa! Comunque… che chitarrista!
DON DOKKEN: Don ha un cuore d'oro. Ci ha prese tutte sotto la sua ala protettrice, appoggiandoci ed aiutandoci durante la fase di pre-produzione del nuovo materiale, in modo da renderlo presentabile per gli "alti papaveri" delle major. Ha superisionato le nostre prove, organizzato uno showcase e quindi trascinato delegati di TUTTE le major in un'asta al rialzo tra di loro, pur di scritturarci, col contratto Geffen come risultato finale.
E' una persona meravigliosa ed anche un amante delle anatre (questa poi… NdJV)! Da lui ho imparato moltissimo sull'industria discografica. E' sempre stato una specie di eroe per me, ma non gliel'ho mai detto! (ride)
PAUL GILBERT: Amo la sua immaginazione! Ricordo soprattutto la sua presenza in studio, durante le prove.
Lui e Bruce Boulliet davano lezioni a Nicole e Michelle, e tutte noi abbiamo visto e sentito (ore ed ore di sessioni) quanto follemente spettacolari fossero quei due! Paul partecipò ad uno dei nostri show al Troubadour (Hollywood) e suonò la batteria su un nostro brano, "Going Mad". Senza dubbio una delle persone più positive che abbia mai conosciuto, con un gusto pazzesco per quanto riguarda l'abbigliamento! (ride)

JV) Un pensiero per Rana Ross, vostra ex bassista, tristemente scomparsa nel maggio 2003 a soli 34 anni.
LMcD) Dio ti benedica, Rana. Era una ragazza molto determinata e con una grande forza di volontà: perfettamente cosciente di ciò che voleva e sempre pronta a tutto pur di ottenerlo. E' un sollievo che non soffra più, come durante la sua malattia. Riposa in pace, Rana.

JV) Torniamo alla musica. L'aspetto chitarristico delle release targate PHANTOM BLUE è sempre stato predominante e decisamente superiore alla media delle all-female bands (per tecnica e groove). Linda e Josephine, nel 2001 avete dato il vostro contributo a "Warmth In Wilderness - Tribute To JASON BECKER".
Che tipo di ispirazione ha rappresentato per voi questo sfortunato quanto geniale chitarrista? Cosa vi ha colpito maggiormente del suo stile e quanto della sua opera si può ritrovare nella vostra musica?

LMcD) Grazie. Anch'io credo che le chitarriste delle PHANTOM BLUE siano sempre state di alto livello e mi ritengo fortunata per aver potuto lavorare con ognuna di loro: non sono facili da trovare! Incontrando per la prima volta JASON BECKER, mi sbalordì trovare tanta creatività in qualcuno che non aveva mai toccato alcool né droghe in vita sua! (ride). Lo incontrammo ai Prairie Sun Studios (stavamo registrando il nostro primo album, mentre lui era immerso nella produzione del debut di RICHIE KOTZEN nella sala accanto) e si dimostrò da subito una personalità naturalmente "astratta" nel suo modo di essere, un uomo meravigliosamente gentile ed ironico. Amo ciò che ha creato e so che è stato un'ispirazione per gran parte delle chitarriste che hanno militato nelle PHANTOM BLUE, inclusa Josephine: lei adora il suo modo di suonare ed era entusiasta di suonare "Baby's On Fire" su quel CD. Mi sento onorata per essere stata invitata anch'io a partecipare alle registrazioni, per le quali ho scelto il brano "Becker Ola".

JV) Qual è attualmente la situazione delle PHANTOM BLUE? Prospettive discografiche, tour, composizione di nuovi brani, direzione musicale?
LMcD) Vorrei tanto che le PHANTOM BLUE se ne uscissero con un nuovo CD zeppo di pezzi pesanti come la m**da, con riff tosti, linee di basso bastarde e batteria spaccaossa dappertutto… e, ovviamente, un sacco di grandi melodie vocali come ciliegina sulla torta. Ma… è tutto fermo in favore di un side project che è andato aldilà delle nostre più rosee previsioni!

JV) … Le IRON MAIDENS, project cover band di Linda, Sara e Josephine, giusto? Ma sono solo un'attività "collaterale" dovuta al momentaneo stop del gruppo principale o rappresentano una realtà appagante e forse definitiva?
LMcD) Le IRON MAIDENS sono sì una tribute band, l'unica tribute band femminile dedicata agli Iron Maiden ad essere precisi. Ma in realtà la risposta è l'opposto della tua domanda: lo stop attuale del gruppo principale è dovuto proprio al successo e alle richieste inerenti le IRON MAIDENS. La gente ama gli Iron e si diverte davvero a vedere e sentire delle donne suonare e ricreare un vero show alla Iron, specialmente ora che gli "originali" non fanno abbastanza tour (comprensibilmente) per soddisfare la fame di tutti i loro fans statunitensi. Diciamo che manteniamo la loro musica viva da queste parti e diffondiamo l'amore per i Maiden "quando i ragazzi non sono in città"! E ci divertiamo anche un sacco a farlo! Dovrete venire a vederci se mai capiteremo dalle vostre parti! Abbiamo ricevuto così tante richieste per un CD delle cover che proponiamo on stage (ci credereste?), che alla fine l'abbiamo registrato per davvero: uscirà nei primi mesi del 2005. E l'artwork verrà curato addirittura da Derek Riggs! Quando volete potete visitare il sito http://www.theironmaidens.com/, per tenervi informati sul progetto!

WC & JV) Già che siamo in argomento cover, passaggio spesso necessario per le band emergenti, quali differenze ritenete esistano per una giovane band hard rock oggi, rispetto agli anni del vostro debutto? E' più facile o più difficile "sfondare"?
LMcD) Oggi è facile più che mai ottenere visibilità di massa. Con Internet si hanno opportunità di essere ascoltati in tutto il mondo standosene seduti in casa propria. Non penso che le major abbiano più lo stesso prestigio che avevano una volta, specie quando hai da una parte numerose etichette indipendenti pronte a darti più attenzione e dall'altra la possibilità di vendere da solo la tua roba (se sai come farlo senza il supporto di un'etichetta). Oggi le band hanno accesso a tecnologie che consentono di filmare ed editare un video, registrare musica, ci sono cable-tv, siti web e un sacco di altre cose. E' facile sfondare? Beh, i mezzi sono semplicemente più facilmente accessibili. Poi spetta alla musica, alla tua dedizione e alla tua "imprenditorialità" fare la differenza.

JV) Prima di staccare, la classica ultima domanda un po' stupida... Qual è l'ultimo CD che hai comprato ed apprezzato (metal o non)? Quale quello che non compreresti mai?
LMcD) L'ultimo CD che ho comprato è "The Glorious Burden", degli Iced Earth. Quello che non comprerei mai… qualunque cosa di Celine Dion. Grande cantante, ma proprio non fa per me.

WC & JV) Ragazze, grazie mille per la vostra disponibilità, a nome dello staff e dei nostri lettori. Sarebbe troppo chiedervi di inviarci una foto autografata, con dedica ad Hammerblow? Molti della redazione se la contenderanno fino alla morte….
A presto!

LMcD) Certamente! Ti mando qualcosa prestissimo! Grazie tante per l'intervista!

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Intervista KURNALCOOL (luglio 2004)

Ricky Tyger Bigwhite e John Big George ci svelano, da sobri, i segreti ed i retroscena degli inventori del “Vì Metal”: gli storici KURNALCOOL!
Intervista con Ricky Tyger Bigwhite (voce) e John Big George (voce)

(JV) Eccoci qua con gli indiscussi artefici ed alfieri del “Vì Metal”, metallo verace in dialetto marchigiano e ad alta gradazione alcolica (senza metanolo o altre schifezze). In redazione ho parlato di voi accennando un parallelo teutonico: ho azzardato che non siete voi i “TANKARD italiani”, bensì i Tankard i “KURNALCOOL” tedeschi! Oltretutto avete iniziato quasi contemporaneamente: il vostro demo d’esordio “Bumba Atomika” è dell’86, lo stesso anno di “Zombie Attack” del combo crucco. Che ne dite di iniziare “classicamente”, svelando qualche aneddoto sulle origini del progetto etilic-metal dei Kurnalcool? “Come”, “quando”, “perché”? P.S.: Italiano o marchigiano, fate vobis…
(JBG) Mah, come tutte le cose più belle è accaduto tutto per caso: Ricky e Bob Riot (un fondatore), in contemporanea con le prime bombe prese, cominciarono a scrivere alcuni testi deliranti già qualche anno prima della nascita della band. Poi chiesero a me se volevo partecipare e se conoscevo qualcuno disposto a musicare ‘sti testi… Ecco, è cominciato tutto così: sbornie, metallo, poca figa e delirio inside... per la cronaca sto scrivendo un libercolo sulla nostra storia che magari non je ne frega un cazzo a nessuno, però c’avevo voja de farlo… e contiamo di farlo uscire col prossimo CD per il ventennale dei Kurnalcool.

(JV) Già dai demo della seconda metà degli ottanta (custodisco gelosamente “Svinavyl” e “Slongame La Biscia”) amavate proporre versioni stravolte di classici metal. Indimenticabile il tormentone “The Final Countdown” (EUROPE), che trasformaste in “Paninari Del Cazzo”, registrando pari pari l’intro originale del brano (in quel posto alla SIAE…) e sostituendo le “tastiere a trombetta” con dei sani “parapappappà” vocali, belli sguaiati. Notevoli anche “Noi Semo I Road Crew” (distruggendo i MOTORHEAD), “Acqua E Limò” (“Breaking The Law” dei JUDAS PRIEST!) e “Ragioniere” (“Knock ‘Em Dead Kid” dei MOTLEY CRUE…. aiuto!), per carità, ma “Paninari” fece la storia dell’underground metal di allora. Ricordo che tutti la conoscevano, pur non avendo il vostro demo e non avendovi mai visto dal vivo. E non stiamo parlando di un’epoca come la nostra, in cui Internet la fa da padrona (ovvero in cui tutti hanno tutto e nessuno ascolta niente)…
Allora la musica la si andava a cercare nelle riviste di settore (due), nelle bancarelle, ai concerti, nei negozietti, dagli amici, per posta, ecc. Quanto sentite sia cambiata la scena attorno a voi e quanto vi riconoscete ancora nel clima disincantato (“demenziale” mi è sempre sembrata una parolaccia) delle cover di allora, a fronte della seriosa e inconsistente attitudine del metal italiano di oggi?
(JBG) Fare le cover c’è sempre piaciuto e ancora oggi le registriamo e le suoniamo dal vivo. Qui, caro mio, è cambiato tutto, scena e figuranti; come rimpiango i gruppi italiani anni ‘80: Strana Officina, Sabotage, Gow, Crying Steel, Revenge, Danger Zone, Gunfire (hai detto nulla, mancano solo HOCCULTA ed Astaroth! NdA)... gente genuina che ha creato il solco e che non ce l’ha fatta solo perché i tempi non erano maturi.. Io mi sento a mio agio “lì”, oggi un po’ meno. Sarà l’età, sarà il fatto che sono consapevole che più di questo non potrò fare. Nel 2004 sono a mio agio quando sento il metallo dell’84. Ma forse la tua domanda era un’altra… Vabbè, me sarò sfogato...

(JV) Già che ci siamo… Qual è il segreto del vostro successo, per underground che sia? Come si fa ad incentrare una intera carriera sulla sola tematica del vino ed uscirne vittoriosi? Fegato a parte intendo…
(JBG) Vedi, abbiamo sempre cercato di divertirci e per fortuna, quando ciò non accadeva, o ci siamo temporaneamente sciolti o chi non si divertiva più se ne è andato amichevolmente. Per quello che riguarda il vino tutto nasce dal fatto che la cosa più logica da fare era raccontare la nostra vita e quella delle persone che ci circondano, cercando sempre il lato divertente della cosa ed essendo cresciuti in un circolo Endas (quello della foto interna di “Stand By Vì”) ubriaconi e sbevazzi vari per molti del gruppo sono stati scuola e doposcuola... Devo dire che gli ultimi arrivati nella band hanno rialzato di molto il tasso del gruppo... Siamo vittoriosi??? Grazie!!!

(JV) C’è verso di vedervi dal vivo o bisogna per forza andare al mare a Fano (PS) per 15 anni di seguito (come ha fatto il sottoscritto, NdA) e sperare di beccarvi in spiaggia a tracannare barolo? Sul vostro sito, sempre in marchigiano, fate sapere che il CD è disponibile in tabaccherie (!) ed altri esercizi assurdi delle vostre parti, ma per le date live c’è da sperare in un pronto aggiornamento o in qualche dritta a voce. Ci date almeno la seconda?
(JBG) Cazzo, a Fano non c’avemo sonato mai, ma lì intorno una marea de volte... C’avemo qualche problema col sito ufficiale, quindi vi invito tutti a controllare quello del fans club di MASTROVERNACCIA: http://www.kurnalcool.tk/.

(JV) A proposito di esercizi non necessariamente “metal”… Hammerblow ha un’apposita sezione sul mangiar bene (in Toscana); premesso che non si mangia mai senza bere (“non si mura a secco”) e che il metallo si sposa bene col vino (“l’acqua fa la ruggine”), qual è la classifica ufficiale dei vini per i Kurnalcool? Almeno i primi tre, dai, e ricordatevi che state parlando con dei toscani, quindi occhio… Per arricchire la sezione “mangiar bene” ci potreste segnalare almeno una trattoria ove pascersi come si confa ad un “guerriero del metallo” e abbeverarsi del vino più succoso?
(Alla parola “vino” esplode il caos e non so a chi attribuire la risposta… Dovevo aspettarmelo! NdA) Vini!!! Lacrima di Morro d’Alba!!!! Metalvernaccia di Serrapetrona e Verdicchio de Cupramontana!!!! Venite tutti alla Festa dell’Uva a Cupra che si tiene la prima domenica di ottobre (sabato sera...) ...C’avemo scritto su una canzone... (“Kupralcool”) ...poi è certo che in Toscana se beve e se magna alla grandissima!
Il nostro rifugio per cene da distruzione totale è IL BUCATINO - BOSCHETTO DELLA CHIUSA, che rimane a 10 Km da Ancona Nord verso Jesi: uscita Monsano, poi a sinistra e dopo qualche Km ancora a sinistra... con 18 euro te strafogi de damagnà... pure il limoncello... venerdì anche pesce... sennò classici... bucatini, tagliatelle... Diego, Rolando e tutto lo staff vi aspettano per pranzi e cene indimenticabili... ti allego il simpatico biglietto da visita... (questa è collaborazione, diamine! Controllate tra i link della sezione “Mangiar Bene” di Hammerblow! NdA)

(JV) Avete avuto problemi di formazione negli anni, che vi hanno prima fatto attaccare gli strumenti al chiodo, poi rimaneggiare la line-up una volta ritornati sugli scudi, acclamati a gran voce.
Possibile che siete sempre così ubriachi da non riuscire ad andare d’accordo? Come è andata con i vari defezionari?

(RTB) A distanza di anni direi che abbiamo avuto i problemi che hanno un pò tutte le bands, famose o no: nel ‘90 ci sciogliemmo quando un pò tutti pensavamo che era ora di pensare più ad un lavoro e una eventuale famiglia, insomma a mettere su casa e lasciar perdere con le stronzate da ragazzini.
Ma, si sa, il metallaro in genere non è mai così: rimane sempre quel qualcosa dentro che sbatte… Ci siamo rimessi insieme quasi per caso nel ‘96, quando ognuno di noi era abbastanza stanco dei vari progetti solisti (come le grandi band!!!!!!!) ci siamo accorti che c’erano già delle cover bands dei Kurnalcool che riscuotevano successo in zona, e siamo tornati.....
Poi due anni fa alcuni di noi avevano dei problemi soprattutto di tempo, visto che suonavano con un’altra decina di gruppi, non riuscivamo mai a fare una prova tutti insieme e quando si suonava dal vivo ognuno andava un pò per i cazzi suoi...
Lo zoccolo duro è stato costretto a prendere una decisione e la sezione ritmica ci ha abbandonato. E’ stata dura perchè ci univa l’amicizia di 15 anni oltre che la musica... All’inizio c’è stato qualche rancore, ma adesso è tutto a posto: è rimasta l’amicizia e non è poco.

(JV) Mi pare che, a livello sonoro e visivo, l’ultimo lavoro (“Takki A Beve”, 2003) abbia visto una svolta “glam”, o almeno “street”. Donnine qua e là nell’artwork del CD, una maglietta dei FASTER PUSSYCAT che campeggia nel libretto interno e riffs molto sleazy in qualche pezzo (“C’ho Il Bisolfito”, “Non Sai Perché”), che non mi sarei mai aspettato vista la vostra passata produzione. I nuovi arrivati hanno portato un’aria “americana” in quel di Falconara? Che gli racconto ora, a quei conservatori della redazione? Che siete diventati dei poser?
(RTB) Il fatto è che con la passata formazione nessuno dei tre che hanno abbandonato il gruppo era stato d’accordo nell’incentrare di più il dicorso sulla figa (vedi copertina) che tira sempre e porta successo!!
Ovviamente con l’avvento dei nuovi (concordi a tutto se no li ‘mmazzàmo....) c’è stata la svolta suddetta, poi a livello musicale e dei testi non mi sembra che sia cambiato molto, forse ci siamo leggermente “sgrezzati”...

(JV) Ora le domandine corte e facili-facili: il vostro più grosso rimpianto e la vostra maggiore soddisfazione?
(RTB) Il nostro più grosso rimpianto: non aver ancora potuto suonare al Festivalbar, ma un Festivalbar organizzato da noi, ovviamente con il bar!
La nostra maggiore soddisfazione: non aver suonato ancora al Festivalbar e quando un giorno qualcuno sentirà la nostra canzonetta rimpiangerà di non averci mai chiamato... (la canzonetta in questione è “Volemo Andà Al Festivalbar”, sempre su “Takki A Beve”, NdA)

(JV) Tra sbronze ed etilometri, qualcosa di allucinante vi sarà capitato, magari in concerto. Qual è l’episodio più assurdo avvenuto on stage in tanti anni di onorata carriera?
(JBG) Mah, devo dire che, a parte denuncie varie per “Porta ‘Na Donna” (testo scurrilissimo, garantisco io, NdA), interruzioni di corrente elettrica per fermarci, una crisi comunale dovuta ad un nostro concerto, lettere di intimidazione dal parroco di Falconara, vecchie collassate, un paio di cappottamenti con la Panda… devo dire che grosse storie non me ne vengono in mente!

(JV) Il pezzo non vostro che avreste voluto comporre voi ed il pezzo vostro che non avreste mai voluto comporre?
(RTB) Il pezzo che avremmo voluto comporre: “Rapid Fire” dei Judas Priest, ribattezzata “Rapida Della Madonna”, contenente solo ed esclusivamente bestemmie… c’è un aneddoto e te lo racconto.
Nel lontano ‘87, quando si componeva un testo, si cercava sempre di seguire una canzone famosa: come è stato per “The Final Countdown” e “Knock ‘Em Dead”, si accendeva i registratorino portatile (eh, i vecchi tempi...) e si registrava la canzone originale dallo stereo con la voce nostra incisa sopra, non so se mi sono spiegato...
Quando si è provato a farlo con “Breaking The Law” dei Judas Priest (“Acqua E Limò”) alla fine qualcosa si è inceppato ed è partita la seguente “Rapid Fire”; nel tentativo inutile di fermare quel cazzo di registratore si è continuato a cantarci sopra, puoi immaginarci che razza di rosario c’era dentro quel testo così maledettamente spontaneo... (conoscendovi immagino… NdA)
Il pezzo che non avremmo mai voluto comporre: nessuno, sono tutti bellissimi!

(JV) Qui in redazione siamo molto legati al metal anni ‘80, e musicalmente non c’è nulla di strano visto il piattume dei giorni nostri. Cos’erano per voi gli “anni ‘80” e quale l’aspetto distintivo per cui si può dire “quell’epoca non tornerà più”?
(JBG) Forse ho già risposto... Io ricordo con che difficoltà potevamo andare ai concerti, comprare maglie nere e borchie e quanto amore ci si metteva in tutto: dalle riviste metal (per non parlare delle meravigliose fanzine fotocopiate che conservo gelosamente) a concerti scassati... Ecco, tutto questo non tornerà più. Oggi tutti siamo “più professionali”, c’è troppa competizione e quindi troppo stress: questo si riflette anche sulla musica, che difficilmente è fresca e ha qualcosa da dire. (Agnar, qui devi concordare pure tu, sennò mi licenzio e ti prendi il Fuzz come collaboratore! NdA)

(JV) Progetti per il futuro? Sempre che ce ne sia uno, chiaro! Magari qualcosa legato alla vostra etichetta, la SVIRGIN Records (vi voglio bene…), che sembrava pronta ad accogliere materiale di altri gruppi. Se ne farà mai nulla?
(JBG) Eh, la Svirgin... Sarebbe bello ma sarà molto difficile, principalmente per mancanza di tempo; credò resterà la nostra gloriosa etichetta... (devi vedere la faccia di quelli che ci stampano il CD quando leggono il nome...) E’ nostra intenzione fare sicuramente un CD nuovo per il ventennale del 2006, con una serie di eventi collaterali, tipo un videostory e il libro di cui ti parlavo prima, e sicuramente un megashow. Prima di allora vorremmo pubblicare su un unico CD i nostri demo, che comunque si trovano tranquillamente su eMule, insieme a tante rarità...

(JV) Vi ho tartassato abbastanza, credo… Lasciate Hammerblow e i suoi adepti con una delle vostre perle di saggezza, magari aggiungendo la traduzione; dedica, slogan o monito… en pijamo tutte (spero di aver reso l’idioma senza sfigurare).
(JBG) Io chiuderei con uno dei primi slogan: “DROGATEVI DI ALCOOL NON DI LSD QUELLO CHE VOJO E’ UN BUTTIGLIO’ DE VI’... BUMBA ATOMIKAAAAAA!”

(JV) Grazie ancora per la disponibilità e… “Stand By Vì”!
(JBG & RTB) Grazie a te e ai tuoi lettori imbriagoni... KEEP ON SBORNING!

Per contattarli:
http://www.kurnalcool.net/ (o http://www.kurnalcool.tk/)
info@kurnalcool.net

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Intervista EXCITER (agosto 2004)

I pionieri del power/speed all’arrembaggio!

Intervista con John Ricci (chitarra)
Realizzata da: Running Wild & Jon Vendetta
Tradotta da: Jon Vendetta

RW) Un metallico e fraterno saluto a tutti voi da Hammerblow, che vi ringrazia anticipatamente per averci concesso l'onore di avervi come ospiti di prestigio sulle nostre pagine. Siete il secondo act della scena canadese che ci rilascia un'intervista, dopo John Mikl Thor, e difatti partiamo subito col chiedervi se conoscete questo bizzarro personaggio. Avete mai avuto modo di suonare insieme a lui e di conoscerlo di persona?
JR) Sì, incontrai Thor a Londra anni fa, nel 1985 credo, nell’ufficio del manager dei Motorhead. Lo avevo visto in concerto molto tempo prima di allora, negli anni ’70. Allestisce dei grandi live: la sua musica è semplice ma efficace e molto “visuale”.

RW-JV) Con “Dark Command” gli Exciter hanno gridato al mondo che erano tornati per colpire ancora, e diremmo che il vostro grido si è rivelato verità: la vostra ultima fatica, “Blood Of Tyrants” (che, vi giuro, è stato nel nostro lettore cd per lunghissimo tempo) ne è la conferma e fa di voi uno dei gruppi più coerenti a questo mondo, dal sound heavy rock, fatto di velocità ma anche impatto, cattiveria così come sintesi. Dopo tutti questi anni, siete ancora dell'opinione che, nelle vostre stesse parole, il vostro sia “power heavy metal”?
JR) Noi suoneremo sempre Power/Speed Metal. Siamo dei pionieri di questo genere e continueremo a perfezionare questo stile musicale basato su un intenso attacco brutale ai nostri fedeli ascoltatori. Non ci venderemo MAI!

RW) Tempo fa ci fu uno split con il vostro vocalist Jacques, che si mormora non abbia un caratterino molto facile, e difatti si è letto che se ne andò sbattendo la porta in faccia a tutti voi. Ora che è rientrato stabilmente in line-up, ci spiegate cosa è successo di preciso in merito a questa vicenda, e come mai vi siete visti costretti a sostituire Marc Charron al basso?
JR) Come spesso accade, la storia con Jacques fu che delle divergenze artistiche si frapposero tra noi e ciò creò della tensiona. A volte questa tensione sfociò in diverbi. Ciò è molto comune tra musicisti. Dopo un periodo necessario per calmarci tutto è tornato a posto. Jacques è tornato e questo è ciò che conta. Il passato è dimenticato. Ho deciso di dedicarmi io il basso sul nuovo album visto che non abbiamo trovato un nuovo bassista da che Marc Charron se ne è andato (il perché resta un mistero quindi, NdA).

JV) Nell'album di imminente uscita (“New Testament”, NdA) avete deciso di riproporre classici risuonati e riregistrati dalla nuova line-up. Ci chiediamo come mai siano stati omessi alcuni album (“Unveiling The Wicked” e l'omonimo dell'88) a favore degli ultimi due, decisamente recenti e forse non bisognosi di un “make up” sonoro (in fin dei conti gli unici album dalla produzione scarsa erano i primi due). Voglia di confrontarsi con se stessi, prima ancora che con i propri predecessori? O gli album ignorati, legati alla fase più melodica della vostra carriera, suonano ancora come prodotti ambigui e non rappresentativi? O forse è solo John a non rimpiangere quei dischi, su cui non ha suonato (scherziamo…)?
JR) Hai perfettamente ragione. Non abbiamo incluso tracce da “Unveiling The Wicked” o da “Exciter” poiché non suonai io su quegli album, i brani sono troppo melodici e lo stile chitarristico non era crudo ed essenziale. Rispetto ad ogni modo il lavoro alle sei corde di Brian McPhee su quei dischi.

JV) Per il nuovo materiale che finirà sul prossimo studio album avete dichiarato di essere in fase di stesura. Qual è il vostro approccio compositivo al momento e come è cambiato attraverso gli anni (se lo ha fatto)?
JR) Le nuove canzoni per il prossimo disco degli Exciter saranno sul solito stile, ma la costruzione e gli arrangiamenti dei pezzi saranno studiati con l’obiettivo di raggiungere un’audience ancor più vasta. Ciascuna peculiarità musicale di ognuno di noi verrà sfruttata in pieno.

RW) John, il tuo nome è indissolubilmente legato a quello di Dan Beehler, che insieme a te ha contribuito a formare questa macchina da guerra che si chiama Exciter ben 26 anni fa. Con tanto di rispetto per te e per i ragazzi che ora suonano con te, non è che forse agli Exciter di oggi manca quel tassello che va a completare il puzzle? In poche parole è stato giusto tornare senza Dan?
JR) Non ho avuto altra scelta che tornare senza Dan. Dan ha abbandonato la musica e gli Exciter nel 1993, mentre io volevo continuare. Ero conscio del fatto che non sarebbe stata la stessa cosa, ma confidavo nella possibilità di soddisfare i vecchi fans e conquistarne di nuovi, grazie ai nuovi musicisti ed al talento vocale di Jacques.

JV) La fila di illustri ex è lunga: Allan Johnson, Brian McPhee, Rob Malnati, David Ledden, Rob Degroot, Marc Charron, per non parlare dello storico Dan Beehler. Quale il ricordo più buffo e quale quello più doloroso degli ex membri degli Exciter?
JR) Non mi va di parlare o menzionare i passati membri degli Exciter. Quanto è accaduto con loro è meglio che venga lasciato da parte (c’erano due modi di prendere la domanda: con umorismo o con sincerità; peccato che John abbia scelto la terza… NdJV).

JV) Le band canadesi hanno da sempre mostrato una personalità unica nel panorama metal passato e presente: Thor, Voivod, Anvil, Annihilator, Sacrifice, Helix, Watchtower, Strapping Young Lad, Zimmer's Hole, Cryptopsy. Larry Gillstrom dei Kick Axe in un'intervista ha dichiarato: “Most good metal bands in Canada had to go to the US to be recognized. The music industry in Canada at that time did not understand hard rock or metal bands.”. Pensate che sia ancora così nel 2004 o c'è una scena canadese che brilla di luce propria?
JR) La scena metal canadese, visto il supporto dell’industria musicale, è una buffonata. Le bands che hai menzionato hanno dovuto lottare per avere visibilità nel loro stesso Paese. Se cerchi di farti una carriera nel metal il peggior Paese al mondo che ti può capitare è il Canada. L’industria musicale qui non capisce l’heavy metal e non lo sa promuovere, diversamente da americani ed europei.

JV) Se doveste dare un consiglio ad una band emergente che intende proporre un sound simile al vostro oggi, quale sarebbe? Tenendo in considerazione tutte le mode che hanno imperversato dai vostri esordi ad oggi (hair metal, speed & thrash, death, black, grunge) ed una tecnologia non necessariamente “amica” dell'industria discografica (Internet e l'annosa faccenda mp3).
JR) Fondamentalmente ogni giovane band che vuole prendere esempio dagli Exciter dovrebbe scrivere musica che viene dal cuore e suonarla con convinzione ed energia. Allo stesso tempo dovrebbe evitare di renderla troppo “progressiva”: mantenersi semplici e puntare su passaggi azzeccati e riff memorizzabili.

RW) Ok ragazzi, purtroppo siamo in fase di chiusura: lasciate un messaggio ai lettori di Hammerblow e dite loro se ci sarà modo di poter vedere gli Exciter dal vivo in Italia a breve scadenza.
JR) Il nostro Tour Europeo è oramai confermato: saremo là dall’8 al 17 Ottobre 2004. Abbiamo una data in Italia, ma città e palco non sono ancora stati fissati al momento. Per aggiornamenti vi invitiamo quindi a controllare sul sito del nostro booking agent: www.crushconcerts.com. Grazie per l’intervista. Probabilmente ci vedremo in Italia il 15 Ottobre!

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Intervista DEVASTATOR (luglio 2004)

DEVASTATOR
Intervista con Luke (batteria)

(JV) Allora ragazzi, dopo avervi visti recentemente dal vivo al New Breed di Fornacette (PI), penso di non dirvi alcuna novità se confesso che la vostra dimensione ideale sia quella live. Il vostro thrash old school si sposa bene con la furia on (e off) stage. Anche il vostro demo d’esordio (“Live To Make War”, 2003) è stato catturato live. Una scelta di tipo economico o pensavate che effettivamente fosse l’optimum per riproporre l’impatto della vostra musica?
(L) Ti dico la verità... Il nostro demo live non è stato registrato appositamente dal vivo: ci trovavamo alla Comunità Giovanile a suonare per il loro concorso e il fonico ci ha solamente chiesto se volevamo la registrazione live del nostro concerto. Siccome costava veramente una sciocchezza abbiamo subito risposto di sì, ed il risultato non è poi così male!
Resta comunque il fatto che i Devastator sono una live band al 100%.

(JV) Correggetemi se sbaglio, ma credo che i vostri punti di riferimento principale sia nel thrash europeo, tedesco innanzitutto, degli eighties: in particolare mi avete ricordato il rifferama serrato e lo screaming maligno degli ASSASSIN, dei DESTRUCTION e dei primi KREATOR. Tuttavia altre soluzioni meno frontali denotano influenze alla SACRIFICE (grandiosi epigoni canadesi del thrash made in Europe). In più il vostro immaginario belligerante non può non rimandare direttamente ad altre glorie come SODOM o AT WAR. Quali ritenete essere le vostre principali influenze del passato e del presente?
(L) Beh, hai proprio fatto centro! Le nostre influenze derivano dal thrash tedesco rigorosamente eighties: Kreator, Sodom, Destruction in primis, ma anche gli altri gruppi che hai citato sicuramente sono una grande fonte di ispirazione per noi... Prendiamo spunto anche dai gruppi che hanno fatto grande la storia del thrash fuori dall'Europa: non ti sto a fare la lista, tanto i nomi li conosciamo tutti! Ultimamente stiamo componendo dei pezzi con sonorità molto più orientate verso il rock'n'roll sporco e veloce: questo denota l'ispirazione che abbiamo tratto da uno dei nostri gruppi preferiti in assoluto, i grandissimi Motorhead!

(JV) La solita domandina stile “album di figurine”… La vostra ideale all-time thrash band, elemento per elemento, che line-up avrebbe?
(L) Ti stilo la mia thrash metal band definitiva... Formazione a quattro elementi: basso/voce, due chitarristi e batteria. Al basso/voce Tom Araya, alle chitarre Kerry King e Jeff Hanneman, alla batteria Dave Lombardo. In poche parole il mio gruppo preferito in assoluto: gli Slayer!

(JV) Nel set da voi eseguito compaiono anche alcune cover: “R.A.M.O.N.E.S.” e “Killed By Death” (c’è bisogno di citarne l’autore?). Al di là del thrash canonico e di altre bands musicalmente affini, come pensate che si possa suonare “estremi” nel 2004 proseguendo questa strada, considerata il limite assoluto di violenza negli ’80? Abbracciando sottogeneri successivi (death, grind, black, brutal) che hanno sì oltrepassato la soglia del dolore del thrash, ma risultano spesso asfittici e poco “musicali”? Oppure mescolando le carte in tavola, aggiornando suono, produzione ed arrangiamenti, ma rimanendo comunque “fedeli alla linea”?
Come intendete insomma ri-contestualizzare un genere che, Svezia a parte, non pare avere più molti proseliti, soprattutto nella nostra penisola?

(L) Il thrash per me rimane il genere più estremo, sulfureo e malvagio di sempre, chiaramente il thrash dei gruppi più oltranzisti. Se consideriamo che il black e il death derivano alla grande dal thrash, non posso fare a meno di incoronare quest'ultimo.
Sicuramente accostare le nuove produzioni a riffs tipicamente eighties può far storcere il naso ai più fedeli alla vecchia scuola, ma secondo me non è del tutto sbagliato, a patto sicuramente che il prodotto suoni potente e diretto, e non “moderno” come gran parte delle nuove produzioni.

(JV) Domanda un po’ velenosa. C’è un dettaglio che mi ha lasciato perplesso osservando la sleeve del demo: dai titoli e dalle immagini di carri armati sembrate ostentare una certa propensione alla belligeranza, ma la dedica sul retro smentisce: “This live is dedicated to all people, soldiers and civilians, who died by senseless aggressions of wars all over the world”.
Dunque, qual è la vostra posizione? Vi inserite nel filone alla Jeff Hanneman, ovvero “colleziono cimeli nazisti ma solo per passione”? O in quello alla AT WAR/CARNIVORE, di pura e semplice esaltazione della guerra?

(L) Ti premetto che i Devastator sono una band apolitica al 100%. La situazione un po' ambigua che appare osservando il nostro demo è dovuta dal fatto che a noi piace l'aspetto puramente estetico della guerra (carri armati, aerei, navi, armi ecc, tra l'altro il mio ex chitarrista è pure un maniaco dei modellini) ma allo stesso tempo sappiamo che i mezzi che tanto ammiriamo hanno provocato morte e distruzione nel corso della storia, e quindi abbiamo lasciato un messaggio di cordoglio verso ogni tipo di vittima provocata dalle guerre.
Siamo metallari, ma sotto questo aspetto siamo dei veri fricchettoni, e se anche abbiamo messo un carro armato in copertina, disprezziamo la guerra e i disagi che ha prodotto! (chiamali disagi… NdA)

(JV) Dopo il concerto mi avete accennato a delle prospettive contrattuali per un imminente CD. A che punto siete? Ve la sentite di sbottonarvi o è ancora presto per cantare vittoria?
(L) Allora, la situazione è questa: il nostro demo live è stato registrato con la vecchia formazione, Luca alla voce, Andrea alla chitarra, Rob al basso e io alla batteria. Problemi di lavoro hanno portato alla defezione di Andrea: Rob è passato alla chitarra e Rikka è entrato al basso.
Avevamo intenzione di registrare un nuovo demo (stavolta in studio) per presentare a tutti la nuova formazione (quella che hai visto al New Breed).
Poi penseremo in futuro ad un vero e proprio full lenght. Sono in contatto con varie etichette italiane ed estere, vedremo in futuro se riusciremo ad instaurare una collaborazione.

(JV) Nella vostra attività live avrete suonato assieme a molte thrash bands tricolori. In questo settore la scena italiana offriva già poco negli ottanta (degni di esportazione allora erano praticamente solo NECRODEATH e BULLDOZER): tra le nuove leve di oggi su chi puntereste?
Quale vi pare la più competitiva e perché?
(L) Se devo dirti come la penso, secondo me i gruppi più validi in ambito thrash qui in italia che sono una spalla sopra tutti sono HATEWORK e IRREVERENCE. Gli Hatework li vidi suonare come supporto ai TANKARD e mi impressionarono sul serio, poi abbiamo avuto la fortuna di dividere il palco con gli Irriverence sabato 3 luglio. Anche loro, oltre ad essere degli ottimi musicisti, sono persone estremamente alla mano ed umili. C'è pure da dire che sono dei pazzi scatenati: forse è per quello che ci siamo subito trovati bene tra di noi… ehehehehe!

(JV) Eccoci all’angolino del “costume”. Qual è la cosa più strana o assurda che vi è capitata in concerto (figuracce, incidenti, risse, episodi bizzarri)?
(L) Ehehehe, questa è una domandona! Durante i nostri concerti succede un po' di tutto: persone che montano sul palco a cantare, oggetti che volano (sabato è pure arrivato un reggiseno al mio chitarrista)... Le situazioni più esilaranti sono quelle che si verificano dopo i nostri concerti, visto che dopo il concerto ci ubriachiamo molto spesso… ehehehe! Una situazione un po' strana l'hai potuta vedere tu stesso sabato 3 luglio... Dovevamo esibirci a una cert'ora e poi, per problemi di affluenza, l'orario del nostro concerto è slittato in avanti. Per ingannare il tempo abbiamo ben pensato di berci su, ed è finita che abbiamo suonato ubriachi... La gente comunque si è divertita!

(JV) Quale il vostro miglior pregio e quale il vostro peggior difetto (come musicisti o persone, fa lo stesso!)? Tanto per dare un’idea a chi non vi conosce, sul perché venire (o non venire) a vedervi on stage…
(L) Beh, chi ci conosce lo sa come siamo, ehehehe... Per chi non ci conosce posso dire che siamo quattro pazzi che amano fare casino, ubriacarsi, drogarsi, suonare e stare in compagnia! Siamo persone molto umili, sempre pronti ad imparare da chi ha più esperienza di noi...
Il nostro peggior difetto? Forse ci distruggiamo troppo… ehehehehe!

(JV) Ok, fine della “tortura”. La redazione vi ringrazia per la disponibilità, vi augura di raggiungere i vostri obiettivi nel più breve tempo possibile e attende vostre news, appena ve ne saranno. Salutate Hammerblow ed i suoi lettori come si confa ad un act di fiero e potente thrash metal, please, e a risentirci prestissimo!
(L) Grazie per lo spazio concessoci, un saluto alla HammerBlow per essersi interessata a noi! Visitate il nostro sito per eventuali novità! Ci becchiamo on stage per un'altra serata in nome del thrash!

Per contattarli:
http://www.devastator.it/
thetruedevastator@hotmail.com

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Intervista CENTURIONS GHOST (novembre 2003)

A Londra la fiamma del metallo plumbeo brucia ancora: parola dei CENTURIONS GHOST
Intervista con James (voce) e Rich (basso)

(JV) Hail brothers. Per favore, svelateci qualcosa sulle origini della vostra band: chi, quando, perché e da quali altre esperienze musicali (nel caso ve ne siano state).
(J) Siamo insieme dal 2002.
Fondamentalmente è andata così… Rich (bassista) ed io eravamo al Ruskin Arms (il famoso metal pub dove hanno iniziato gli IRON MAIDEN), a vedere delle bands locali. Il posto era vuoto e stavo pensando “Questa non è neppure l’ombra di quello che accadeva nei mitici giorni della NWOBHM”. Proprio in quel momento Rich si gira e mi fa: “Riportiamo il british metal dov’era!”. E quello fu il nostro intento dall’inizio. C’è voluto un sacco per trovare la gente giusta ma valeva la pena aspettare. Ora abbiamo una gran bella line-up con influenze che coprono tutto lo spettro metal.
E così eccoci qui!
Rich è un musicista a 360 gradi: ha composto il nocciolo delle tracks, missato il demo ed è un ottimo ingegnere del suono. Una volta suonava in una fantastica band dei primi ’90 chiamata SEARING ORCHARD. Speriamo che un giorno i loro demo rivedano la luce. Lui è la vera spina dorsale dei CENTURIONS GHOST (quanti cantanti direbbero lo stesso di altri membri della loro band? NdA).
Andy è semplicemente un chitarrista meraviglioso. Passa la maggior parte del suo tempo accanendosi sulle sue asce, cosa che traspare nei suoi mitici solos. 110% di dedizione al suo strumento adorato. Un vero guitar god!
Dan 138 aggiunge una dimensione tutta nuova ai Ghost. Se ne è venuto fuori con dei riffs maligni e sentirete molta più farina del suo sacco nel songwriting futuro. Dan scrive inoltre temi per film horror con il suo progetto “138”, che ve la faranno fare sotto dalla paura! Sappiamo quanta influenza gli italiani hanno nel mondo dell’horror (“hanno avuto”, visto che Bava Jr ormai fa solo Fantaghirò e Argento non ne azzecca una dagli anni ’80… NdA), quindi occhio ad alcuni dei suoi lavori, che approderanno nelle coste del Mediterraneo molto presto.
Milly ci ha resi una band completa. Ci stavamo veramente rompendo l’anima per trovare il batterista giusto, finché i Ghost non si sono imbattuti in lui: un musicofilo che trova sempre drumfills infiniti, riffs e grooves metal. Milly cura anche il nostro sito e suona nella prog metal band END OF LEVEL BOSS. Sia Milly che Dan 138 prima suonavano in una band chiamata FLOOD.
Per quanto riguarda me, cantavo in una band chiamata PYFORIA quando ero un adolescente e vivevo in Australia. Poi mi sono trasferito in Giappone per migliorare il mio giapponese (il che potrebbe tornare utile se andassimo in tour nella Terra del Sol Levante). Rich ed io gestiamo inoltre un metal club, il DEMON’S GATE. Non avevo preso in considerazione di tornare dietro ad un microfono finché non sono venuto in Inghilterra, ma ora sono orgoglioso di essere in uno dei “Mightiest British Metal outfits around”. “Hail to England”!

(JV) Dopo aver assistito al vostro show (Hope & Anchor, 28 ottobre 2003, con STAND ASIDE, VIOLENT ASYLUM and RETOX), ed in particolare dopo aver sentito il vostro demo CD, credo che l’approccio dei CENTURIONS GHOST al metal possa essere accostato a quello delle vecchie true metal bands, quali CANDLEMASS, OMEN, o i primi METAL CHURCH, anche se il vostro sound non è inquadrabile in un solo genere. Quali influenze sentite essere preponderanti, tra le bands del passato?
(J) Tutti e cinque abbiamo una tale gamma di influenze che spesso la gente trova difficile etichettarci come gruppo. Una cosa è sicura: CENTURIONS GHOST = HEAVY METAL.
Tra i vari, Rich ed io siamo grandi fans dei CANDLEMASS: il loro debutto è il mio preferito di tutti i tempi, benché anche MANOWAR e DIO siano tra le bands che adoro.
Andy ascolta DREAM THEATER e TESTAMENT, tra i tanti. A Milly piacciono BLACK SABBATH, CATHEDRAL, SLEEP, ELECTRIC WIZARD (grandissimi! NdA) e un sacco di roba prog; Dan ama i MISFITS ma anche i MOTLEY CRUE (come me d’altronde) e Rich ascolta VENOM (anch’io), SLAYER, CONFESSOR, ENTOMBED, OBITUARY ed altro ancora.
Tutti amiamo anche gli IRON MAIDEN, ma se guardi le cinque bands preferite di ognuno (fate un salto sul nostro sito!) ne troverai più di venti che ci hanno influenzato.

(JV) In caso aveste risposto alla precedente domanda con “C***o, certo che la roba vecchia era migliore! Il nu-metal fa schifo e Fred Durst è un coglione!” (effettivamente sei stato più diplomatico di quanto avrei fatto io), il quesito successivo sarebbe stato, ed è: qual è la via migliore per mantenere determinati sound, songwriting ed attitudine, in tempi in cui ognuno sembra sostenere che “tutto è già stato fatto, detto, suonato: vogliamo novità”? (io dico sempre di girare la questione a Lemmy e pregare che non capisca…)
(J) Questa è proprio una buona domanda, Jon. Forse io non sono la persona più indicata per rispondere ma ci proverò…
Se ti diverti a farlo, CONTINUA A FARLO!!! Parti dalle tue influenze, rimbalza da un’idea all’altra e trova la tua identità in questo “Almighty World of Metal”. Credo che la maggior parte dei gruppi avrebbero mollato se avessero cercato di rifare i SABBATH, i PURPLE, ecc. Invece quelle bands hanno aperto la strada e guarda quanta roba c’è oggi là fuori. L’heavy metal è uno stile di vita affascinante con spazio abbastanza per migliaia di Eroi e Furfanti, Riffs e Melodie, Odio ed Ironia e, principalmente, ATTITUDINE.
E spesso è un come un circolo eterno, basta guardare tutte le bands classiche che sono tornate insieme; fortuna per me che sono riuscito a vedere ed incontrare i CANDLEMASS in carne ed ossa!
Ciò che mantiene il Metal fresco sono le persone che lo ascoltano. E’ il genere musicale con la base di fans più dedita al mondo, ed anche chi suona è fondamentalmente un fan. Un famiglia universale! IL METAL SARA’ IN GIRO PER SEMPRE!

(JV) Diamo un’occhiata ai vostri testi. Le lyrics non sono incluse nel demo e ho qualche difficoltà nell’interpretarli. Potresti sintetizzare il contenuto dei pezzi che ritieni più personali o rappresentativi della vostra musica?
(J) Finora Rich si è occupato di tutti i testi e per darti un’idea ti posso dire che sono molto oscuri, macabri ed animati da passione e rabbia. Quelli più concitati sono in canzoni come “Ancient Rites”: “Come and take a trip through time, taste the banshee blood divine, Fallen angels gather round, dance to the moonlight mystic sound”. In “Misery Serenade” trovi invece il dolore e la sofferenza per la perdita della persona amata: “Cast to darkness, my body fall, damn fell creatures of misery call, cold embrace my emotions fade, sanctified by a ghostly serenade”. Quest’ultima è una… canzone d’amore, anche se alla maniera dei CENTURIONS GHOST!

(JV) Hai detto che sei di origine australiana. Cosa sai della scena attuale della tua terra natìa? Le uniche metal bands australiane che mi vengono in mente su due piedi sono gli HOBB’S ANGEL OF DEATH e gli SLAUGHTER LORD. I primi si sono riformati nel 2003 dopo secoli di oblìo ed i secondi si sono sciolti 15 anni fa, quindi mi sa che non sono molto aggiornato…
(J) Beh, ormai sono più di due anni che sono via, ma i miei fratelli metal australiani mi dicono che la scena è ancora viva e vegeta. Ci sono sempre state buone bands laggiù, ma non sono mai state date loro chance per suonare oltre confine.
C’è un gruppo attuale che spacca, i PEGAZUS, che hanno suonato al Wacken un paio d’anni fa ed ora sono su Nuclear Blast.
Sono in contatto col loro chitarrista Johnny Stoj e so che al momento stanno lavorando ad un live album. Non appena varcheranno le soglie dell’Europa ve lo farò sapere, ragazzi.
Per quanto riguarda i fans australiani, sono appassionati come ogni altro ed io ne so qualcosa, perché sono uno di loro!

(JV) E cosa mi dici della scena inglese (Londra in particolare)? In Italia non c’è molta collaborazione tra bands underground e il vasto numero di presuntuosi e montati non aiuta molto. Qui ognuno pensa di essere l’eroe del giorno solo per uno straccio di demo venduto unicamente ai familiari più stretti. Avendo provato il clima di Londra in realtà musicali relativamente piccole, come l’Hope & Anchor e l’Underworld, ho avuto l’impressione che le cose da voi vadano in maniera opposta. Sei d’accordo?
(J) Senza dubbio. Ci aiutiamo tutti, perché nessun altro bastardo lo farà, fuori che noi! (esigo un applauso, NdA)
Non avrebbe senso mettersi i bastoni tra le ruote a vicenda, perché non porterebbe da nessuna parte e rischieresti di essere sbattuto giù dal palco da un’altra band. Nessuno ama vedere gente arrogante on stage: quelli non appartengono al Metal.
La scena sta prendendo piede e ad ogni concerto salta fuori qualche nuova band da aggiungere. Suoniamo i demo dei gruppi emergenti al DEMON’S GATE e, personalmente, ti dico che se vedo per strada uno con una t-shirt metal gli faccio il gesto delle corna e lo saluto col mio accento australiano: “Good on you mate!” (una volta succedeva anche qui… NdA).
Quando puoi dai un’occhiata ai nostri compagni metal “stabili” (MANDEVILLE, 2/3RDS JESUS CHRIST, VIOLENT ASYLUM, ASOMVEL, LIGATURE, 7TH CHILD e DESCENT) e alla mitica metal webzine http://www.live4metal.com/.

(JV) Avete sfornato da poco questo demo CD omonimo con tre tracce. Quali saranno i vostri prossimi passi?
(J) Torneremo in studio all’inizio del nuovo anno per incidere un EP di sei brani, con un sound seriamente brutale. Ri-registreremo anche “Misery Serenade”. Fino ad allora saranno tutte date dal vivo.
Per maggiori dettagli controllate sul nostro sito.

(JV) Le etichette inglesi frugano ancora nei clubs per pescare le metal bands o cercano semplicemente la “next big thing”, a volte addirittura costruendola dal nulla (le rockstars “una botta e via”, per intenderci)? Ricordo di aver visto in piccoli pub (ad esempio il minuscolo Water Rats Pub) bands inglesi, come MEDULLA NOCTE, DOMINION e RAGNAROK, che poi hanno rilasciato dischi per case discografiche di un certo spessore (Peaceville, Earache). Come sono le cose oggi da questo punto di vista?
(R) Non è facile oggigiorno per le etichette, poiché la tecnologia disponibile le rende quasi inutili. Le sole cose che una casa discografica ha da offrire sono: buona distribuzione, management e promozione (e non sempre te ne sanno dare); sappiamo di bands che hanno firmato per un’etichetta e non puoi trovare i loro CD da nessuna parte, perché pochi negozi riescono ad averne una copia o addirittura neppure sono al corrente che il CD è uscito!
Se una band è in grado di gestirsi, musicalmente e promozionalmente, non c’è ragione per non proporsi autonomamente e vendere i propri brani in rete, visto poi che è questa la direzione in cui l’industria musicale sta andando.

(JV) Quali bands attorno a voi, secondo i vostri gusti, credete abbiano le capacità o l’opportunità di fare un salto di qualità (da queste parti piazzare un dischetto sullo scaffale di un negozio è l’obiettivo principale, ma sappiamo entrambi che non è che l’inizio)?
(R) C’è qualche talento davvero buono là fuori e c’è anche della bella merda! Al momento c’è una scena underground seria ed in buona salute nel North England: bands come THE ENCHANTED e BLOODSTREAM, e poi… NOI! (scherzo!)
Seriamente, aggiungerei DESCENT, VIOLENT ASYLUM (che suonano roba svedese come, se non meglio, degli svedesi stessi), poi MANDEVILLE (eccellente metalcore da sentire assolutamente), LIGATURE e 7TH CHILD (grossi nomi della scena death/grind), infine THUS DEFILED (black metal). Ci sono palate di buone bands con cui siamo in contatto e cerchiamo sempre di aiutarci l’un l’altro il più possibile.

(JV) Ok, non voglio annoiarvi oltre. Salutiamo i nostri amici/fedeli di Hammerblow. Slogan, citazioni, minacce e linguaggio offensivo sono consentiti e (personalmente) molto apprezzati!
(J&R) Ok, a tutti voi là fuori, motherfuckers che amate il metallo! Mantenete il metal vero, vivo e sano, perché sapete tutti che non è solo musica: è uno stile di vita! Un giorno molto vicino approderemo sulle vostre coste per suonare il PURE FUCKIN’ METAL dei CENTURIONS GHOST. Ad allora amici miei! \m/ (James & Rich)

Per contattarli:
http://www.centurionsghost.com/
rich@centurionsghost.com, demonsgate777@yahoo.co.uk

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Intervista BIOMECHANICAL (novembre 2003)

Ritorno al futuro: dalla Terra d'Albione, gli eclettici BIOMECHANICAL
Intervista con John K (voce)

(JV) Ciao John! Allora, raccontaci qualcosa sulle origini della tua band: chi, quando, perché e da quale altra esperienza musicale. Ad esempio: oltre ai BIOMECHANICAL, tu sei anche il nuovo singer dei BALANCE OF POWER. Cosa ci dici circa gli altri ragazzi della band?
(JK) Dal 1999 ad oggi ho dedicato un sacco di tempo alla musica. Desideravo scrivere un album metal, quello che poi sarebbe divenuto "Eight Moons". Allora non ero sicuro di voler mettere su una band vera e propria. Benché ami far parte di un gruppo, spesso le discussioni e gli attriti che nascono tra musicisti diventano frustranti e volevo evitare che accadesse, se possibile. Fortunatamente incontrai un chitarrista di talento (Steve Forward) che registrò con me il primo demo. Col tempo capii che una band era necessaria per portare avani il progetto BIOMECHANICAL. Fu allora che Steve mi presentò Jamie Hunt, anch'egli grande chitarrista, dotato di profonde conoscenze musicali e notevoli capacità esecutive. Dopodiché Steve abbandonò per impossibilità di seguire la cosa con costanza. Fu un duro colpo, ma dovevo perseverare e scovare il futuro resto della band; lascia che te lo dica… fu un incubo. Voglio dire, Londra è una città con dodici milioni di abitanti e non riuscivo a trovare un solo batterista, bassista o chitarrista da inserire in formazione! Pazzesco! Dopo mesi di ricerca mi sono imbattuto in un sito per musicisti e ho letto l'annuncio di un ragazzo che suonava "rock, pop, bla-bla-bla e metal". Mi son detto "ok, proviamo" ed è così che ho trovato Chris Webb. Un chitarrista eccellente e che ha subito apprezzato il materiale su cui avrebbe lavorato (e meno male, cacchio). Jon al basso e Matt alla batteria furono poi il degno sigillo per i BIOMECHANICAL, un sollievo visto che la sezione ritmica è sempre la parte critica da completare!
Alla fine la band era pronta ma già in precedenza diverse cose erano accadute. Eravamo sotto il management di Steve Brown (produttore di CULT e MANIC STREET PREACHERS) ed un forte interesse di giganti come la Sanctuary e la SPV ci dava speranze. Beh, prima le due etichette ci hanno lasciato con un pugno di mosche, poi anche il signor Brown ha fatto le valigie. Ci siamo autogestiti per un po', scoprendo di poter attrarre da soli l'attenzione di anche più case discografiche: Spitfire, Epic e Revolver Records. Dopo lunghi negoziati abbiamo deciso che quest'ultima faceva al caso nostro e la scorsa estate abbiamo firmato per loro. Eccoci dunque all'album "Eight Moons", uscito ad ottobre!
La collaborazione coi BALANCE OF POWER è iniziata su segnalazione del mio manager attuale, che mi riportò la proposta di lavorare alle linee vocali del nuovo loro album. Ho accettato ed il resto è stato un dannato spasso! Grandi ragazzi quelli della band, grande musica, gran divertimento. Non vedo l'ora di cantare quei brani dal vivo.

(JV) Vi ho visti dal vivo all'Underworld (Londra) la scorsa settimana con INFOBIA e FOURWAYKILL di spalla. Grande show, potente ed intenso. Mentre su "Eight Moons" la vostra musica suona come un mix (molto personale) di PSYCHOTIC WALTZ, WATCHTOWER e NEVERMORE (con puntate alla PANTERA e alla JUDAS era "Painkiller"), on stage sembrate privilegiare un impatto pioù diretto. Probabilmente l'assenza delle tastiere ha donato alla performance un tocco più grezzo. Vi sentite vicini alle band succitate, per approccio compositivo o "drammatizzazione" dei brani?
(JK) Mi sono allontanato dal metal negli anni '90 perché le release di quegli anni erano deludenti (pensa ai vari "Load" e "Reload", ecc.); preferii concentrarmi sullo studio della musica. Quando mi sono ritrovato a scrivere ancora materiale metal non avevo idea di chi fossero le band che hai citato tu (Ovviamente non si riferisce a Pantera e Judas, NdJV). So che se te lo dico suono come un completo idiota, ma giuro su Dio di non aver mai ascoltato quei gruppi fino a tempi molto recenti. Il modo di comporre dei BIOMECHANICAL prese spunto dal grande metal degli '80, da MAIDEN, PRIEST, PANTERA, SLAYER, ecc.. E queste sono tutt'oggi le mie influenze principali.
E' vero comunque che abbiamo un suono più crudo dal vivo. Ciò è dovuto a due fattori: 1) Come dici tu, non ci sono tastiere. 2) La produzione di un album è difficile da replicare su un palco, a meno che tu non abbia un impianto tecnico adeguato, un tuo ingegnere del suono ed altre cosette.
Diciamo che trovo interessante che la band abbia due suoni distinti. E spero che la cosa risulti stimolante anche per i nostri fans!

(JV) Il livello tecnico dei componenti dei BIOMECHANICAL è veramente altissimo. La tua voce in particolare mi ha impressionato: capace di muoversi tra registri acuti e ruvidità thrash, con facilità e personalità impressionanti. Quali sono i cantanti del passato che senti essere stati di principale ispirazione per te, e per quale motivo o caratteristica?
(JK) Grazie davvero, mi fa piacere che tu apprezzi i nostri sforzi! I frontmen che mi hanno influenzato maggiormente sono ROB HALFORD, BRUCE DICKINSON, GEOFF TATE e PHIL ANSELMO. Il motivo è che ciascuno di loro ha una notevole gamma vocale, grande potenza e tutti (tranne forse TATE, che ha portato lo stile di DICKINSON ad un livello superiore) hanno di fatto inventato uno stile personale.

(JV) Quando mi è stato chiesto da alcuni amici che genere di metal suonaste non ho saputo dare una risposta precisa od esauriente. Troppe sono le influenze e troppo forte, al tempo stesso, la vostra personalità, a parer mio. Potresti (per la gioia dei "secchioni" che hanno sempre e comunque bisogno di un'etichetta da affibbiare) dare una definizione calzante alla vostra proposta? Le vostre canzoni rivelano un brillante equilibrio tra metal classico e mood futuristico/progressivo: sarei curioso di sapere come la vedi.
(JK) Sai cosa? Ho avuto lo stesso problema nelle altre interviste e anche parlando in generale con la gente. Cercare di etichettare il nostro stile non è la cosa più facile del mondo, credo, e mi piacerebbe chiamarlo semplicemente "metal".
Se uno vuole necessariamente dargli un nome, può chiamarlo "Bio-Metal": prende le influenze "organiche" del metal tradizionale e lo fonde con un suono meccanico proiettato nel futuro.

(JV) Come nascono solitamente i vostri brani, così articolati? Avete una procedura particolare e standardizzata o tutto può nascere da un riff o dall'idea di un singolo membro?
(JK) Ora come ora mi occupo io del songwriting. Nei prossimi album verranno prese in considerazione le idee di tutti, ma finora ha funzionato bene così. E' stato più facile, diretto ed "ergonomico" scrivere seguendo questo metodo. Tanto per darti un'idea: solitamente ho in testa la struttura di un album prima ancora che poggi le dita su una tastiera. Ragion per cui è poi considerevolmente più facile sapere cosa aspettarsi da ogni traccia: tempo, atmosfera, stile, ecc.. Per le singole canzoni perseguo sempre due obiettivi: un buon riff ed un buon ritornello. Una volta che ho le due cose, costruisco il brano attorno ad esse. Alcune volte il ritornello viene dopo, ma il riff principale deve essere sempre chiaro dall'inizio, costi quel che costi.

(JV) Ok, ora una domanda che ho già rivolto a James (cantante dei Centurions Ghost) poco tempo fa. Ho una curiosità riguardo la scena britannica, londinese in particolare. Da noi non c'è una grande collaborazione tra le band underground ed il considerevole tasso di presunzione non aiuta: qui molti pensano spesso di essere diventati gli eroi del giorno solo in virtù un demo, magari venduto ai parenti o giù di lì, e la scena langue. Muovendomi nell'area londinese, anche in audience ridotte (penso all'Hope & Anchor o all'Underworld), ho avuto invece l'impressione di un clima totalmente differente, se non opposto. Sei d'accordo?
(JK) Onestamente non so come vanno le cose da voi, ma qui la scena cresce, sebbene molto lentamente.
Ovviamente a volte si creano tensioni tra alcune band, ma in generale c'è un'atmosfera molto positiva tra i musicisti, nonché una diffusa voglia di aiutarsi quando possibile. Un ottimo esempio in proposito è il nostro tour con FourWayKill e Infobia: è stata una gran cosa conoscerli entrambi. Sono ragazzi positivi, sempre disponibili, ed il cantante degli Infobia poi ci fa sempre sdraiare dal ridere! Ti assicuro che è pazzo da legare… I FourWayKill ci hanno anche offerto la data di Bristol. Gran bella gente. Senti, se questo è un indice di come va la scena in generale, sono lieto di riferirti che il rapporto tra le bands quassù è sano come un pesce!

(JV) Meno male! Ora qualcosa di più "personale". Avete appena realizzato un CD incredibile, state calcando i palchi del Regno Unito, Terrorizer Magazine vi ha recensito più che positivamente, il vostro sito è uno spettacolo, siete musicisti di talento… Insomma, vi basta tutto questo? O, a conti fatti, manca ancora la classica ciliegina sulla torta? E quali saranno le vostre prossime mosse per mettercela, nel caso?
(JK) Hey amico, hai dimenticato il jet personale, le droghe, le prostitute e le ville! (ride)
Scherzi a parte, stiamo registrando il nuovo album e cercando un'etichetta per pubblicarlo. Cercheremo di aprire le date di band famose per esporre ulteriormente il Bio-metal ai kids. Stiamo lavorando anche ad un promo-video per "The Awakening" (sempre dal debut "Eight Moons"). Sarà presto inserito in rotazione su Kerrang, Scuzz ed altre stazioni europee.

(JV) Che ruolo occupano i testi nella vostra musica? Scommetto che non appartieni alla scuola di pensiero di Joe Elliott: il signor Def Leppard anni fa affermò in un'intervista che le parole non sono poi così importanti e che bastava suonassero bene assieme alla musica… Un punto di vista decisamente illuminante, specie da un conterraneo di Shakespeare…
(JK) Porca miseria, non avevo idea che avesse mai detto una cosa simile! Beh, i testi sono il 50% di una canzone. Una storia viene narrata nel nostro album, quindi le parole sono fondamentali. In quale altro modo potresti comunicare qualcosa ad un ascoltatore? Sono molto grato per il lavoro di gruppo svolto con Adam Rose su "Eight Moons": è un pensatore e questo ci ha aiutati parecchio. Anche Jon Collins, il nostro bassista, ha uno spiccato talento per i testi; non a caso sto scrivendo le liriche del secondo album proprio con lui. E' così bravo che non potevo fare altro che tirarlo dentro!

(JV) Ora una tipica domanda idiota… Cinque album che porteresti con te sulla fatidica "isola deserta". Sii sincero e nessuno ti ci spedirà, su quell'isola!
(JK) Uhm, cinque album… Sarebbero di sicuro "Operation Mindcrime" (Queensryche), "Vulgar Display Of Power" (Pantera), "Powerslave" (Iron Maiden), "Defenders Of The Faith" (Judas Priest) e "Master Of Puppets" (Metallica)!

(JV) Belle scelte! Ok, tempo di andare. Salutiamo i lettori di Hammerblow. c'è nulla che vuoi dire ai kids italiani?
(JK) Solo "Metal On, dudes"… più duri che potete!!!

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GODDESS OF DESIRE - "Awaken Pagan Gods" (Armageddon Music, 2005)

Mancano all’appello le grazie di Medusa e l’ascia di Grev Drake, sostituito da poco con tale Cape Fear (ma uno normale almeno di nome no, eh?), ma la solfa non cambia molto.
Gli autori di divertenti e divertiti tributi alla purezza del metallo, dai titoli molto intellettuali tipo “Metal Forever” si ripresentano a noi col solito disco di riffoni semplici semplici, cori da memorizzare al volo, assoli elementari, fantasia crucca (ovvero sotto lo zero). Partiti come cover band di CARNIVORE, VENOM, CELTIC FROST e altri gruppi che in passato hanno almeno scritto dischi meritevoli, i GODDESS OF DESIRE continuano per una strada ambigua che li mantiene in pericoloso equilibrio tra fun-band e gruppo con velleità un attimo più concrete.
Quando provano a fare sul serio regalano anche momenti piacevoli: la burrascosa “Dead End Street”, il fiero e classicissimo anthem di “Victory Is Mine” e la stra-MOTORHEAD “Nothing’s Free” sono lì a provarlo. Quando invece la buttano sul “pecoreccio” scadono o, peggio, annoiano. “Holy War” parte bene ma non si evolve in niente che non sia già stato sentito mille volte, sia in ambito classic che power thrash. La lenta e quasi doom “Bloodstained Sight” risente di un songwriting da band alle prime armi (facciamo primissimi TIAMAT?), ma permette alla componente più marcia della band di emergere, lasciando tutto sommato l’ascoltatore soddisfatto. La title-track vuole omaggiare il thrash teutonico e la sua furia iconoclasta, riuscendoci nonostante qualche semplicismo che ricorda gli impeti giovanili di Peter Steele pre-TYPE O NEGATIVE. Altrove, nell’album, pare invece di avere a che fare con dei GWAR “miracolati” ed improvvisamente consci dell’importanza della melodia nella musica.
Attraverso il tosto up-tempo di “Demolition” (stupidotta quanto adatta come entrance theme in un match di wrestling) e poco altro degno di nota (forse solo la sfuriata alla TANKARD di “Booze”) si arriva lentamente alla fine del CD, senza scossoni né picchi d’entusiasmo.
L’immaginario un po’ fantasy e un po’ vichingo, un po’ “Pleasure Slave” e un po’ “omaggio agli Dei del Metallo” inizia in sintesi a stancare: i G.O.D. rimangono, anche al quarto long playing, una band per divertirsi. Divertirsi ascoltando e suonando però musica molto ordinaria, niente di più.
Con questa recensione si conclude, per quanto mi riguarda, la collaborazione con Hammerblow. Grazie ad Agnar per la guida e al Guardian per il fedele “appoggio informatico”. Ma, soprattutto, grazie a Voi che ci avete accordato la Vostra fiducia. Qualunque cosa succeda, “Stay tuned for more rock’n’roll”.

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RAGING SPEEDHORN - "How The Great Have Fallen" (SPV/Steamhammer, 2005)

Inglesi, terzo disco. Musica di confine, la loro: tra abrasività sludge, groove stoner e furia hardcore. Molte bands si sono cimentate nel settore, dagli oramai imborghesiti avanzi della Man’s Ruin agli iconoclasti targati Relapse. Pochi approcciano il genere/non-genere con la convinta fisicità dei RAGING SPEEDHORN.
Produzione ruvida (molto “live”) di Joe Barresi e qualche progresso compositivo della band fanno il resto, ponendo “How The Great Have Fallen” al vertice della loro discografia.
I riff SABBATHiani di “Master Of Disaster” e “Don’t Let The Bastards Grind You Down”, i PANTERA più sudici e maceranti dell’iniziale “A Different Shade Of Shit” e di “Dead Man Walking”, il melmoso tappeto di chitarre della title track, lo screaming/growling tetro e malato della coppia Regan/Loughlin che garantisce uno spettro dall’ultra-doom al deathcore: molte sono le ragioni di interesse in un album intransigente.
La forma-canzone non è certo una priorità per i nostri, tutti volti alla costruzione di atmosfere malsane ma mai prive di autentica rabbia primitiva. Nell’economia del disco prevalgono spontaneità ed aggressione, ai danni di scelte memorabili e grandi intuizioni. Ma nel contesto questo comporta un attestato di merito, piuttosto che una sgridata.
In sintesi, per fans già rodati di IRON MONKEY, WARHORSE e dei primi, coriacei, ALABAMA THUNDER PUSSY. Se invece cercate gli edulcorati ed innocui intellettualismi rock dei QUEENS OF THE STONE AGE girate rigorosamente alla larga: il nome di Barresi è in tal senso solo una pia illusione e qui i controlli sugli ampli sono ancora tutti (se Dio vuole) girati sul dieci.

Certo, ci stanno come il cavolo a merenda su Hammerblow, ma se non vi spaventa separarvi per una volta dalle vostre spade... perché no?

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CONTRADICTION - "The Voice Of Hatred" (Armageddon Music, 2005)

Abbastanza buono questo platter dei tedeschi CONTRADICTION. Niente di trascendentale, per carità; solo onesto old-school thrash per affezionati alle sonorità di MASSACRA, OVERKILL e ai fautori della “scuola tedesca”. In effetti la lunga attività della band (insieme dall’89) li ha visti condividere molti palchi illustri, dai gruppi succitati a VADER, HOLY MOSES, ICED EARTH e TANKARD. E proprio su quei palchi hanno affilato le proprie armi, sfornando un terzo studio album di musica che risulta palesemente concepita più per la sede live che per il ponderato ascolto in cuffia. Qualche scoria di metalcore (PRO-PAIN o gli ACCUSER di “Repent”) si affaccia qua e là lungo un album non troppo variegato, purtroppo.
Grande impatto e chiara derivazione speed/thrash ottantiana nell’opener, che sa di SODOM e SEPULTURA dei tempi d’oro. La buona produzione dona subito smalto anche a riff che abbiamo sentito milioni di volte, ma le composizioni rivelano presto il fiato corto: già la title-track, nonostante il buon refrain, pare una inutile continuazione del brano precedente. La noiosa “Arguments” (mid tempo annacquato) e la modernista “Falling Down” abbassano ancora le quotazioni dell’album, che si risolleva in parte solo in occasione di sporadiche accelerazioni (“Hate Patrol”, dal corposo break centrale, “Nation Of Fear” ed “Engines Of Greed”) o di lenti macigni (l’ottusa “Crimes”, con la sua altalena clean/core). Il rifferama di OVERKILL&Co viene spesso clonato senza ottenere risultati degni di nota; talvolta buone soluzioni solistiche riescono ad impreziosire momenti altrimenti dimenticabili: buono l’assolo di matrice hard rock in “Crimes”, non male le armonizzazioni sulle ritmiche di “Horizon”.
Quello che non convince appieno non sono tanto le singole parti, musicisti compresi, quanto l’identità delle canzoni, le famose idee. Non rimane molto a fine ascolto e non premia la scelta di chiudere il disco con un mattone di sei minuti che pone la band tra metalcore, thrash palloso ed apocalyptic metal (avete presente gli INTRICATE o i NEUROSIS di “Souls At Zero”?), tra riff triti e ritriti ed inserti vocali effettati francamente inutili.
Appena i nostri scriveranno “anche” delle buone canzoni potranno fare grandi passi avanti. Ma essendo in giro da così tanto tempo temo che abbiano già detto tutto quello che potevano e non so se, come si suol dire, abbiano ancora banane...

Solo per amatori.

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HAVOC HATE - "Cycle Of Pain" (Indecent Media, 2005)

Immenso! Finalmente un album thrash fatto da gente che “sa come si fa”. Niente nostalgie fini a se stesse o furbi modernismi: gli HAVOC HATE dell’esperto Greg Christian (già bassista dei TESTAMENT... detto tutto) mixano la sostanza del thrash, coi suoi ritmi convulsi, l’impatto esasperato, la tecnica chitarristica ed il gusto per gli arrangiamenti classici, aggiornando la ricetta al 2005 e producendo quello che (per non sfigurare col glorioso passato Bay Area) dovrebbe essere preso da tutti a disco modello. Piccolo ma necessario distinguo: se per “thrash” intendete polpettoni mezzi hardcore conditi qua e là in salsa vocale agrodolce per accontentare tutti, state alla larga da “Cycle Of Pain”: questi “ragazzi” pestano duro e sono in missione per conto di Dio. Qui non c’è MTV che ti sdogana, niente finta rabbia adolescenziale, pantaloni dal cavallo basso e pose “giuste”... Dimentichiamoci quindi per un attimo di LAMB OF GOD, SHADOWS FALL o UNEARTH, perché negli States della musica alternativa ed estrema ci sono anche altri musicisti, che sanno dove vanno perché in primis sanno da dove vengono. Se quella dei gruppi succitati è universalmente riconosciuta come la “New Wave Of American Heavy Metal” quella degli HAVOC HATE è a suo modo la... “Old And Only Wave Of Real American Thrash Metal”! Qualche cambio in line-up rispetto all’esordio e un doveroso ritocco nei suoni e nella produzione (di cui si occupa il chitarrista dal cognome più adatto... Ordine!), una piccola etichetta come supporto: così la band si presenta al secondo album. E’ proprio il nuovo arrivato Tim Bouchee, che prende dietro al microfono il posto che fu di Jon Mallek sul debutto “This Violent Earth” a rivelarsi la famosa e necessaria marcia in più. In tutto “Cycle Of Pain” la sua voce versatile si muove a suo agio tra simil-growl alla Chuck Billy, screaming e atonalità pulite che richiamano alla mente i FORBIDDEN di metà carriera (indicative in tal senso l’elaborata “Tentacle” e la perfida “Wicked”), sempre sostenuta dal possente crunch chitarristico e dal drumming di Lipnicki (ex HADES), talvolta spiazzante per furia e groove.

Già nell’opener Tim scaglia immediatamente l’ascoltatore nel thrash frontale di estrazione TESTAMENT che caratterizzerà quasi tutte le tracks. I tempi generali non hanno neppure bisogno di essere troppo serrati: le accelerazioni studiate e le porzioni strumentali sempre eccellenti garantiscono infatti incisività ed una fluidità inconsueta per un prodotto del genere.
Capitolo a parte, tra le tracce, la splendida “Fiction”, che da sola vale l’acquisto dell’album: una power ballad come da anni non se ne sentivano. Eccellente atmosfera e progressione dalle geometrie impeccabili, toccando tutti i registri e mostrando muscoli, sensibilità, rabbia ed intelligenza. Piacerà a chi sa vedere nel thrash un mezzo (leggi: una chiave di lettura, un’espressione), non un fine (leggi: cliché ed autoindulgenze, oggi ancor più inutili).

“Alone” pare uscita dritta dal songbook dei METAL CHURCH era “Blessing In Disguise”, fatta eccezione per qualche passaggio vocale più estremo. “Cold Embrace” ricorda invece i MEGORA e la loro ricerca melodica su impianti solidi e cadenzati. “Buried In Lies”, tremendamente vicina nel riffing all’ex band di Christian, e la spietata corsa di “Rotting Hour” chiudono un album assolutamente indispensabile per ogni amante del thrash autentico: fresco, incazzato, concepito e suonato con gli zebedei fumanti. Buy or die!

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